Pino Daniele se n’è andato in punta di piedi per un infarto, con tanti progetti musicali ancora da realizzare e una carriera quasi quarantennale. Una carriera straordinaria quella del cantante napoletano, costellata da
grandi successi internazionali che l’hanno portato ad esibirsi in giro per l’Europa e l’America. Pino Daniele è stato l’unico capace di dare una connotazione da intellettuale di sinistra alla musica partenopea, che proprio grazie a lui è stata liberata dal classico cliché neomelodico e per certi versi è stata affrancata dallo
status di musica dei vicoli, gli stessi in cui da ragazzino tentava i primi approcci con la musica. Anche l’isola di La Maddalena ricorda i successi di Pino Daniele, quando nella cornice di Piazza Comando propose i
suoi brani più famosi in occasione del Capodanno 2010. Furono centinaia i maddalenini di tutte le età che,
nonostante la pioggia e il freddo, applaudirono straordinari capolavori in napoletano come ‘Napul’è’, ‘Quanno chiove’ ‘Na tazzulella e caffè’ ‘Maronna mia’, ‘Je so pazzo’e poi classici del suo repertorio in
italiano come ‘Un uomo in blues’. Un concerto molto intenso quello che Pino Daniele propose al pubblico maddalenino, dove il ritmo incalzante di pezzi come ‘Yes I know my way’ lasciò il posto a brani più intimisti come ‘Quando’. Un repertorio mai scontato quello di Pino Daniele, uno dei pochi artisti capaci di spaziare dal soul al blues alle contaminazioni jazz, uno dei pochi musicisti autodidatti che ha anche avuto l’onore di esibirsi e collaborare con grandi star della musica internazionale del calibro di Eric Clapton e Pat Metheni e di scrivere la colonna sonora per ‘Pensavo fosse amore e invece era un calesse’ di Massimo
Troisi. Napoli oggi è la voce di Pino Daniele, che con un timbro unico nel suo genere denunciava il degrado
ma allo stesso tempo l’amore per la sua terra. Un sentimento puro che oggi la sua terra gli dedica e che l’isola di La Maddalena vuole ricordare ripercorrendo con la memoria le emozioni di quel concerto di
Capodanno. Peone
