sabato 24 gennaio 2015

UN MASTER PLAN PER I MERCATI CIVICI: FOLLA AL MERCATO DI SAN BENEDETTO PER LA MANIFESTAZIONE FACCIAMO LA SPESA AL MERCATO

UN MASTER PLAN PER I MERCATI CIVICI: FOLLA AL MERCATO DI SAN BENEDETTO PER LA MANIFESTAZIONE FACCIAMO LA SPESA AL MERCATO

Più attenzione ai mercati civici, anzi un vero e proprio master plan per dei luoghi che rappresentano la storia gastronomica di Cagliari. È quanto chiedono la coordinatrice cittadina dei Riformatori sardi di Cagliari, Noemi Migliavacca, è il consigliere comunale dei Riformatori, Giorgio Angius, che questa mattina hanno promosso la manifestazione "Facciamo la spesa" che ha visto coinvolti un centinaio di militanti del partito, che si sono riversati all'interno del mercato di San Benedetto per dare solidarietà agli operatori del mercato e facendo la spesa. Sul tema Giorgio Angius ha anche presentato un'interrogazione al sindaco.
" La manifestazione “Facciamo la spesa al mercato” - spiega Noemi Migliavacca - pone l'attenzione sul problema dei mercati civici (la seconda azienda cittadina dopo l'ente lirico) e quindi del settore alimentare, anche se questi fanno parte del più ampio e complesso mondo del commercio al dettaglio, per il quale, assieme al Centro Studi, abbiamo già proposto un piano di incentivazione nel dicembre 2014. L’Amministrazione comunale si è distinta per aver chiuso per lavori alcune strade del centro commerciale cittadino (via Garibaldi, via Sassari, parte di largo C.Felice), riuscendo là dove neanche Equitalia e le tasse statali erano riuscite, come si legge nel cartello esposto nei giorni scorsi in via Sassari da un’ortolana; cosa pensano di fare? dobbiamo ancora aspettare sino a che il bubbone scoppierà?"

La manifestazione “Facciamo la spesa al mercato” si concentra sul problema dei mercati civici e quindi del settore alimentare, anche se questi fanno parte del più ampio e complesso mondo del commercio al dettaglio, per il quale, assieme al Centro Studi, abbiamo già proposto un piano di incentivazione nel novembre 2014.
Vorremmo porre l’attenzione sul problema prima che sia troppo tardi.
Conosciamo tutti l’importanza di un’istituzione antica come il mercato e la situazione dei mercati civici di Cagliari è preoccupante, anzi molto preoccupante, tanto che sta portando al loro svuotamento.

Cagliari ha 5 mercati cittadini:
S. Benedetto: il principale per numero di addetti e di clienti
S.Elia : mezzo vuoto, con molti box inutilizzati
via Santa Chiara: piccolo e disagevole; 6 box attivi su 15, in via di chiusura
via Quirra: circa 80 box; alcuni già chiusi, molti in ritardo nel pagamento del canone di mesi nei confronti del Comune
Is Bingias Pirri: nella stessa situazione di via Quirra

Cosa sono i mercati cittadini e quali funzioni assolvono?
Nel sito del Comune troviamo scritto:
“I Mercati della Città di Cagliari, sono strutture per lo più coperte, destinate ad assicurare un adeguato e costante rifornimento delle derrate alimentari più comuni, specialmente di quelle di consumo giornaliero, facendo si che sia facilitata la scelta da parte dei cittadini e degli operatori commerciali del territorio. "L'Azienda Mercati", con i suoi 600 operatori ha un fatturato annuo di oltre 50 milioni di Euro.”

