La Giunta regionale ha combattuto e continua a condurre una battaglia senza precedenti contro il sistema Tirrenia e i suoi epigoni. I Sardi ricorderanno le prime segnalazioni all’antitrust per quel caro tariffe che ha rappresentato il primo sintomo del formarsi di una concentrazione lesiva delle regole del libero mercato, come rammenteranno le denunce delle anomalie nel procedimento di vendita della compagnia di navigazione presentate in sede nazionale e comunitaria. La battaglia è stata portata avanti senza fermarsi neppure dinanzi al cosiddetto governo amico e perfino con azioni straordinarie, come quella relativa alla flotta sarda. Se l'on. Pili non se la sente di portare avanti azioni condivise per contrastare poteri esterni alla nostra isola, sarebbe utile per la causa comune che almeno si astenesse dalla ricerca di divisioni artificiose. Contrariamente a quanto da lui sostenuto, la Giunta ha respinto con sdegno un'offerta di entrare nella compagine societaria della CIN, che era congegnata in maniera tale da renderla inoffensiva, attribuendo alla stessa un ruolo marginale e ininfluente. In ogni occasione é stato ribadito che la Regione non va alla ricerca di poltrone nei consigli di amministrazione, che si lasciano volentieri a chi ha simili appetiti, né di inutili quote societarie, ma rivendica con forza la competenza, la prerogativa di adottare le decisioni in materia di collegamenti marittimi al fine di poter difendere per oggi e per l’avvenire il diritto alla mobilità dei Sardi. Chi tenta di travisare la realtà rende sé stesso un emblema di quelle divisioni che per secoli hanno danneggiato il popolo sardo e rischia di prestarsi al gioco dei feudatari del mare.