Contrariamente a quanto dichiarato da un esponente del “comitato continuità
territoriale”, nel 2011 la Regione cercò il dialogo con le compagnie di
navigazione per scongiurare quel vertiginoso aumento delle tariffe che ha
penalizzato la nostra isola. Solo dopo la netta e reiterata chiusura degli
armatori il presidente Cappellacci inviò la segnalazione all’antitrust. Poiché è
nota la piega presa dalle indagini, stupisce che un comitato che si definisce
favorevole alla continuità in qualche modo benedica chi ha non ha rispettato il
diritto alla mobilità dei sardi e confonda le diverse responsabilità. Attribuire
l’aumento dei prezzi a chi lo ha contestato e non a chi lo ha deciso è un
ragionamento che stride con la realtà.