: riforme, turismo, partecipazione femminile, sanità i
nostri punti più importanti. Sono la piattaforma per la nostra alleanza di
governo
. I Riformatori hanno
predisposto la loro piattaforma programmatica di governo. Al centro i punti da
inserire nel programma della futura alleanza. Punti che riguardano la riforma
della Regione e degli enti locali, la sanità, un nuovo modello di sviluppo con
al centro il turismo, la partecipazione femminile alla vita politica e
amministrativa della Regione. Eccoli nel dettaglio.
AREA : Sistema formativo
e capitale sociale
Situazione
Il primo problema da
affrontare è la carenza di “capitale sociale” inteso nel senso della mancanza di
livelli culturali, scientifici e professionali adeguati ad un paese
moderno.
Secondo noi si tratta
della carenza più grave della nostra regione anche perché è un classico “cane
che si morde la coda” : la mancanza di una classe dirigente qualificata continua
a generare in automatico classe dirigente di basso livello e così
via.
Questa carenza, sia per
qualità che per quantità, alle esigenze dell’isola è comprovata , oltre che
dall’esperienza empirica anche dallo scarsissimo numero di sardi che hanno
successo in qualsiasi campo nonché dalla infrequente presenza dei nostri
concittadini in qualsiasi genere di classifica nazionale o
internazionale.
E’ evidente che, se si
esclude la soluzione di una inferiorità genetica dei nostri giovani, la
spiegazione non può essere che quella di una grave e radicata patologia del
nostro sistema formativo.
Gli studenti sardi
presentano praticamente in tutte le discipline i più bassi risultati d’Italia
alle prove INVALSI.
Soluzioni
Riteniamo che si debba
agire sul sistema scolastico nella misura in cui ciò è consentito alla Regione
non con aggiunte supplementari di risorse ad un sistema che evidentemente non
funziona ma con scelte innovative ed anche di contrasto alle lobbies
esistenti.
Una soluzione per le
scuole medie potrebbe essere quella di incentivare, anche economicamente, le
scuole o le classi con i risultati migliori agli INVALSI mentre per il livello
universitario si deve pensare a favorire nuovi insediamenti universitari di
qualità ( anche stranieri) oppure a creare scuole professionali di altissimo
livello ( ad esempio una scuola per dirigenti della PA in collaborazione con
istituzioni di livello ) o ancora all’istituzione presso i poli universitari
esistenti di collegi speciali nei quali raccogliere gli studenti più meritevoli
( tipo il S.Anna di Pisa).
Area : Pubblica
Amministrazione
Situazione
E’ sotto gli occhi di
tutti come la situazione della pubblica amministrazione, sia della Regione che
delle altre istituzioni locali, necessiti di interventi urgenti ed
incisivi.
Salvo eccezioni lodevoli
la dirigenza pubblica in Sardegna è di livello insoddisfacente come dimostra il
funzionamento farraginoso, a dir poco, della pubblica amministrazione e le
lamentele dei comuni cittadini, ma anche quelle di coloro, come i politici, che
vivono più dentro il palazzo, sono la testimonianza evidente di un disagio
profondo, espresso civilmente, ma diffuso.
Inefficienze, lungaggini
burocratiche, sprechi e ritardi che si ripercuotono sullo sviluppo di terre che
di sviluppo avrebbero un bisogno assoluto ed urgente, riducendo la competitività
delle imprese, che in Sardegna già pagano un obolo pesantissimo
all'insularità.
Per le nostre pubbliche
amministrazioni esiste inoltre un'altra acclarata area di insoddisfazione del
cittadino comune, quella rappresentata dalla pervasività delle logiche
clientelari che diventano intollerabili quando, come nella nostra realtà,
arrivano letteralmente a governare il rapporto tra la pubblica amministrazione e
il cittadino.
La complessità voluta
delle procedure, le interpretazioni più burocratiche delle norme sempre in
sfavore del cittadino, l'incapacità o peggio la scelta deliberata di molti
funzionari e dirigenti di scansare i rischi generano inoltre l'humus culturale
necessario per l'innestarsi dei gravissimi fenomeni di corruzione e di
concussione di cui le cronache giudiziarie del Paese sono piene.
