venerdì 28 luglio 2017

IL LIBRO DI MANLIO

Un folto pubblico ha presenziato alla presentazione del libro “Manlio” , ultimo romanzo scritto da Giuseppe Garibaldi , svoltasi presso il compendio Garibaldino di Caprera -La pubblicazione edita dall’editore maddalenino Paolo Sorba, promotore di una già copiosa collana garibaldina, ha avuto il patrocinio dell’associazione nazionale veterani e reduci Garibaldini, la cui presidente nazionale Annita Garibaldi Jallet, pronipote dell’eroe, ne ha curato un ampia e approfondita prefazione.La manifestazione, svoltasi nel vasto cortile di casa Garibaldi, sotto il pino di Clelia ultima figlia del generale, patrocinata dal polo museale della Sardegna la cui direttrice Giovanna Damiani ha autorizzato e condiviso l’evento e quindi dal comune di La Maddalena nel 250mo della comunità maddalenina, del quale ha portato il saluto il delegat Alberto Mureddu. Subito dopo si sono svolti gli interventi illustrativi di Giuseppe Zichi, presidente comitato di Sassari dell’istituto per la storia del risorgimento e di Federica Falchi, docente dell’università di Cagliari, presidente della sezione garibaldina del capoluogo, docenti ricercatori ed autori di vari testi sul risorgimento, da Garibaldi a Mazzini ed altri.Nel corso delle relazioni, sono stati recitati alcuni passi del romanzo autobiografico di Garibaldi, ad opera di Francesca Falchi, interprete teatrale sarda.Il manoscritto, ultimo dei tre romanzi scritti dell’Eroe dei Due Mondi, rimasto inedito per più di cento anni  e pubblicato per la prima volta nel Centenario della sua morte nel 1982,  è un testo da lui scritto per il suo ultimo figlio Manlio, nato a Caprera nel 1873,  che trascorre un infanzia con l’anziano padre negli ultimi suoi anni di vita.E’ un testo commovente e toccante, una sorta di testamento di una vita, che merita una lettura attenta, per lo stile, le parole e  l’antico vocabolario marinaresco.All’evento ha presenziato l’autrice dell’introduzione alla nuova edizione del romanzo, Annita Garibaldi Jallet, che ha altresì concluso la presentazione del libro con un suo intervento evidenziando come nelle pagine del romanzo emergano quei valori fondamentali come la giustizia verso i popoli oppressi, il ripudio della guerra quale strumento di risoluzione delle controversie, come recita altresì la nostra Costituzione, la difesa di una razza ed identità italica, la cui  gioventù da secoli negativamente influenzata dall’insegnamento dei preti, un testo che alla fine evidenzia la vocazione di un Garibaldi più scrittore della storia che vero e proprio romanziere.

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