martedì 13 novembre 2012

Allocuzione del vice sindaco Fabio Canu per i caduti di Nassiriya

Ci sono giorni che rimangono scolpiti nella storia di un Paese, nel bene e nel male. Il 12 novembre 2003 è una di queste date. Lo è per l'enormità della tragedia che ha colpito 19 nostri connazionali quella mattina d'autunno a Nassiriya, lo è per l'intensa commozione sollevatasi in tutto il Paese in seguito a quel drammatico evento, una delle pagine più difficili della storia moderna dell’Italia Repubblicana.

Tanto è vero che il 12 novembre è divenuta la Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.

I Carabinieri e i Militari di Nassiriya erano soldati di pace. Essi non hanno portato violenza al popolo irakeno, ma soccorsi umanitari, ordine pubblico e speranza civile. Non hanno costruito campi di concentramento, ma scuole, ospedali, reti idriche e altri servizi pubblici.

E' opportuno ricordarne i nomi, uno ad uno. Perché dietro a ciascuno di quei caduti troviamo una storia, una famiglia, un patrimonio di alti valori di esempio per tutti. Nell'esplosione di quel giorno alla base Maestrale morirono 12 carabinieri: il sottotenente Giovanni Cavallaro, il sottotenente Enzo Fregosi, il sottotenente Filippo Merlino, il sottotenente Alfonso Trincone, il maresciallo aiutante Alfio Ragazzi, il maresciallo aiutante Massimiliano Bruno, il maresciallo capo Daniele Ghione, il brigadiere Giuseppe Coletta, il brigadiere Ivan Ghitti, il vice brigadiere Domenico Intravaia, l'appuntato Orazio Maiorana e l'appuntato Andrea Filippa; cinque militari dell'Esercito (il capitano Massimiliano Ficuciello, il maresciallo capo Silvio Olla, il caporal maggiore capo scelto Emanuele Ferraro, il primo caporal maggiore Alessando Carrisi e il caporal maggiore Pietro Petrucci, un regista impegnato in un documentario sulla missione italiana, Stefano Rolla, e il funzionario della cooperazione italiana in Iraq Marco Beci. Con loro morirono anche nove cittadini iracheni, ed oltre 40 furono i feriti.

Ma purtroppo la nostra esperienza tragica in IRAQ non è finita lì, il bilancio complessivo delle vittime italiane in quel conflitto è stata di 32 militari e tre civili.





Sono molti i nostri giovani che attualmente prestano la loro opera di solidarietà e di "peacekeeping" in diversi Paesi e ad essi vanno il nostro ringraziamento e il nostro sostegno. Un impegno per la risoluzione dei conflitti che, anche alla luce della recente attribuzione del "Premio Nobel" per la pace all'Unione Europea, dovrà assumere sempre più una connotazione sovranazionale, con ciò anche ponendo le basi affinché le istituzioni europee possano agire come soggetto unico nella gestione delle forze di intervento nelle aree di crisi e di conflitto nel mondo. Un impegno che è costato purtroppo la vita a tanti ragazzi.

Proprio nei giorni scorsi ci siamo uniti al dolore della famiglia e al cordoglio dell'Esercito per la morte del caporale degli Alpini Tiziano Chierotti che, solo ventiquattrenne, aveva messo a disposizione la sua generosità e il suo coraggio a sostegno delle forze di sicurezza afghane, per dare il suo contributo in un Paese sì lontano dalla sua Liguria, ma dove riteneva fosse un compito anche suo portare solidarietà, speranza e pace.

Sono 52 gli italiani morti in Afghanistan.

Ringrazio tutti i presenti e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questa manifestazione per la sollecitazione che ci hanno rivolto a ricordare questa dolorosa pagina di storia.

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