Collaborare significa “lavorare
con altri” anche attraverso aiuti, assistenza, contributi. Tali concetti
vengono utilizzati dalla maggioranza solo sulla carta, mai nei fatti. Dopo
avere sbandierato ai quattro venti la volontà di coinvolgere le minoranze nelle
decisioni amministrative, smentendo se stessa la maggioranza, in previsione del
prossimo consiglio comunale, ha convocato la commissione urbanistica, atto
obbligatorio, ieri alle 11:00 per discutere di ben 5 punti all’ordine del
giorno, da portare al prossimo consiglio comunale. Non certamente argomenti
minori visto che, tra gli altri, uno riguardava l’atto di indirizzo per la
variante al PUC in adeguamento al PPR ed al PAI e l’altro l’atto di indirizzo
per la revisione del Piano Particolareggiato del Centro Storico, ossia gli
strumenti di pianificazione del territorio più importanti per il futuro
sviluppo dell’isola, quelli che condizioneranno l’azione politica delle future
amministrazioni comunali e soprattutto gli investimenti pubblici e privati. Con
il fare di chi ha già deciso, senza lasciare margini ad alcuna discussione,
l’assessore all’urbanistica posizionava sul tavolo della discussione ben tre
faldoni di documenti. In apertura di seduta i consiglieri di minoranza Zanchetta, Montella e Cataldi chiedevano di visionare
la delega che il presidente della Commissione Marras avrebbe dovuto
sottoscrivere al capogruppo Barsi che assumeva, con il parere contrario degli
stessi, in quanto non componente della commissione, la presidenza. In assenza
di palese dimostrazione e per la volontà di insistere nella prosecuzione dei
lavori, gli stessi consiglieri lasciavano l’aula in polemica. All’uscita
Cataldi dichiarava: “il futuro non può essere deciso senza neppure aver letto i
documenti. Poiché attività di questo tipo presuppongono un lavoro di mesi per i
consiglieri appartenenti alle commissioni, che non è stato fatto, non posso
tollerare una gestione di questo tipo. È un insulto al ruolo che ricopriamo e
che ci hanno affidato. Gli strumenti di pianificazione urbanistica continuano
ad essere oggetti misteriosi nelle sole mani dell’assessore. Voglio contribuire
alle scelte di pianificazione del territorio, insieme a tutto il consiglio
comunale, nella massima trasparenza e preparazione ma non mi è stato
consentito, per questo ho abbandonato la seduta della commissione. Nessuno dei
commissari aveva preventivamente visto i documenti, come se strumenti di tal
portata possano essere decisi da uno solo, nella certezza che ciascun
consigliere di maggioranza, come l’utile idiota, voterà in consiglio comunale
senza nulla obbiettare, senza neppure comprendere il significato di quella
alzata di mano, consapevole di non aver partecipato ad alcun processo
decisionale”. Il capogruppo Montella non è meno decisivo: “se obbiettivo della
maggioranza era quello di pensare di licenziare in una veloce riunione
mattutina di commissione argomenti come le variazioni alle norme tecniche di
attuazione, il PUC ed Piano del Centro Storico, con in mezzo una lottizzazione
e altro, siamo sulla strada completamente sbagliata. Il lavoro di quattro anni
di questa amministrazione sono certo sia riassumibile in dieci minuti, ma
riassumere in dieci minuti quello che deve essere il futuro del paese, preparato
da chi, magari con qualche svelata stampella nella opposizione, pensa di
rappresentare l’intero paese, mi pare troppo. Solo per leggere gli incartamenti
ci sarebbe voluta una settimana. Se hanno davvero a cuore le sorti del paese
lascino gli atti a disposizione e consegnino le chiavi del palazzo. Se poi le
modalità irregolari di convocazione e della gestione senza deleghe della
presidenza della commissione sono il preludio di quel che sarà, allora non c’è
proprio rimedio”. Usciti i consiglieri della minoranza si è appreso del
dietrofront. Seduta sospesa, forse un ravvedimento dell’ultimo minuto del
gruppo di maggioranza o la consapevolezza dell’esser viziato l’iter
amministrativo.