mercoledì 29 maggio 2013

Incidente sul,lavoro

 – In seguito alle numerose richieste degli organi di informazione pervenute a questa Azienda in merito all’incidente sul lavoro avvenuto ieri nella zona industriale di Tempio Pausania, prende la parola Pietro Masia, Direttore del Servizio di Prevenzione degli ambienti sul lavoro della Asl di Olbia:


“Davanti a simili drammi che lasciano tutti senza parole si parla con prepotenza di sicurezza negli ambienti di lavoro, per questo noi vorremo ricordare a tutti, sia ai datori di lavori che agli stessi dipendenti, che siamo e vogliamo essere un supporto per le aziende, quel punto di riferimento che potrebbe ridurre i rischi di infortuni sul lavoro”, spiega Pietro Masia, direttore del Servizio di Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro della Asl di Olbia (S.Pre.S.A.L.). “Come organi di vigilanza stiamo eseguendo con i Carabinieri le indagine per chiarire la dinamica dell’incidente che è costata la vita all’operaio di Tempio, Antonio Cusseddu. Come Servizio e come Azienda non possiamo che esser vicini ai familiari dell’operaio che ha perso la vita. Ma in questo frangente, senza entrare nel merito dell’incidente di ieri e per il quale sono in corso accertamenti coperti da segreto istruttorio, è necessario ricordare che il nostro Servizio non ha solo un ruolo di “sanzionatore” ma il nostro compito principale, proprio per evitare il ripetersi di simili incidenti, è quello della formazione, informazione e promozione della salute dei lavoratori. La strada che noi vogliamo percorrere è quella della diffusione della cultura della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro, è nostro intento incrementare le attività e le iniziative che concorrono a contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro, nel tentativo di promuovere un vero e proprio cambiamento culturale interno alla nostra società”, aggiunge Pietro Masia.


Lo Spresal della Asl di Olbia svolge attività di prevenzione degli infortuni lavorativi e delle malattie professionali. Questa attività comporta:

1) il controllo della corretta applicazione, nei luoghi di lavoro, delle norme di protezione e di tutela della salute dei lavoratori,

2) la sensibilizzazione dei lavoratori, dei datori di lavoro e dei dirigenti aziendali, attraverso appositi interventi di informazione e formazione in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro con lo scopo di incidere positivamente sul livello di conoscenza e sul grado di sensibilità culturale degli interessati.

3) l’effettuazione di accertamenti sanitari, preliminari all’assunzione, su lavoratori appartenenti a categorie tradizionalmente “deboli”, quali i minori, e di accertamenti sanitari successivi al ricorso del lavoratore contro il giudizio di idoneità del medico competente.

“Alla base degli incidenti sul lavoro c’è sempre più spesso la “deregulation”, piccola o grande, attuata sia dal lavoratore che dal datore di lavoro di qualsiasi ciclo produttivo, in primis nel comparto edile, a seguire quello agricolo e quello metalmeccanico”, spiega Masia.

“In ogni ciclo produttivo le procedure devono esser codificate dal datore di lavoro, che le deve trasmettere al lavoratore, che ì ne deve essere a conoscenza ed eseguirle correttamente. Quando questa catena si interrompe aumentano i rischi collegati alla sicurezza all’interno degli ambienti di lavoro. A volte le cause sono collegate alla parte datoriale, che ha il dovere di accertarsi che il suo dipendente sia a conoscenza delle procedure e sia adeguatamente formato. Ma non basta, deve anche vigilare costantemente sia sul livello della formazione e sul rispetto delle procedure, perché una buona fetta degli incidenti sul lavoro avviene in Italia a causa della poca formazione del lavoratore, spesso concausa dell’infortunio. Il datore di lavoro per questo deve possedere una vera e propria leadership sulla sicurezza e vigilare all’interno della propria impresa. A volte invece, ma questo fa parte della natura umana ed è difficile da prevedere, il lavoratore “prende delle scorciatoie”, cioè significa che a volte non vengono utilizzati i mezzi di protezione antinfortunistici (guanti, elmetti, maschere, etc..), a volte si è poco attenti alle manovre che si eseguono, altre volte il lavoratore, eccessivamente sotto pressione, nell’intento di eseguire tutti i compiti assegnategli, commette degli errori. Per questo chiediamo alle imprese e agli stessi lavoratori di rivolgersi allo Spresal anche per un semplice consulto perché solo attraverso una maggiore consapevolezza e una maggiore sensibilità in tema di sicurezza sul lavoro è possibile ridurre gli incidenti sul lavoro”, conclude Masia.

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