. Questo l’appello lanciato alle forze
politiche dal presidente della Regione Ugo Cappellacci, alla vigilia della
discussione della legge finanziaria 2013.
“Dopo i tragici eventi avvenuti nella
capitale, riecheggiano sui media parole come responsabilità, dialogo, unità e
altre espressioni che di solito accompagnano queste situazioni di sgomento e
difficoltà. Affinché queste non appaiano come formule di rito della politica
per “metabolizzare” l’accaduto, una scorciatoia o un pretesto per porre in
essere strategie tutte interne al palazzo, occorre una riflessione seria,
sincera, schietta, che rimanda alle ragioni più profonde dell’impegno di
ciascuno al servizio della collettività. L’alternativa non può essere tra i
fautori del compromesso esasperato e coloro i quali sembrano avere come
priorità la salvaguardia della purezza della propria formazione politica da
quelle che vengono raffigurate quasi come pericolose contaminazioni. Queste
sono due facce della stessa medaglia: quella di una democrazia bloccata in
un’eterna contesa del consenso, che nella perversa logica della
delegittimazione reciproca e della strenua conservazione di vecchie dinamiche
rendite e di posizione, risulta svuotata della propria sostanza e diventa
“altro” rispetto alla società che dovrebbe rappresentare. Una democrazia senza
il “demos” non è definibile tale. Il coraggio oggi non è nel compromesso a
tutti i costi né nella barricata fine a sé stessa. Non è annullando le
differenze o rimarcandole ad ogni piè sospinto che si fa l’interesse della
collettività. Vi è un’altra via: nel rispetto dei ruoli di ciascuno, delle
differenti appartenenze partitiche, di categoria e generazionali, bisogna non
venire mai meno a quel dovere del confronto e del dialogo che rappresenta il
funzionamento fisiologico della democrazia e la manifestazione di una politica
che è intenta a parlare del vissuto quotidiano dei cittadini anziché di sé
stessa. Il confronto sia anche aspro, acceso, appassionato, ma non venga mai
meno. E, se l’occasione di rimarcare le differenze non manca mai, occorre non
perdere di vista quelle situazioni in cui l’interesse della collettività deve
prevalere sulla bandiera della fazione politica. Chi ha convinzioni forti,
solide e radicate non teme il confronto né teme che la propria identità, ben
riconoscibile possa risultare in qualche modo annacquata. L’appello è pertanto
quello ad alzare da subito, cogliendo l’occasione della discussione sulla legge
Finanziaria, il livello della dialettica e di focalizzare l’attenzione su
coloro i quali incontriamo nella vita di tutti i giorni, dal genitore
all’imprenditore, dallo studente al lavoratore, dal precario al disoccupato
etc. Devono avere la percezione concreta che la politica si stia adoperando per
loro, che stia parlando di loro e che non sia qualcosa di diverso dalla società
che rappresenta”.