Soluzioni
Bisogna pensare a una
maggiore selezione meritocratica nella scelta dei nostri prossimi funzionari e
dirigenti, ma soprattutto bisogna riformare in profondità la L.R. 31 del 1998,
ripensando ruoli e responsabilità, premi e punizioni.
Riteniamo urgente una
nuova Legge 31, con introduzione di meccanismi di premialità per i funzionari
bravi, con attribuzione però di responsabilità precise e facilmente verificabili
nel rispetto del principio che il “potere” deve per forza prevedere un puntuale
controllo democratico della politica in rappresentanza dei cittadini.
Pensiamo inoltre , e lo
riteniamo praticamente irrinunciabile, ad un intervento importante e incisivo
sui percorsi di selezione e formazione dei dipendenti della Regione ed in
particolare dei dirigenti, sulla falsariga della nostra proposta di legge
cosiddetta “fast track”.
Area : Turismo e
destagionalizzazione
Situazione
All’inizio della
presente legislatura il turismo rappresentava circa l’otto per cento del PIL
regionale e il programma elettorale della coalizione di centro-destra prevedeva
di portarlo al 12 % nell’arco dei cinque anni. In realtà , com’è noto, a causa
della gravissima crisi economica scatenatasi dal 2008 e non ancora esauritasi,
vi è stato invece una sensibile diminuzione degli arrivi e delle presenze per
cui non si è registrato purtroppo alcun aumento del fatturato turistico, anzi
esso non è diminuito in percentuale solo per la corrispondente riduzione del PIL
complessivo dell’isola.
Certamente bisogna
considerare che un grande impatto sulla riduzione dei flussi turistici( non solo
in Sardegna) è stato legato alla durissima crisi economica ma non possiamo
neanche nasconderci che, fino a pochi mesi fa, si è aggravato il problema
rappresentato dal costo dei trasporti e che non vi è stata da parte della
Regione un’azione politica coerente e duratura in materia di turismo.
Nulla è stato fatto per
favorire la destagionalizzazione, a parte qualche misura per cercare di
allungare la durata dei rapporti di lavoro stagionali, ma la stessa legge sul
turismo golfistico, potenzialmente in grado di favorire afflussi importanti di
turisti fuori delle stagioni classiche del turismo balneare, è stata lasciata
cadere alle prime difficoltà senza che vi fosse una reale volontà di
implementarla.
Soluzioni
Il problema è da
affrontare insieme a quello dei trasporti, che ne è parte rilevantissima, e che
paiono – almeno in questa prima fase- nettamente migliorati sia per il trasporto
aereo con la nuova continuità territoriale sia per quelli marittimi, grazie ad
un atteggiamento della nuova Tirrenia che sembra decisamente più aperto e
positivo verso le esigenze della Sardegna.
Certamente bisogna
riprendere l’idea di una grande campagna pubblicitaria volta a rinnovare e
diffondere l’immagine dell’isola come paradiso delle vacanze non solo balneari
ma con un impronta anche sportiva, culturale, storica ed
enogastronomica.
Consideriamo I soldi
spesi per questo scopo soldi spesi bene, non sprecati e quindi chiediamo , che
sia affidata a Sardegna Promozione o direttamente alla Giunta, una grande
campagna pluriennale volta a promuovere l’offerta turistica, enogastronomica,
religiosa e naturalistica della nostra isola.
Naturalmente occorre
lavorare anche sulla modifica dell’offerta turistica endogena e a questo fine
certamente la legge sul turismo golfistico è da riprendere e rendere applicabile
al più presto; sarà inoltre necessario pensare a interventi incisivi sul lato
della portualità turistica così come ripensare il sistema organizzativo del
turismo regionale per governare al meglio l’offerta come un tutto unico sia pure
differenziato nei diversi territori.
