- Comuni sardi a rischio spopolamento e possibili politiche per contrastare
il fenomeno dell’emergenza demografica. Saranno presentati, dopo domani,
giovedì 23 gennaio, alle 9 nella sala convegni del Terminal Crociere, (via
Roma), i risultati dello studio “Comuni in estinzione”, effettuato dal Centro
Regionale di Programmazione, condotto in collaborazione con l’Università di
Cagliari, che individua le problematiche ed effettua le proiezioni statistiche
sugli anni entro i quali, presumibilmente, alcune decine di comuni sardi si
estingueranno nel caso in cui non vengano attuati interventi adeguati.
L’incontro, preparatorio del prossimo ciclo di programmazione comunitaria e
regionale, vedrà confrontarsi tecnici della Regione, sindaci, partenariato
economico, sociale e ambientale ed esperti del Ministero dello Sviluppo
economico.
“Il contrasto allo spopolamento che affligge i comuni sardi in una
percentuale allarmante – sottolinea l’assessore della Programmazione,
Alessandra Zedda - è una delle sfide più complesse per la politica regionale
perché questo fenomeno non ha una causa, ne ha molte, sedimentate nel tempo,
nel corso dei decenni scanditi dai censimenti della popolazione. Alcuni comuni
sardi, prima di altri, paiono destinati a divenire dei paesi fantasma pressoché
privi di abitanti, una prospettiva intollerabile nelle dimensioni prospettate
che ci pone di fronte a scelte decise e decisive, per questo gli schemi di
elaborazione del prossimo Programma Operativo Regionale 2014-2020, che la
Regione ha concordato con la Commissione Europea anche attraverso il processo
partenariale, prevedono apposite sezioni dedicate agli svantaggi territoriali,
inclusi quelli demografici gravi o permanenti. E’ una opportunità da non
perdere, la sfida è complessa perché le cause sono diverse e altrettanto ampio
deve essere il ventaglio di interventi, rivolto alle iniziative economiche e
alle occasioni di lavoro anzitutto, ma anche alla dotazione di servizi
essenziali, dai trasporti all’istruzione e alla sanità”.
I primi due comuni ad essere virtualmente cancellati dalla desertificazione
demografica si trovano in provincia di Sassari e potrebbero essere, secondo le
tendenze statistiche, Semestene, entro soli 10 anni e Monteleone Rocca Doria,
in circa 15 anni. Dati di punta, questi, di un fenomeno che coinvolge altre
decine di comuni sardi, nei quali l’estinzione della popolazione, salvo nuove e
possibili politiche di contrasto, è prevista nell’arco temporale di pochi
decenni. I comuni in grave o gravissima salute demografica ricomprendono
nell’isola complessivamente l’8,5 % della popolazione e il 26,6 % della
superficie.
Ma se a tali comuni in condizioni di spopolamento “grave” o “gravissimo” si
aggiungono quelli in stato di salute demografica “precaria”, la popolazione
coinvolta sale a circa il 33 % del totale regionale e il territorio implicato
al 55% della superficie dell’isola.
Lo studio della Regione (http://www.sardegnaprogrammazione.it/documenti/35_84_20140120091324.pdf), non si limita a
presentare le emergenze e i contorni geografici aggiornati del fenomeno, ma
passa in rassegna su scala europea le diverse tipologie di intervento sinora
attuate, con lo scopo di fornire un contributo valido per la definizione delle
prossime politiche regionali, a partire dalla imminente definizione del POR
2014-2020 e in vista del prossimo programma regionale di sviluppo. Lo studio
riporta infine le analisi condotte, anche attraverso moderne tecnologie
computerizzate, sulle interviste effettuate a un gruppo di cosidetti
“osservatori privilegiati” di comuni affetti da grave malessere demografico,
quali sindaci, parroci, imprenditori, operatori sociali e culturali.