Ed all’art.1 del REGOLAMENTO DEI MERCATI CIVICI AL DETTAGLIO (Approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n° 63 del 03/08/2010), leggiamo:
Art. 1 Obiettivo dei mercati
I mercati civici al dettaglio sono istituiti dal Comune di Cagliari allo scopo di assicurare alla città un adeguato e costante rifornimento commerciale con la funzione di completamento del sistema distributivo e di determinazione dei prezzi più convenienti per i cittadini, oltre che di garanzia della qualità del prodotto. 
Ci sono due ordini di problemi strettamente connessi; cioè le classiche voci di bilancio: entrate ed uscite o, se volete, ricavi e spese.
Il Comune incassa dagli operatori il canone di concessione e la tassa sui rifiuti; nello stesso tempo sostiene i costi per le bollette (telefoniche, elettriche, idriche), e per gli ammortamenti e spende per la pulizia dei locali, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ed alcuni costi del personale.
Sappiamo che la sofferenza dei mercati civici è iniziata con l’aumento della grande distribuzione; supermercati e discount hanno nel corso degli anni eroso sempre più la clientela del mercato, ma da qualche tempo si è aggiunto un nuovo problema: l’aumento del fenomeno dell’abusivismo, dovuto principalmente ad una crisi economica senza precedenti alla quale si sovrappone una burocrazia esagerata, fa sì che camioncini e treruote cariche di frutta ed ortaggi sostino in ogni angolo della città. 
Alcuni operatori si stanno arrendendo e stanno chiudendo, o talvolta si trasformano in abusivi essi stessi, alimentando un circolo vizioso che è causa del disagio creatosi e che sta portando ad un vero problema sociale: una guerra tra poveri. 
Un operatore del mercato civico deve pagare una quota per il box, deve essere in regola con le norme sanitarie, deve avere un registratore di cassa, fare gli scontrini e tenere la contabilità fiscale, provare e garantire la provenienza della merce in vendita, e così via…. 
Gli introiti degli operatori dei mercati, giustamente regolari dal punto di vista fiscale e sanitario, che sopportano tante spese per mantenersi tali, si sono ridotti gradualmente dall’inizio del fenomeno, anche a causa della situazione generale di crisi economica, ma attualmente ha raggiunto un livello non più sostenibile. 
Uno dei risultati di questa situazione, ed alcuni di loro già l’hanno fatto, è che chiudono il box, lasciando un insoluto nei confronti del Comune anche di alcune migliaia di euro, e talvolta si riversano nella strada vendendo la stessa merce totalmente “in nero”, in pratica passando, costretti, dall’altra parte della barricata e facendo così concorrenza ai “colleghi”; questi, i “superstiti regolari”, non si vorrebbero arrendere, ma stanno perdendo le speranze. 
Da un lato il Comune perde gli introiti degli affitti dei box e fa finta di non vedere perché non si adopera con sufficiente impegno per impedire il proliferare degli abusivi; dall’altro c’è una giusta e cristiana solidarietà nei confronti di chi (anche se non sono tutti perché c’è chi approfitta della situazione) si vede “costretto ad essere abusivo”. 
È un gatto che si morde la coda: anche in questo caso una regolamentazione più snella favorirebbe tutti; certo, l’ideale sarebbe che anche il consumatore avesse interesse ad avere lo scontrino, che potesse scaricare i costi della spesa; ma questo è un altro discorso…. 
Alla questione prettamente economica e fiscale però, e non è meno importante, si affianca un altro problema, la garanzia della qualità dei prodotti; la merce, soprattutto verdura, frutta, carni e pesci, esposte all’aperto non garantiscono l’acquisto di noi consumatori. 
Gli operatori regolari acquistano la merce all’ingrosso e sono tenuti a certificare la provenienza. Al mercato abbiamo garanzie sulla qualità, la conservazione e l’igiene dei prodotti che acquistiamo. 
Se siamo di fronte ad una “concorrenza sleale” allora non si tratta più di comprensione nei confronti di tanti che hanno bisogno, perché, come abbiamo detto già, questo comportamento sta portando allo svuotamento dei mercati civici e di conseguenza ad un maggiore onere per tutti, perché la morte dei mercati civici è una sconfitta per tutta la cittadinanza; perché alla fine l’Amministrazione Comunale è costretta a far quadrare i conti e coprire i buchi del bilancio. 
Far funzionare i cinque mercati cittadini costa al Comune di Cagliari più di 1 milione e mezzo di euro, sommando i costi per bollette telefoniche, elettriche, idriche, ammortamenti ma anche le spese per la pulizia dei locali, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ed alcuni costi del personale. I ricavi, ovvero ciò che entra al Comune da ogni singolo mercato, sono costituiti praticamente dal solo pagamento del canone di concessione da parte degli operatori.
Allora come fare?
Il primo suggerimento che viene spontaneo è favorire l’occupazione dei box rimasti ormai vuoti all’interno dei mercati, e quindi anche la “regolarizzazione” degli abusivi; si può agevolare l’occupazione dei box abbassando i canoni di concessione: ognuno pagherebbe meno ma il numero di operatori crescerebbe e, quindi, il ricavo totale aumenterebbe; oppure rilasciando delle licenze per commercio itinerante, in osservanza alle norme di settore (registratore di cassa, formazione degli ambulanti, ecc.).  
Un altro piccolo passo da fare è far rispettare la legge negli immediati dintorni dei mercati: il Sindaco, in quanto Capo dei Vigili Urbani, faccia intensificare i controlli almeno nel raggio di 500 metri. 
Non dimentichiamo infatti che, dal canto loro, quelli che stazionano a distanza dai mercati civici rendono in qualche modo un servizio alla popolazione soprattutto quella anziana o comunque “a mobilità ridotta” anche temporanea (donne incinte o con passeggini, per esempio); difatti questo genere di commercio urbano è sempre stato tollerato. 


In calce l'interrogazione del consigliere Giorgio Angius


Comune di Cagliari
Interrogazione al Sindaco ed agli Assessori competenti
Il sottoscritto Consigliere Comunale chiede di conoscere:
- quanti box nei Mercati Civici della città risultino al momento inutilizzati e per quale motivo;
- se i box che risultano inutilizzati siano effettivamente nella disponibilità dell'Amministrazione ed eventualmente quali azioni siano in corso per il completamento delle strutture;
- se tali azioni prevedano una politica di assorbimento dei commercianti irregolari, la cui attività si manifesta spesso nei pressi dei Mercati Civici, innescando inevitabili conflitti con gli operatori regolari;
- se i canoni applicati agli operatori siano in linea con quanto avviene nei Mercati Civici delle altre città italiane, paragonabili per dimensioni e livello economico a Cagliari;
- se per il futuro l'Amministrazione Comunale preveda il mantenimento delle strutture esistenti ed azioni di miglioramento delle generali condizioni di fruizione a vantaggio degli operatori e dei clienti;
- se siano previste azioni di potenziamento del servizio di Trasporto Pubblico Locale per consentire un rapido accesso ai mercati e minime dotazioni dei mezzi in aiuto a chi fa la spesa (spazi per i carrellini, passeggini, ganci per le buste etc);
- se l'Amministrazione non ritenga opportuno inserire alcuni Mercati Civici all'interno di percorsi da suggerire ai turistici, caratterizzando l'offerta degli stessi;
- se non ritenga opportuno caratterizzare tale offerta con prodotti tipicamente sardi, valutando in accordo con gli operatori strategie di marketing in cui da una parte l'esercente si impegni a proporre tali prodotti all'interno dei propri spazi e l'Amministrazione dall'altra si occupi della promozione.
Giorgio Angius Riformatori Sardi

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