Area : Riforme
Istituzionali
Situazione
E’ certamente innegabile
che i 65 anni passati dall’approvazione dello Statuto ne abbiano segnato un
inevitabile percorso di invecchiamento e che di conseguenza l’Istituzione
Regione appaia oggi superata in molti suoi aspetti.
Aldilà delle difficoltà
momentanee legate alla crisi economica che rende difficili i rapporti tra
categorie e anche tra singoli ed esaspera gli animi con istinti populistici, è
evidente che va ripensato il ruolo della Regione sia verso l’esterno ( Italia ed
Europa) sia verso il sistema degli enti locali territoriali.
La Regione non funziona
e non risponde più né tempestivamente né compiutamente alla richiesta di governo
che sale dal basso, è diventata un organo più burocratico che politico, più
attenta a dare risposte di breve profilo che non a risolvere strutturalmente i
problemi
Soluzioni
La nostra ricetta è
nota, un ‘Assemblea Costituente eletta direttamente dal popolo che riscriva lo
Statuto e lo sottoponga al Parlamento per approvarlo o respingerlo, comunque
senza modifiche.
Associare a questo una
nuova riforma della legge elettorale mantenendo il sistema presidenziale e
introducendo sistemi per eleggere rappresentanti di zone più ampie dell’isola,
meno legati a specifici parti di territorio; introduzione delle primarie
obbligatorie per il Presidente e per i Sindaci dei comuni superiori ai 10.000
abitanti, eventualmente anche per i Consiglieri Regionali; riforma della giunta
( competenze e deleghe) in senso più moderno e più adeguato ai cambiamenti
verificatosi in Sardegna dal 1977 a oggi.
Area : Partecipazione
femminile
Situazione
La situazione della
partecipazione femminile al mondo del lavoro e a quello delle istituzioni è
sotto gli occhi di tutti e non merita grandi commenti, basti ricordare che
abbiamo una partecipazione femminile al lavoro vicina al 45 % contro una
maschile di poco inferiore al 64%.
Aldilà della
Costituzione che stabilisce nella sostanza la parità dei sessi, con ciò
chiedendo di fatto ai legislatori, ai vari livelli, l'adozione di misure
normative che "favoriscano le pari opportunità tra uomini e donne", bisogna fare
della questione una delle grandi battaglie per la modernizzazione dell’isola,
non foss’altro che per una questione di pura convenienza.
Non siamo nelle
condizioni di rinunciare ad una quota così elevata delle nostre risorse di
capitale umano, di intelligenza e di sensibilità come quella che siamo vivendo
adesso.
Ci sono studi economici
numerosi e incontrovertibili che dimostrano come le società in cui la
partecipazione femminile è maggiore sono più ricche, equilibrate, armoniose e
produttive ma si tratta soprattutto di un problema di giustizia basilare per la
nostra convivenza, nel senso che una società ingiusta, come quella che
discrimina le donne, corrode e corrompe l'etica dei comportamenti individuali e
collettivi.
Soluzioni
Noi riteniamo
indispensabili provvedimenti legislativi di tipo “affirmative action” che
stabiliscano da subito delle quote obbligatoriamente riservate alle donne nei
luoghi di lavoro, nella Regione e negli enti regionali, nella sanità e nelle
istituzioni.
Per essere chiari, deve
valere nella politica ( doppia preferenza di genere) , negli enti regionali o
partecipati maggioritariamente dalla Regione, e anche nella sanità, dove bisogna
prevedere che nelle terne di governo ci sia obbligatoriamente almeno una
donna.
Quote significative
all’inizio e poi progressivamente decrescenti a mano a mano che si creano , nei
vari settori, dei “role model” che possano fungere da ispirazione alle giovani
donne nella fasi della loro crescita in modo tale che il ruolo e la
partecipazione delle donne si assestino al livello fisiologico di circa il
50%.
Area : Riforme del
sistema delle autonomie locali e degli enti regionali
Situazione
Noi riteniamo che vada
assolutamente rispettata la volontà popolare così come scaturita in maniera
inequivocabile dai referendum svoltisi il 6 maggio del 2012, cioè l’eliminazione
delle province dal territorio sardo.
