L’ex
Arsenale di La Maddalena fa da scenario all’ennesimo paradosso tutto italiano.
Questa volta è l’IMU a far emergere una profonda contraddizione di fondo.
Qualche mese fa la regione Sardegna ha versato nelle casse del comune la
considerevole cifra di 472.166 euro quale quota IMU per la proprietà del
complesso che doveva ospitare le riunioni del G8. Ma subito dopo si accorge di
un grossolano errore: trattandosi di capannoni industriali la cifra doveva
essere pagata allo stato e non al comune così come prevede la normativa
nazionale. A quel punto dei funzionari in panico fanno partire da Cagliari in
tutta fretta una nota che diffida il comune ad utilizzare tale cifra e a
versarla immediatamente al ministero delle finanze. L’amministrazione isolana
quindi si vede passare sotto il naso la consistente somma che istantaneamente
viene ritirata dalla lunga mano dello stato. Sembra però che questo passaggio
non sia del tutto indolore per il comune, in quanto il temporaneo
accreditamento potrebbe avere dei risvolti negativi nei complicati saldi di
finanza pubblica, soprattutto per il famigerato patto di stabilità. <<Si tratta dell’ennesima beffa- tuona
il consigliere di opposizione Massimiliano Guccini che ha sollevato
l’argomento, -ora i maddalenini possono tranquillamente affermare che le
strutture ex G8 oltre a non aver dato neanche un posto di lavoro non hanno
fruttato al comune neanche un euro di tributo. Mi chiedo come sia stato
possibile considerare quelle strutture capannoni industriali produttivi visto
lo stato di abbandono in cui si trovano. Ad oggi rappresentano solo un grande
sperpero di denaro pubblico visto che si stanno sgretolando giorno dopo giorno
sotto gli occhi di tutti. E la Regione ci deve pagare anche l’IMU allo
Stato.>> Insomma un gioco delle tre carte a cui assistono i maddalenini
sempre più spazientiti che all’orizzonte non vedono profilarsi nessun
cambiamento.Peone