lunedì 13 maggio 2013

Piano di riqualificazione del Presidio Ospedaliero Paolo Merlo.


 

La Conferenza Provinciale Sanitaria ha deliberato una progetto di riorganizzazione amministrativo-territoriale.

Vista la mancata approvazione regionale dell’Atto Aziendale ed esaminata la delibera n°509 del 27.02.2013, riteniamo tassativo verificare quale modello di sanità sia possibile attuare in Gallura e nello specifico nell’isola di La Maddalena.

La delibera di cui sopra, che programma la sanità del territorio gallurese, dice che “appare evidente che la peculiarità del presidio ospedaliero di La Maddalena e il mantenimento con i bisogni sanitari dell’isola, richiedono che a tutela di tale progettualità, la Regione copra l’ampia parte dei costi del presidio, come costi per funzione, nell’ambito delle risorse attribuite alla ASL n°2 in sede di ripartizione del fondo sanitario regionale (…)”..

Quanto evidenziato dimostra che la ASL n°2 chiede alla Regione risorse aggiuntive per lasciare tutto come prima.

Considerato che i posti letto approvati hanno lo stesso numero di quelli che l’Ospedale Paolo Merlo aveva prima dell’atto aziendale, per quale motivo l’ASL chiede che alla Regione la copertura di costi inesistenti?

 

La stessa delibera, sul tema del punto nascite, recita che “la graduale riduzione dell’attività (in linea con esigenze di sicurezza della madre e del bambino), sino alla soppressione del punto nascite di La Maddalena e salvo diversa indicazione in fase di definizione della rete regionale dei punti nascita, sarà graduale e contestuale alla definizione di un percorso assistenziale che permetta la presa a carico della gravidanza in tutte le sue fasi, con espletamento del solo parto nella struttura ospedaliera prescelta, con assistenza in loco e trasporto protetto e sicuro in ogni condizione della puerpera, anche avvalendosi di elitrasporto.

Perché la delibera n °509 specifica quanto sopra?

Le linee guida che la RAS dovrà indicare, infatti, non saranno valide solo per la Nostra Isola, ma dovranno essere applicate a tutti gli ospedali del territorio nazionale che non raggiungono il numero di 500 nascite annue.

L’ASL n°2 nonostante abbia evidenziato, in sede di conferenza provinciale dei comuni, la potenziale dannosità di questo progetto per il Nostro Ospedale, tuttavia continua a perseguire questi obiettivi.

 

La stessa delibera inoltre, per quanto concerne l’Ospedale di La Maddalena, specifica che “ l’Ospedale Paolo Merlo costituisce una particolarità nel panorama ospedaliero sardo poiché è l’unico ospedale collocato in un’isola nell’isola (…) questo costituisce il principale limite al potenziamento dell’offerta dei posti letto per acuti, non potendo ovviamente essere la sede attrattiva per i territori circostanti (…) e d’altra parte, giustifica il mantenimento di una piccola struttura ospedaliera che, almeno per le patologie non urgenti e di bassa complessità, non riduca l’equità di accesso alle cure di cui gli assistiti nell’isola hanno diritto proprio per tale condizione di isolamento”.

Quanto riportato, per l’ennesima volta, evidenzia che la volontà dell’ASL n°2 è quella di depotenziare il presidio ospedaliero di La Maddalena; non potendolo chiudere, dal momento che le leggi nazionali e regionali non lo permettono, viene indicata l’insularità quale limite della sua potenzialità.

 

A parere del GSPC chi limita la funzionalità del presidio di La Maddalena risulta essere senza dubbio l’ASL n°2, che ormai da anni ne ha ridotto le funzionalità ed ora ne condiziona il futuro con la richiesta alla Regione di finanziamenti aggiuntivi e una discutibile politica aziendale che potrebbe portare alla chiusura del punto nascite.

Se l’obiettivo è quello di voler utilizzare l’Ospedale solo per le patologie di bassa complessità, con esclusione di quelle urgenti, il Pronto Soccorso (perchè solo il Pronto Soccorso??) ed il Presidio che reale funzione avrebbero, considerato il deficitario collegamento tra La Maddalena e Palau?

Il GSPC ritiene che, in assenza di un’approvazione da parte della RAS dell’atto aziendale, l’ASL n°2 debba ripristinare il numero dei posti letto e le strutture del Paolo Merlo a come erano organizzate prima della delibera n°509, secondo lo schema dei reparti di seguito indicato:

·       Medicina: 24 PL (posti letto) per acuti;

·       lungo degenza: 8  PL;

·       chirurgia: piccoli interventi in day surgery o week surgery (eventuale utilizzo di un chirurgo con presenza settimanale);

·       ostetricia e ginecologia: 5 PL  (nel 2012, ben 50 interventi di ginecologia operabili in sede sono stati trasferiti in altre sedi, perché l’ASL ha vietato ai ginecologi del P.O. Paolo Merlo di eseguire interventi in loco;

·       pediatria: 4 PL;

·       Pronto soccorso: l’attuale legislazione prevede per le isole minori servizi aggiuntivi compresa anestesia e rianimazione con camera iperbarica;

·       emodialisi: 1 PL annesso alla medicina;

·       centro di riabilitazione;

·       punto nascite;

·       neurologo e neuropsichiatra: almeno una presenza settimanale;

·       laboratorio analisi dotato di emoteca;

·       radiologia;

·       urologo: una presenza settimanale;

·       consultorio quale servizio essenziale per attivare il percorso nascite;

·       locali ex RSA: non trasferirvi all’interno ambulatori e uffici ma un servizio che accolga giovani ed anziani disagiati, disabili parziali, disabili totali o le lungo degenze;

·       Piano Sanitario Specifico, nel rispetto delle norme che tutelano le isole minori.

 

Questo documento, già inoltrato all’ASL n°2, risulta compatibile con quanto previsto dall’ANCIM, dalla spending review e soprattutto con le esigenze e i diritti di Noi Isolani che giornalmente siamo costretti a sostenere spese e sacrifici enormi, per cercare in altre sedi quei servizi che possono essere forniti in loco, senza alcun costo addizionale.

 

A questa Amministrazione comunale chiediamo che riacquisti quella autorevolezza che ha dato prova avere in occasione della Conferenza dei Sindaci del Territorio.

 

All’ASL n°2 si chiede con fermezza di costituire presso il Paolo Merlo quei servizi che le leggi vigenti prevedono per le isole minori e un’attenta analisi di quelli che sono attualmente i punti di fragilità; questo, attuando una riconversione funzionale delle strutture e del personale, tale che si possa rallentare la diaspora di pazienti che l’ospedale può e deve assistere.

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