Sia pure con diverse
percentuali di votanti, tutte e otto le province hanno votato con maggioranze
"bulgare" per eliminare enti che sono evidentemente ritenuti del tutto inutili
ma ciononostante il Consiglio Regionale non ha ancora provveduto a quanto di suo
dovere.
Così come è
assolutamente da ripensare la situazione istituzionale dei piccoli comuni
poiché, pur nel quadro di una doverosa quanto diffusa rappresentatività, ragioni
di funzionamento delle istituzioni e di costo delle stesse richiedono un
ripensamento degli assetti vigenti attualmente nella nostra regione.
Analogo criterio deve
essere adottato nei confronti degli enti regionali che sono pletorici,
iperburocratici e spesso utili solo a dare alloggio a portaborse di partito :
questi devono essere eliminati.
Siamo infatti fermamente
convinti che il sistema di gestione e di amministrazione degli enti regionali
vada rivisto e per questo abbiamo promosso una faticosa campagna referendaria,
che ha portato all'approvazione di un quesito che ha dato risultai
clamorosamente evidenti.
Noi riteniamo che
abolire i consigli di amministrazione e rinnovare profondamente gli enti sia un
fatto di buona politica che risponde alla richiesta della gente che vuole da
tempo un rinnovamento nei fatti, non a chiacchiere.
Soluzioni
Diamo per scontato che
prima del termine della legislatura il Consiglio all’abolizione definitiva delle
provincie, vecchie e nuove, con attribuzione delle loro funzioni ai comuni
singoli o associati e, per le restanti, eventuale istituzione di appositi uffici
della Regione con competenza circondariale, gestiti e diretti da un dirigente
nominato tramite concorso pubblico.
Riduzione degli enti
regionali e, ove non sia possibile l’abolizione, ridimensionamento massiccio
della loro strutture organizzative e gestionali, introduzione delle stazioni
uniche appaltanti, il tutto affidato a funzionari di carriera e non a organi
politici.
AREA :
Sanità
Situazione
Noi riteniamo che la
sanità sarda sia tutto sommato di discreto livello e che pertanto risponda
abbastanza bene alla richiesta di salute dei cittadini, come dimostrato d’altra
parte dal basso tasso di emigrazione sanitaria.
Tuttavia è evidente che
ci siano settori da completare e da migliorare, che sia necessario portare a
buon fine l’informatizzazione dei servizi, trovare soluzioni per costruire
alcuni ospedali ex novo, trasferire l’attenzione dalle cure per acuti al
versante cronici-territoriale-sociale, ma soprattutto razionalizzare l’uso delle
risorse economiche.
Le ASL devono essere
ricondotte ad occuparsi di temi esclusivamente sanitari ed assistenziali, cosa
che ridurrebbe inoltre le possibilità clientelari.
Soluzioni
Una riforma del sistema
che accentri tutte le competenze amministrative in capo ad un agenzia regionale
e lasci le ASL prive di apparato amministrativo ( personale, acquisti e
bilancio), la messa in cantiere di un grande programma di costruzione di nuovi 5
o 6 ospedali anche tramite la contrazione di un mutuo ( o emissione di bond o
altri strumenti finanziari) con interessi da ripagare con i risparmi derivanti
dall’accentramento dei servizi amministrativi.
La riforma deve
prevedere inoltre soluzioni gestionali innovative che portino ad una vera
dipartimentalizzazione, con progressiva riduzione delle strutture complesse al
livello minimo possibile e con la creazione di spazi di autonomia clinica per i
giovani più meritevoli, accompagnata dalla fissazione di criteri estremamente
selettivi per la nomina della dirigenza delle ASL.
Necessario infine anche
una rivalutazione del numero dei dipendenti del SSR per riportarli in linea con
i parametri delle altre regioni, pur considerando la dispersione della
popolazione in un territorio vasto come la nostra isola.