- TEATRO "G.VERDI"
SASSARI
FERITE A MORTE di Serena Dandini - Con Lella Costa, Orsetta
De' Rossi, Rita Pelusio, Giorgia Cardaci - http://www.feriteamorte.it/
PREVENDITA
c/o biglietteria Le Ragazze Terribili Via Tempio 65 Sassari
Posto unico numerato €25,00 + d.p.
Loggione €12,00 vendibile il giorno di recita
Per info 0792822015 -
http://www.leragazzeterribili.com/biglietteria/
- Organizzazione MABTEATRO 0799941898
Ferite a Morte” nasce come un progetto teatrale sul
femminicidio scritto e diretto da Serena Dandini, una antologia di monologhi
sulla falsariga della famosa Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master
costruita con la collaborazione di Maura Misiti, ricercatrice del CNR. I testi
attingono alla cronaca e alle indagini giornalistiche per dare voce alle donne
che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un
“ex”.
L’evento teatrale, in cui numerose donne illustri e note al
grande pubblico danno voce a un immaginario racconto postumo delle vittime,
vuole essere un’occasione di riflessione, un tentativo di coinvolgere
l’opinione pubblica, i media e le istituzioni.
“Tutti i monologhi di ‘Ferite a morte’ – spiega Serena
Dandini – ci parlano dei delitti annunciati, degli omicidi di donne da parte
degli uomini che avrebbero dovuto amarle e proteggerle. Non a caso i colpevoli
sono spesso mariti, fidanzati o ex, una strage familiare che, con
un’impressionante cadenza, continua tristemente a riempire le pagine della
nostra cronaca quotidiana. Dietro le persiane chiuse delle case italiane si
nasconde una sofferenza silenziosa e l’omicidio è solo la punta di un iceberg
di un percorso di soprusi e dolore che risponde al nome di violenza domestica.
Per questo pensiamo che non bisogna smettere di parlarne e cercare, anche
attraverso il teatro, di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica”.
“Ferite a morte” ha debuttato a Palermo il 24 novembre
scorso, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle
donne, e successivamente ha fatto tappa a Bologna, Genova, Milano, Firenze,
Roma, Torino, passando per il festival del Giornalismo d’Inchiesta di Marsala e
il salone del Libro di Torino. Tutti gli eventi teatrali sono stati occasione
di sostegno alla rete D.i.Re, che accorpa tutti i centri antiviolenza in
Italia, e alla Convenzione NO MORE! che chiede al Governo e alle istituzioni
italiane di discutere urgentemente le proposte in materia di prevenzione,
contrasto e protezione delle donne dalla violenza maschile.
Dopo quindici eventi ‘sold out’ nelle più grandi arene
italiane, con l’autunno 2013 “Ferite a morte” prende due strade: un tour
internazionale che approderà all’Onu a New York, nella giornata internazionale
contro la violenza sulle donne, e farà tappa anche a Washington, Bruxelles e
Londra; contemporaneamente partirà una tournée sul territorio nazionale che
esordirà il 25 ottobre dal Teatro Corsini di Barberino del Mugello per poi
proseguire, con un calendario serratissimo con quasi cinquanta appuntamenti,
lungo tutto lo Stivale.
Da gennaio 2013 “Ferite a morte” è anche un libro edito da
Rizzoli, balzato in pochi giorni in cima alle classifiche dei lettori. Il
volume raccoglie tutti i testi prodotti per il palcoscenico ed è arricchito da
una sezione dedicata alla descrizione del fenomeno del femminicidio,
particolarmente curata da Maura Misiti.
Non solo: oggi Ferite a morte è anche un blog che raccoglie
e diffonde notizie sul tema della violenza alle donne, informazioni sui centri
di accoglienza, segnalazioni di progetti messi in atto dai sostenitori per
avviare buone pratiche in materia, storie, appuntamenti, iniziative nate sulla
scia dei testi di Serena Dandini. Al blog sono associati una pagina Facebook e
un profilo Twitter, utili da un lato a rendere virale la diffusione dei
contenuti, dall’altro a concentrare in quel luogo virtuale una comunità di
uomini e donne uniti dalla necessità e dall’urgenza di questa battaglia di
civiltà.
IL FEMMINICIDIO
La parola femminicidio ha origini molto recenti: solo nel
1992 Diana Russel, con il termine “femmicidio”, ha definito una violenza
estrema da parte dell’uomo contro la donna «perché donna». Subito dopo è stata
la messicana Marcela Lagarde a battezzare quello stesso fenomeno con la parola
‘femminicidio’. Secondo l’ultimo rapporto annuale delle Nazioni Unite,
presentato dalla relatrice speciale Rashida Manjoo il 25 giugno 2012, “a
livello mondiale, la diffusione degli omicidi basati sul genere ha assunto
proporzioni allarmanti”. Tali omicidi, prosegue il rapporto, sono
“culturalmente e socialmente radicati, continuano ad essere accettati,
tollerati e giustificati, laddove l’impunità costituisce la norma”.
Gli omicidi basati sul genere si manifestano in forme
diverse ma ciò che accomuna di più tutte le donne del mondo è proprio
l’uccisione a seguito di violenza pregressa subita nell’ambito di una relazione
d’intimità. Queste morti “annunciate”, vengono spesso etichettate come i soliti
delitti passionali, fattacci di cronaca nera, liti di famiglia. Le donne
muoiono principalmente per mano dei loro mariti, ex-mariti, padri, fratelli,
fidanzati o amanti, innamorati respinti. Insomma per mano di uomini che
avrebbero dovuto rappresentare una sicurezza.
I numeri in Italia sono impietosi: muore di violenza
maschile una donna ogni due o tre giorni. Ma questi sono appena
un’approssimazione: non esiste, infatti, un monitoraggio nazionale che metta
insieme i dati delle varie associazioni con gli sforzi dei volontari fai-da-te
e con quelli delle istituzioni che a diverso titolo hanno a che fare con la
violenza contro le donne: quando non si conosce un fenomeno o addirittura lo si
disconosce è impossibile affrontarlo.