Il Workshop
Operativo di installazioni effimere nel paesaggio mediterraneo
Landworks-Sardinia, per la suaIII edizione ha visto protagonisti i territori
dell’isola di Caprera, coinvolgendo e conducendo all’internodell’Arcipelago
Maddalenino (dal 23 maggio al 2 giugno) 70 giovani professionisti, tra
paesaggisti,architetti, biologi e artisti provenienti dai diversi continenti (
tra cui Europa, Asia e Australia) e dalle più rinomate istituzioni accademiche
di architettura e paesaggio, oltre che 8 paesaggisti internazionali di chiara fama,
provenienti dalla Svizzera, Germania, Libano, Australia, Tailandia e Giappone,
insieme a fotografi,videomakers, osservatori e critici (oltre 90 persone). Questi
che durante il breve ma intenso periodo
hanno esplorato, interagito, condiviso, analizzato, fotografato e ripreso,
discusso, progettato e realizzato alcune installazioni effimere, animati dalle
migliori intenzioni, trascinati da un crescente entusiasmo verso lavalorizzazione
culturale dei territori e gli abitanti coinvolti. L’intenso programma
culturale, composto da seminari, lezioni aperte, sopralluoghi e divertenti
momenti di confronto con i curiosi intervenuti, è stato concepito
principalmente per la lo scambio culturale tra i giovani partecipanti internazionali
e i locali e ha potuto contare sul fondamentale supporto logistico degli amministratori
che hanno entusiasticamente ospitato l’Iniziativa (principalmente
Amministrazione Comunale di La Maddalena e Regione Sardegna, attraverso il
Servizio territoriale demanio e patrimonio di Olbia e Tempio, oltre che il
Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena). L'iniziativa, a forte valenza
internazionale, multi-culturale e pluridisciplinare, ideata e diretta dal
Paesaggista Stefan Tischer (Professore dell'Università di Sassari) per
l’Associazione Culturale LandWorks, nasce nel 2011 e si sviluppa
fondamentalmente all’interno del territorio Isolano, alla ricerca di una
modalità alternative di lettura, analisi, interpretazione, rielaborazione,
verso la progettazione e realizzazione di installazioni effimere e
performative, sperimentando così modalità differenti di riqualificazione e
valorizzazione dei suoi paesaggi culturali, oltre che di aree particolarmente
sensibili, dal corposo vissuto storico-culturale, attualmente in evidente stato
di abbandono. Il fine è quello di una loro valorizzazione a costo zero: tutti i
materiali (naturali o artificiali) con cui vengono realizzate le installazioni
reperiti in loco o comunque riciclati, vengono minuziosamente selezionati,recuperati
e ri- adibiti a nuova funzione verso una nuova e ritrovata utilità; gli
utensili per la lavorazione vengono temporaneamente ceduti dalle
amministrazioni ospitanti, la forza lavoro è prerogativa dei partecipanti. A
seguito di una prima fase progettuale, volutamente contenuta nei tempi e
compatibilmente con la tempistica comunque stretta di periodo di svolgimento di
tutta l’Iniziativa, gli attori coinvolti hanno dato più ampio spazio alla fase
di realizzazione estemporanea, animati da un forte entusiasmo, supportato da
una profonda conoscenza della propria professionalità e secondo la massima
trasparenza possibile.Durante l’intenso periodo “caprerino”, la comunità
multidisciplinare e multiculturale del LandWorks haprontamente illustrato
intenzioni e condiviso progettualità basate su metodologie sperimentali, frutto
dirielaborazione di una profonda conoscenza delle contemporanee strategie di
valorizzazione e di protezione del patrimonio naturalistico, calandole nel
prezioso contesto locale; la porzione di territorio isolano, campo di
sperimentazione prescelto, concepito come vero e proprio laboratorio a cielo
aperto, diventa così luogo di sperimentazione peculiare per un esempio virtuoso
nell’ambito delle prassi contemporanee di progettazione e valorizzazione del
Paesaggio Mediterraneo. Da un iniziale specifico interesse per l’ex area
militare di Punta Rossa, oggi interdetta e di competenza della Regione
Sardegna, le aree che hanno interessato le installazioni effimere e
semi-permanenti si sono poi ampliate, sino ad interessare gli spazi monumentali
degli ex magazzini diroccati di Porto Palma e i ruderi insistenti lungo il
territorio di Poggio Bacca’. Le nuove installazioni paesaggistiche effimere (o
land-architecture) sono state realizzate seguendo il criterio di
un’imprescindibile rapporto di rispetto tra il nuovo elemento inserito e il
contesto che lo ha accolto. Gli elementi più o meno effimeri inseriti nei nuovi
contesti contribuiscono alla valorizzazione degli aspetti storico-culturali
