mercoledì 19 marzo 2014

I MOTIVI PER CUI HANNO LASCIATO LA COMMISSIONE URBANISTICA


Collaborare significa “lavorare con altri” anche attraverso aiuti, assistenza, contributi. Tali concetti vengono utilizzati dalla maggioranza solo sulla carta, mai nei fatti. Dopo avere sbandierato ai quattro venti la volontà di coinvolgere le minoranze nelle decisioni amministrative, smentendo se stessa la maggioranza, in previsione del prossimo consiglio comunale, ha convocato la commissione urbanistica, atto obbligatorio, ieri alle 11:00 per discutere di ben 5 punti all’ordine del giorno, da portare al prossimo consiglio comunale. Non certamente argomenti minori visto che, tra gli altri, uno riguardava l’atto di indirizzo per la variante al PUC in adeguamento al PPR ed al PAI e l’altro l’atto di indirizzo per la revisione del Piano Particolareggiato del Centro Storico, ossia gli strumenti di pianificazione del territorio più importanti per il futuro sviluppo dell’isola, quelli che condizioneranno l’azione politica delle future amministrazioni comunali e soprattutto gli investimenti pubblici e privati. Con il fare di chi ha già deciso, senza lasciare margini ad alcuna discussione, l’assessore all’urbanistica posizionava sul tavolo della discussione ben tre faldoni di documenti. In apertura di seduta i consiglieri di minoranza  Zanchetta, Montella e Cataldi chiedevano di visionare la delega che il presidente della Commissione Marras avrebbe dovuto sottoscrivere al capogruppo Barsi che assumeva, con il parere contrario degli stessi, in quanto non componente della commissione, la presidenza. In assenza di palese dimostrazione e per la volontà di insistere nella prosecuzione dei lavori, gli stessi consiglieri lasciavano l’aula in polemica. All’uscita Cataldi dichiarava: “il futuro non può essere deciso senza neppure aver letto i documenti. Poiché attività di questo tipo presuppongono un lavoro di mesi per i consiglieri appartenenti alle commissioni, che non è stato fatto, non posso tollerare una gestione di questo tipo. È un insulto al ruolo che ricopriamo e che ci hanno affidato. Gli strumenti di pianificazione urbanistica continuano ad essere oggetti misteriosi nelle sole mani dell’assessore. Voglio contribuire alle scelte di pianificazione del territorio, insieme a tutto il consiglio comunale, nella massima trasparenza e preparazione ma non mi è stato consentito, per questo ho abbandonato la seduta della commissione. Nessuno dei commissari aveva preventivamente visto i documenti, come se strumenti di tal portata possano essere decisi da uno solo, nella certezza che ciascun consigliere di maggioranza, come l’utile idiota, voterà in consiglio comunale senza nulla obbiettare, senza neppure comprendere il significato di quella alzata di mano, consapevole di non aver partecipato ad alcun processo decisionale”. Il capogruppo Montella non è meno decisivo: “se obbiettivo della maggioranza era quello di pensare di licenziare in una veloce riunione mattutina di commissione argomenti come le variazioni alle norme tecniche di attuazione, il PUC ed Piano del Centro Storico, con in mezzo una lottizzazione e altro, siamo sulla strada completamente sbagliata. Il lavoro di quattro anni di questa amministrazione sono certo sia riassumibile in dieci minuti, ma riassumere in dieci minuti quello che deve essere il futuro del paese, preparato da chi, magari con qualche svelata stampella nella opposizione, pensa di rappresentare l’intero paese, mi pare troppo. Solo per leggere gli incartamenti ci sarebbe voluta una settimana. Se hanno davvero a cuore le sorti del paese lascino gli atti a disposizione e consegnino le chiavi del palazzo. Se poi le modalità irregolari di convocazione e della gestione senza deleghe della presidenza della commissione sono il preludio di quel che sarà, allora non c’è proprio rimedio”. Usciti i consiglieri della minoranza si è appreso del dietrofront. Seduta sospesa, forse un ravvedimento dell’ultimo minuto del gruppo di maggioranza o la consapevolezza dell’esser viziato l’iter amministrativo.         

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