– Il ballo come forma di socializzazione, ma anche di alternativa allo sport, e, quindi, di modifica dello stile di vita, verso un regime più sano e salutare, incentrato nel benessere fisico e psicologico. Sono questi gli obiettivi che si sono posti i 35 partecipanti al progetto “Ballo di gruppo all’Unitrè” portato avanti dal Servizio di Diabetologia della Asl di Olbia, in collaborazione con le associazioni JANASDIA e ADMS, e la collaborazione dell’Università delle Tre età di Olbia
“Il ballo di gruppo deve essere inteso come attività socializzante e ludica che si propone in alternativa ad altre forme di attività fisica, con la differenza che si facilitano le relazioni interpersonali, si entra in contatto con le proprie emozioni positive che innalzano il tono dell’umore”, spiega il direttore del servizio di Diabetlogia, Giancarlo Tonolo.
Il progetto, avviato nell’autunno e conclusosi alcuni giorni fa con il saggio finale, ha potuto contare sulla professionalità del maestro di ballo Francesco Decandia, sul coinvolgimento diretto dei medici e, soprattutto, degli infermieri del Servizio di Diabetologia aziendale che da ottobre 2015 a maggio 2016, per due volte la settimana, hanno tenuto le lezioni nella sede dell’Unitrè. Percorso che negli scorsi giorni si è chiuso con il saggio finale.
Il ballo, all’interno di un percorso terapeutico, è uno strumento utile per molteplici aspetti: aiuta a superare gli ostacoli che limitano l’accettazione della patologia; migliora l’adesione al trattamento; allena la mente grazie all’attività mnemonica nell’esercitarsi nei vari passi e stili di danza; fa bene al corpo in quanto attività fisica; diverte in quanto attività ludica; aiuta a socializzare ed a farsi nuove amicizie; motiva ad assumere uno stile di vita sano.
“Il progetto del ballo assume notevole importanza nel settore diabetologico proprio in relazione a questo tipo di patologia, che richiede interventi che devono superare il semplice rapporto ambulatoriale: è necessario un cambiamento dello stile di vita quindi occorre un impegno speciale che coinvolga tempo, tipo di attività, coinvolgimento personale e dei familiari. Se poi si riesce a legare attività salutogene e divertimento in gruppo, il risultato è salvaguardato”, aggiunge Tonolo, che visti i risultati raggiunti quest’anno, riproporrà anche in futuro il progetto, rivolto ai pazienti seguiti dal Servizio di Diabetologia della Asl gallurese.
“Il ballo viene equiparato, per il suo impegno fisico, ad altre attività sportive; non solo tonifica la muscolatura, aumenta la capacità cardio-respiratoria e brucia calorie, ma può prevenire e curare diverse patologie: per esempio riduce il rischio di Alzheimer, aumenta la densità ossea, puo’ essere considerato un vero e proprio “salva cuore”, in grado di portare, se praticato con regolarità, maggiori benefici della cyclette o della ginnastica aerobica, migliora l’autonomia e la qualità di vita delle persone anziane, aumentandone forza, agilità, equilibrio e stabilità emotiva, agisce positivamente sul malessere psicosomatico tanto diffuso nell’età adolescenziale”. Dall’esperimento di quest’anno i diabetologi hanno registrato buoni risultati anche tra i pazienti diabetici obesi, tra i quali si è riscontrato: una buon livello di motivazione, perdita di peso, riduzione della circonferenza vita, diminuzione dell’insulino-resistenza, miglioramento dell’emoglobina glicosilata, maggiore consapevolezza nell’autocontrollo glicemico, miglioramento del tono dell’umore, “quindi migliore qualità della vita”. A questi risultati si deve aggiungere, inoltre, “una riduzione della terapia farmacologica necessaria per tenere sotto controllo il diabete, con un miglioramento del compenso glicometabolico”, conclude lo specialista.