presenti, offrendo al contempo all’utente possibilità di una maggiore
comprensione delvalore naturalistico-ecologico dei siti stessi, aprendo il
territorio a nuove modalità di interpretazione che possano offrire sorprendenti
stimoli per future azioni verso una riqualificazione continua nel tempo. Anche
solo riportando l’attenzione del passante, locale o forestiero, sulle aree
interessate, ormai dimenticate, sottoposte a incuria, o addirittura depauperate
nel loro significato naturalistico e storico-culturale o sottoposte ad abusi di
vario genere, sempre nel rispetto rigoroso del funzionamento ecologico (sia
faunistico,che floristico) dell’ambiente ospitante, i nuovi interventi
paesaggistici cercano di evitare il minimo disturbo ai danni del contesto in
cui vengono posizionati, riuscendo a stabilire un rinnovato e armonioso
rapporto dialogico con l’ambiente per il quale sono state ideate.Installazione
Orange Chairs di Christian Phongphit L'installazione 'Orange Chairs', ideata
dal Prof Christian PhongPhit, guest professor e team leader tra i paesaggisti
internazionali inviati, rappresenta esempio eclatante di come l'espediente
della installazione effimera possa risultare al servizio del paesaggio, nello
specifico il composito patrimonio culturale e naturalistico di Poggio Bacca'
che la ospita. La filosofia attraverso cui l'Associazione LandWorks opera nei
confronti delle tematiche e dei luoghi interessati dai suoi interventi, secondo
un’attitudine nei confronti della progettazione del territorio e delpaesaggio,
nel rispetto della loro intrinseca realtà in movimento, e' più che mai
riconoscibile nella realizzazione dell’installazione puntuale. L'espediente
della seduta, rigorosamente recuperata e inserita inaspettatamente all’interno
del nuovo contesto paesistico, rappresenta esempio singolare grazie al quale l’elemento
sorpresa gioca duplice funzione: catturando l’attenzione su determinati scorci,
stimolando la percezione di particolari inaspettati, suscitando nello
spettatore divertimento, spaesamento o addirittura senso di contraddizione, fungendo
contemporaneamente da elemento di supporto per una fruizione alternativa del
luogo. L’installazione rappresenta per il fruitore sia opportunità di sosta,
offrendo un punto di vista privilegiato sull’eccezionale paesaggio, che
occasione di riflessione sul senso del passare del tempo e il vissuto di quei luoghi,
composti tanto dalla componente del paesaggio naturale, quanto del vissuto
culturale, testimoniato dagli edifici abbandonati (case matte) ancora oggi
carichi di suggestioni e depositari della memoria locale. Il percorso
attraverso cui sono state posizionate le sedute, riconvertite in oggetti che
pur mantenendo la loro funzione principale, semplicemente posizionate in luogo
altro, ritrovano una utilità, riacquistando senso, offre possibilità ai fruitori
locali o semplicemente curiosi passanti, di riscoprire tutto il discorso
storico esistente oltre le mura diroccate degli edifici, riportati
all’attenzione dalle rinnovate sedute tramite vistoso colore arancio.Ripercorrendo
i luoghi e i manufatti abbandonati (oggi ruderi), offrendo nuovi spunti di
riflessione sul senso del luogo (genius loci) e sul futuro che gli stessi
meriterebbero di avere, l'installazione paesaggistica offre, attraverso
l'espediente della seduta, la possibilità allo spettatore di fruire di un
itinerario narrativo lungo la storia, invitandolo, accompagnandolo e
supportandolo lungo un percorso guidato alla meraviglia, stupore e qualità
paesaggistica del luogo, mettendo in relazione il vissuto culturale con l'
incommensurabile patrimonio naturalistico e i suoi abitanti. L’intervento nasce
dunque volutamente per attrarre l'attenzione dei passanti più o meno
occasionali, verso un rinnovato stupore e un’attenzione nei confronti di luoghi
portatori di vissuto storico, oggi di difficile acceso, se non addirittura
interdetti al pubblico; Attraverso un approccio di analisi, studio e
realizzazione rispettosi del contesto, sia dal punto di vista storicoculturale,
che naturale, l’installazione puntuale è stata realizzata nella speranza che vi
sia una fruizione del risultato più visibile e tangibile nell’immediato, anche
solo attraverso una semplice sosta, ma che possa fungere soprattutto da spunto
per un possibile reale prossimo futuro per questi luoghi, da tradursi in una riqualificazione
più mediata e permanente, anche grazie al contribuito della quanto mai
inaspettata, tanto discussa installazione.
Annacaterina
Piras
Coordinatore
LandWorks