L’unico sito autorizzato al deposito di materiali inerti ha dovuto chiudere per limiti di stoccaggio.
Nel frattempo mentre è in atto un procedimento con la Regione Sardegna per la definitiva
trasformazione in sito di deposito temporaneo, lavorazione e trattamento degli inerti per il riciclo
degli stessi, il territorio comunale sta diventando una discarica a cielo aperto di residui edili
prodotti sia dagli addetti ai lavori che dai cittadini comuni che devono realizzare piccoli lavori di
manutenzione edile nelle proprie abitazioni e che non sanno dove depositare i materiali di risulta.
Un grosso problema- commenta il consigliere Gaetano Pedroni - che determina purtroppo
comportamenti sbagliati parzialmente giustificati dal fatto che sia l’amministrazione comunale che
il parco nazionale non stanno tenendo in debita considerazione, l’emergenza del caso, da quel
che si osserva nel territorio. Sono in corso le procedure da parte del Parco Nazionale per il
rilascio dei nulla osta di competenza sull’ampliamento.>> La tempistica della pubblica
amministrazione, è risaputo, non va incontro all’emergenza. Allora Pedroni si domanda,
continuando di questo passo e con i tempi che man mano si dilatano, come faranno le imprese
edili a lavorare senza poter sgomberare i cantieri dalle macerie e quale impatto ha questa
condizione rispetto all’ambiente e all’economia da attività edilizie.? >> A suo giudizio
il sindaco potrebbe emanare un ordinanza per la riapertura del sito in attesa che il procedimento
sia esitato positivamente. <<E’ possibile che di fronte ad un emergenza di questo tipo non si
provvede con altrettanta urgenza all’emanazione di un ordinanza. Lo scempio del territorio non è
per caso un emergenza.>>Poene