giovedì 15 settembre 2011

Continuano le operazioni di soccorso a Lampedusa . La VII squadriglia della Guardia Costiera, già presente in loco, è stata potenziata con l’invio del primo equipaggio di antimigrazione della Direzione Marittima del Nord Sardegna composto dai militari: Capo  Carlo Marrosu originario di Benetutti; Secondo  Capo  Fabio Lai di La Maddalena; S. Capo Demuro Roberto di Porto Torres; Sergente  Vincenzo Serra di Porto Torres , tutti  che prestano servizio  presso la capitaneria  di porto  di OIbia e che sono stati chiamati “  gli anciulli sardi “ . I  componenti della motovedetta  dopo aver raggiunto Lampedusa   si  sono dedicati ai soccorsi  di quelle persone che stanno scappando dal loro territorio e che in ogni modo  vogliono raggiungere l’Italia . Nell’ultimo intervento  ci  sono state  grosse difficoltà


al momento dell’affiancamento hanno  iniziato le delicate operazioni di trasbordo, alcune persone prese dalla disperazione si sono materialmente lanciate sulla motovedetta della Guardia Costiera, solo la tempestiva presa dei militari ha fatto in modo che non cadessero a mare con il rischio di conseguenze nefaste.
Dopo aver imbarcato i primi migranti, gli uomini della guardia costiera hanno iniziato a valutare l’incolumità delle persone soccorse, la situazione era agghiacciante, mutilati di guerra senza gambe, dita della mano, donne in cinte, bambini e neonati, un caso umano senza precedenti.
L’elevato numero delle persone da soccorrere non ha permesso di imbarcare tutti nello stesso momento, per tanto  i membri dell’equipaggio sardo sono saltati a bordo del barcone e dopo un controllo sull’apparato motore, hanno salvato le ultime persone rimaste prendendo il comando e conducendolo sino al porto di Lampedusa scortati e sotto il vigile controllo dalla motovedetta SAR.
Le operazioni si sono protratte per più di 7 ore, verso le 20:45 la M/V CP 305 ha raggiunto il porto dove ad attenderli vi erano i colleghi per dare assistenza agli ormeggi, numerose ambulanze, medici, infermieri civili e del Corpo Italiano del Sacro Ordine di Malta.  I ragazzi per


accedere a questo tipo di missioni non hanno  vie preferenziali. Oltre all’impegno e alla dedizione necessarie, infatti, bisogna essere altamente qualificati ognuno nella propria categoria e specializzazione . Inoltre sono necessari i requisiti fisici, preparazione atletica e molto altro, caratteristiche che possono variano a seconda del corpo di appartenenza.
La scelta dei militari inviati dalla Capitaneria di Porto, pertanto, è accurata e precisa da parte del Comando Generale.

I turni di guardia durante la missione sono strettissimi, oltre le 80h settimanali, a testimonianza della delicatezza della situazione.
Oltre i pattugliamenti ordinari è un susseguirsi di esercitazioni e simulazioni di soccorso, al fine di esser sempre pronti e sempre più preparati ad ogni tipo di situazione con un solo obiettivo: salvare vite umane in mare.
L’eccezionale attività dell’equipaggio sardo svolta con autentico spirito missionario e grande competenza professionale, rappresenta un cospicuo patrimonio di immagine positiva per la Regione Sardegna ed il corpo di appartenenza.
Il coraggioso spirito di questi uomini, lontani da casa e dagli affetti, che ogni giorno rischiano la propria vita in mare per salvare quella degli altri, rappresenta per la nostra popolazione un’autentica speranza per un futuro migliore.Peone


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