“ Bisogna
uscire dai canoni classici per far capire ai ragazzi da dove arriviamo, far
capire che esiste un’altra storia rispetto a quella studiata sui libri di
testo”. Lo ha detto l’assessore della cultura, Sergio Milia, illustrando alla
stampa gli eventi e le iniziative in programma per Sa Die De Sa Sardigna. “Sa
Die è un simbolo per la nostra identità e per la nostra cultura ma, a
differenza di allora, non dobbiamo e non vogliamo scacciare nessuno dalla
nostra terra bensì attrarre”.
“Sa die de
sa Connoschèntzia, Sa die de s’istòria, Sa die de s’identidade, Sa die de sa
Sardigna, questo è il “titolo” che abbiamo voluto dare alla Giornata del popolo
sardo di quest’anno. La Conoscenza è la prima cosa. Essa accresce il bagaglio
del nostro sapere, delle informazioni sulle origini, sulla cultura e la lingua
della nostra terra. Dà significato alle scelte che siamo chiamati a fare come
persone e come comunità di cittadini. La famiglia, la scuola e l’università –
ha ribadito l’assessore - hanno un ruolo insostituibile nell’educazione che
favorisce la promozione umana dell’individuo, sostenendone la crescita e
l’inserimento nell’ambiente in cui vive e a cui sente di appartenere”.
La Storia.
Questa è la giornata della memoria, ispirata dai “Vespri Sardi” del 28 Aprile
1794, quando il viceré piemontese fu scacciato da Cagliari dopo che la
Sardegna, difendendosi con onore nella guerra contro la Francia, aveva chiesto
incarichi di governo pari a quelli dei Piemontesi ed aveva ottenuto un rifiuto.
La storia ci aiuta a capire quello che siamo, invitandoci però a guardare
avanti, ad interrogarci sul significato di autonomia, in un momento in cui è
tornata alla ribalta la questione delle minoranze etniche e linguistiche. Ci fa
avere coscienza di essere Popolo Sardo.
“Oggi la
Sardegna – ha sottolineato l’esponente della Giunta Cappellacci - sta
ritrovando l’identità di popolo. Forse siamo all'inizio di una nuova storia
della Sardegna. In questo momento di crisi, di incertezze, di omologazione
obbligatoria, dobbiamo riscoprire i valori etici dei nostri padri e ricercare
la solidità istituzionale. Le Istituzioni, infatti, insieme ai cittadini,
devono trovare la condivisione delle scelte e l’unità nell’agire. Dobbiamo andare
oltre gli schieramenti e le ideologie, mostrare al mondo che c’è una Sardegna
coraggiosa e laboriosa, una Sardegna che è stata capace di ribellarsi
all’ingiustizia e che può ancora farlo”.