“Nella sostanza la Corte
Costituzionale conferma la nostra tesi: lo Stato era e continua ad essere un
debitore moroso nei confronti della Sardegna e dei Sardi”. Così il presidente
Cappellacci commenta il pronunciamento della Corte sul ricorso della Regione in
materia di entrate. “Nell’impugnare l’atto – ha osservato il presidente-
eravamo consapevoli del rischio di inammissibilità, ma il nostro scopo è far
emergere in ogni passaggio il mancato adempimento da parte dello Stato nei
confronti della nostra isola ed il mancato versamento di quanto effettivamente
dovuto alla nostra Regione. Sulla questione entrate, forti anche delle
precedenti sentenze e di tutti quei passaggi con cui la Corte evidenzia la
fondatezza della nostra rivendicazione,
proseguiamo nel segno della massima intransigenza. E con la stessa
determinazione proseguiamo altresì la rivendicazione per l’adeguamento del
patto di stabilità al nuovo testo dell’art. 8 dello Statuto affinché la Regione
sia messa in condizione di poter utilizzare le risorse a favore delle famiglie,
delle imprese e dei territori. Auspichiamo – ha concluso Cappellacci- che il
nuovo esecutivo recentemente insediato a Palazzo Chigi tenga conto
dell’orientamento espresso dalla Corte Costituzionale, ascolti la voce della
Sardegna e contribuisca a riportare la dialettica dal piano giurisdizionale a
quello della leale collaborazione istituzionale”.