mercoledì 29 ottobre 2014

Alla ricerca del relitto del piroscafo ‘Tripoli


MARINA MILITARE: IL CACCIAMINE VIESTE IMPEGNATO IN OPERAZIONI DI RICERCA DEL RELITTO DEL “PIROSCAFO TRIPOLI” NELLE ACQUE ANTISTANTI IL GOLFO DI OLBIA
Il giorno 27 ottobre 2014 il Cacciamine Vieste, ha lasciato il porto di Augusta (SR) per far rotta verso le acque antistanti il Golfo di Olbia. L’Unità sarà impegnata nelle operazioni di localizzazione ed investigazione del relitto del “Pirocafo Tripoli”, adibito al trasporto postale e affondato tra il 17 e il 18 marzo 1918 da un sommergibile tedesco a circa 20 miglia da Capo Figari (OT).
L’attività si inquadra nell’ambito della collaborazione fra Marina Militare ed il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), nell’ambito del Progetto “Commemorazione della Prima Guerra Mondiale”, che conta all’attivo diverse attività congiunte condotte con successo. L’impegno di Marina Militare e MIBACT consente di condividere metodologie innovative di ricerca con l’obiettivo di tutelare il nostro patrimonio culturale subacqueo.
La Marina Militare, per mezzo delle proprie Unità Cacciamine, svolge costantemente una fondamentale attività di monitoraggio e mappatura del fondale marino al fine di individuare possibili relitti, ordigni bellici inesplosi o altri ostacoli sommersi che possano compromettere la sicurezza della navigazione.
Il cacciamine Vieste è un’ Unità della Classe Lerici, equipaggiata con sistemi ed apparecchiature che consentono di determinare, con elevatissima precisione, la presenza sul fondale marino di mine e di oggetti di diversa natura e dimensioni.
Questa tipologia di Unità, che imbarca anche un nucleo di palombari, è dotata di camera iperbarica e consente un’ampia versatilità operativa che si può definire duale, proprio per il suo doppio impiego sia nel campo militare che a supporto dell’intera collettività civile nella ricerca e monitoraggio ambientale od anche nella ricerca e soccorso.
Inoltre Nave Vieste è stata di recente sottoposta ad un programma di ulteriore ammodernamento, divenendo la prima Unità della Marina Militare ad essere equipaggiata con un veicolo autonomo di ultima generazione, capace di effettuare ricerche su alti fondali.

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