Più di dieci anni dopo la prima epidemia di
lingua blu, gli allevamenti sardi sono nuovamente colpiti da questa terribile
infezione: non è sopportabile ed è necessario interrogarsi sulle cause della
mancata prevenzione e della inefficienza delle prime misure di intervento contro
la malattia. Appare chiaro che l’ipertrofia della Regione impedisce movimenti
agili e veloci, definisce procedure di intervento farraginose e appesantite da
lungaggini burocratiche, quando sono invece necessarie rapidità e puntualità.
In questo momento diventa essenziale assicurare la massima tempestività nel
rimborso agli allevatori così da impedire che numerose e importanti aziende di
tutta la Sardegna chiudano i battenti aggravando ancor di più la situazione di
crisi ed aiutare, anziché ostacolare, il lavoro dei Comuni che non essendo stati
ascoltati quando hanno lanciato l'allarme più di due mesi fa, sono stati
lasciati soli in prima fila contro il dilagare dell’epidemia in un fronte pieno
di difficoltà. Come è imprescindibile attivare da subito un confronto con le
associazioni di categoria, gli allevatori, i Comuni, per definire insieme le
strategie future ed impedire così che l’epidemia si riproponga, dando
responsabilità e risorse dove utile eliminando ogni attitudine centralistica che
trasforma gli strumenti operativi in centrali di decisione.