L’11 maggio del 2011 il Consiglio d’Europa ha varato la
Convenzione di Istanbul, il primo strumento giuridicamente vincolante per gli
stati in materia di violenza sulle donne e violenza domestica. Al suo interno
sono espresse misure per la prevenzione della violenza e per la protezione
delle vittime, oltre ai i procedimenti penali per i colpevoli; la convenzione,
inoltre, definisce e criminalizza le diverse forme di violenza contro le donne
tra cui il matrimonio forzato, le mutilazioni dei genitali femminili, lo
stalking, le violenze fisiche e psicologiche e la violenza sessuale. Ventinove
Paesi hanno firmato la convenzione di Istanbul, compresa l’Italia, ma solo
quattro l’hanno ratificata. L’entrata in vigore è condizionata dalla ratifica
di almeno dieci Paesi, di cui otto appartenenti all’Unione Europea
In Italia il 25 novembre scorso, giornata internazionale
contro la violenza sulle donne, una cordata di diverse associazioni unite per
affrontare l’emergenza femminicidio in Italia, ha presentato la convenzione NO
More! una proposta politica unitaria che richiama le istituzioni alla loro
responsabilità e agli atti dovuti, per ricordare che tra le priorità
dell’agenda politica, la protezione della vita e della libertà delle donne non
può essere dimenticata e disattesa.