martedì 26 gennaio 2016

Nuovi aumenti delle tasse, scoperto l’inganno contabile dentro il Bilancio 2016


I Riformatori: «La Giunta Pigliaru sforna tasse e uccide le imprese con 262 milioni di Irap in più»
La battaglia sulle accise era la strada giusta
 «Ora che la Giunta Regionale è costretta a giocare a carte scoperte, presentando al Consiglio Regionale l’allegato tecnico al Bilancio Regionale 2016-2018, certifica qual è la sua vera intenzione che è quella che  noi da tempo andiamo sostenendo e urlando: tartassare tutti i sardi. Oltre all’Irpef in Finanziaria ci sono 262 milioni di euro di aumenti di Irap nel triennio. Vale a dire condannare a morte la Sardegna: le aziende saranno costrette a chiudere bottega e a mandare a casa migliaia di lavoratori». Lo dicono il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, assieme agli altri consiglieri regionali, Attilio Dedoni e Luigi Crisponi, e ai due esponenti del Centro Studi, Sergio Pisano e Pietrino Fois.

«Mentre il centrosinistra si arrabatta sul gravissimo aumento dell’Irpef che hanno deciso loro non più di qualche settimana fa – proseguono i Riformatori – studiano il Bilancio scopriamo gli inganno della Giunta Dracula. Il dramma sullo sviluppo economico della nostra regione emerge nettamente dall’insostenibile tartassamento perpetrato a danno delle povere imprese sarde, già penalizzate da mille altre difficoltà, con una estorsione complessiva aggiuntiva di 260 milioni di euro per l’IRAP dovuta nei prossimi tre anni . Questo significa che la Giunta Pigliaru dal 2015 al 2016 ha ottenuto un vero “guinness dei primati”, difficilmente eguagliabile : l’aumento dell’IRAP a carico delle imprese sarde nella misura del 77%, un gettito complessivo che da 322 milioni di euro nel 2014  che passa infatti a 571 milioni nel 2016».

Insomma, un disastro per la Sardegna. Il piano di rientro della Sanità era solo un grande bluff e nessun buco della Sanità, in realtà, viene coperto, anzi la spesa sanitaria tende a crescere nei prossimi tre esercizi e il buco si allarga – proseguono i Riformatori – le maggiori entrate, richieste ai poveri contribuenti sardi, come regalo del trascorso Natale con l’approvazione della legge regionale n.34, del 23.12.2015, sarebbero dovute essere, così come solennemente veniva dichiarato, pari  a 140 milioni di euro, così distinte: per oltre 100 milioni derivanti dalle nuove aliquote sull’addizionale IRPEF; per  circa 40 milioni derivanti dalla cancellazione dello sgravio del 25% delle aliquote IRAP vigenti. Niente di più errato; le previste maggiori entrate non hanno alcun riscontro con il documento di  Bilancio 2016 e anzi le cifre poste nell’Allegato Tecnico al Bilancio per gli anni 2016-2018 dimostrano che, come denunciavamo,  non solo non  hanno saputo fare I conti  ma rivelano la scellerata operazione di  massacro pensata e organizzata ai danni delle povere imprese sarde».
Così, proseguono i Riformatori, «scopriamo che la previsione di maggiore entrata per l’addizionale IRPEF è di soli 29 milioni di euro (ben sapendo che in realtà saranno poco meno di 20  milioni di euro)  mentre la maggiore entrata per l’IRAP è di 84 milioni di euro per il 2016, 87,3 e 90,6 milioni di euro nelle due annualità successive. Insomma una vera annunciata tragedia che si accompagna ad una confusione al limite della schizofrenia contabile.  Il dramma sullo sviluppo economico della nostra regione emerge nettamente dall’insostenibile tartassamento perpetrato a danno delle povere imprese sarde, già penalizzate da mille altre difficoltà, con una estorsione complessiva aggiuntiva di 260 milioni di euro per l’IRAP dovuta nei prossimi tre anni . Questo significa che la Giunta Pigliaru dal 2015 al 2016 ha ottenuto un vero “guinness dei primati”, difficilmente eguagliabile  : l’aumento dell’IRAP a carico delle imprese sarde nella misura del 77%, un gettito complessivo che da 322 milioni di euro nel 2014  che passa infatti a 571 milioni nel 2016».

L’Assessore Paci, dicono i Riformatori, «nonostante l’evidente prova del proprio dilettantismo programmatorio-contabile, continua ad affermare che “occorre obbligatoriamente chiedere un sacrificio ai sardi”,  mettendo così pesantemente le mani nelle loro tasche. Imprese e cittadini  la cui unica colpa è quella di avere degli amministratori regionali incapaci di tagliare realmente le spese della sanità, di ridurre gli sprechi  e allo stesso tempo contraddicendo se stessi con l’ulteriore contrazione di mutui, debiti che rendono ancora più difficile il pareggio di bilancio».  

Ma, «la madre di tutti i mali di questa Giunta resta quella che i Riformatori Sardi, fin dal primo momento avevano tracciato in tempi ancora non sospetti,  con la presentazione nel 2008 di una proposta di legge sulle accise : la mancata rivendicazione da parte di Pigliaru e della sua Giunta di un grande diritto di tutti i sardi di avere il riconoscimento della compartecipazione sulle accise gravanti non solo sui prodotti petroliferi  consumati in Sardegna ma più in generale su quelli prodotti nella nostra Regione, così come stabilisce il nostro statuto. Una battaglia che, è bene ricordare, fu condivisa e approvata all’unanimità dalla Commissione Bilancio prima e dal Consiglio Regionale dopo con l’approvazione della finanziaria 2013. Voto unanime che costituiva un momento storico esaltante dell’autonomia sarda ma che fu vanificato , incomprensibilmente,  dalla  Giunta Pigliaru., che non solo non rivendicò il credito vantato dalla nostra Regione nei confronti dello Stato, ma scelse inopinatamente di rinunciare a qualsiasi confronto mortificando il nostro statuto. Ora, a distanza di appena due anni, ci si rende conto del grande errore politico che pesa su questa Giunta, come un peccato originale, e certo non avremmo avuto grandi problemi a coprire il buco della sanità e tutti gli altri buchi di questa maggioranza».

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