A Carbonia convegno dei Riformatori sull'attuazione degli
interventi
Cossa: coordinamento a Regione e Comuni. La Rosa: accelerare
subito
Vargiu: bene la zona franca ma attenzione all'impatto sui servizi nel
breve periodo
CARBONIA 22/04/2013. Le agevolazioni fiscali e le opportunità nella zona
franca prevista nel piano del Sulcis tutto ancora da realizzare. Di questo si è
parlato nell'incontro promosso dai Riformatori sardi del Sulcis dal titolo
"Piano Sulcis, agevolazioni fiscali nella zona franca urbana: obiettivi
strategici e concorso di idee. A che punto siamo?”, che si è svolto oggi a
Carbonia nella Biblioteca Comunale in viale
Arsia.
"La prima esigenza - ha spiegato il coordinatore provinciale del Sulcis
dei Riformatori sardi, Peppino La Rosa - oggi consiste nella necessità di
accelerare sull'apertura dei cantieri per tutti gli interventi già deliberati e
finanziati e sulla deliberazione degli altri interventi per i quali esiste la
dotazione finanziaria. Di pari passo dovrà partire un programma di formazione e
di riqualificazione. Tutto ciò va accompagnato dalla garanzia degli
ammortizzatori sociali".
Ma, ha detto ancora La Rosa, "bisogna accelerare inoltre sulle misure
attuative della zona franca urbana territoriale che riguarda le attività sotto i
50 dipendenti localizzate nei 23 comuni dell'attuale confine amministrativo
della provincia. I tempi sono stati fin qui rispettati ma ora si deve fare in
fretta in modo da assicurare che già nella seconda parte dell'anno si possa
usufruire delle agevolazioni fiscali (Irpef, Irap, Imu, contributi previdenziali
) per sostenere le piccole e micro attività colpite da devastante crisi. Questa
misura nasce in primo luogo dalle analisi della società degli studi di settore
che è arrivata a calcolare un calo del 71% negli investimenti di tali attività
da considerare quindi senza prospettiva. La scelta di destinare somme importanti
a sostenere le piccole e piccolissime attività è quindi giusta e necessaria.
Così come coerentemente una quota delle risorse dovrà essere riservata per le
nuove iniziative".
Dico coerentemente, ha proseguito La Rosa, "in quanto il Piano Sulcis non
può prescindere dalla realizzazione di nuove attività in linea con gli obiettivi
strategici del Piano e con le idee di sviluppo che scaturiranno dal concorso di
idee che proprio nella giornata del 22 aprile si conclude. Sul concorso di idee
ci soffermeremo mettendo in rilievo le potenzialità fin qui inespresse di un
territorio che può essere messo in grado di guardare ad una nuova fase di
sviluppo che vada anche oltre le industrie esistenti.
L'interesse esiste e i progetti non mancano ma insieme alle
infrastrutture vi è una richiesta preliminare decisiva: la certezza delle regole
e dei tempi".
Il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha
spiegato come "la firma del decreto attuativo delle zone di esenzione e fiscale
nei 23 Comuni del Sulcis Iglesiente rappresenta un importante svolta per il
territorio e per l'intera Sardegna. Ecco perché serve che siano Comuni e Regione
ad attuare il piano. Dare alla Provincia, come chiede qualcuno, la delega
all'attuazione del piano significherebbe fare un cattivo servizio alla
collettività. La Provincia è stata soppressa dai referendum e dunque adesso il
potere di coordinamento è tutto nelle mani della Regione che, ovviamente, dovrà
fare tutto in pieno accordo con i Comuni, i veri depositari degli interessi dei
propri amministrati". Il Piano Sulcis, ha ricordato Cossa, "avrà un impatto
molto forte sulle 7000 piccole e piccolissime imprese, dando fiato a nuove
iniziative promosse da donne, imprese sociali, e tanto altro
ancora".
Il deputato Pierpaolo Vargiu,
allargando il ragionamento alle
opportunita' offerte dalla zona franca extradoganale e dalla fiscalita' di
vantaggio, ha sostenuto che la possibile istituzione di una Zona Franca, "da molti
decenni viene vista come una seria ipotesi di contributo alla soluzione dei
problemi della Sardegna. Non a torto, la riduzione della imposizione fiscale,
sia alla produzione, che al consumo, viene visto come un vantaggio competitivo
economico, in grado di attrarre imprese e di far salire i consumi". Ma allora,
perché non farla, si chiede il deputato riformatore di Scelta Civica. "Senza
entrare nel merito delle problematiche di legittimità giuridica, peraltro
complesse - prosegue Vargiu - nell'intreccio dei regimi autorizzativi nazionali
ed europei, vale però la pena di fermarsi un attimo per una riflessione
esclusivamente sociale ed economica. Zona Franca significa possibile riduzione
di IRAP, IVA, IRPEF, accise e contributi locali. Cosa fa la Sardegna con i
proventi di queste tasse? Paga le scuole, gli ospedali, la giustizia,
l'assistenza sociale, la cassa integrazione. Paga, cioè, i livelli di garanzia
dei diritti individuali a cui siamo abituati. Paga la protezione dei piu'
deboli, che garantisce la coesione
sociale".
Riducendo le imposte per attirare nuova impresa e creare nuovo sviluppo e
nuova occupazione, aggiunge Vargiu, "dobbiamo dunque essere consapevoli che, nel
breve periodo, avremmo sicuramente meno soldi da dedicare ai settori di impegno
sociale dello Stato. Certo, nel periodo medio-lungo, i vantaggi dovrebbero
superare di gran lunga gli svantaggi. Però, al periodo medio-lungo dobbiamo
arrivarci, studiando bene le cose affinché nessun sardo muoia di fame o sia
privato dell'assistenza sanitaria e dell'istruzione".
Il convegno è stato introdotto dalle relazioni di due tecnici, l'avvocato
Daniela Garau e Antonello Gregorini, presidente del centro studi dei Riformatori
sardi.