. “Soru sbaglia: il problema della continuità territoriale è che ci sono pochi voli, non che nei periodi di bassa stagione anche i non residenti abbiano i biglietti scontati. Anzi, questo è certamente è uno dei modi principali per allungare la stagione turistica”. Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.
“L'obiettivo – ribadisce Cossa - è non solo far pagare meno i sardi, ma far crescere il turismo in Sardegna, sfruttando anche i periodi di bassa stagione. Togliere le tariffe agevolate ai non residenti danneggia la nostra economia. Occorre favorire l'accessibilità della Sardegna, non scoraggiarla”.
Del resto, dice ancora Cossa, “lo Stato non ci ha fatto un regalo mollando alla Sardegna gli oneri della continuità territoriale: questo è un problema che non riguarda i sardi, ma l'intera comunità nazionale.
La Francia per garantire la continuità territoriale aerea e marittima della Corsica (meno di 400mila abitanti) investe quasi 130 milioni di euro l'anno. La Sardegna, quattro volte gli abitanti della Corsica, per la continuità aerea ne spende meno di 50”.
La Francia per garantire la continuità territoriale aerea e marittima della Corsica (meno di 400mila abitanti) investe quasi 130 milioni di euro l'anno. La Sardegna, quattro volte gli abitanti della Corsica, per la continuità aerea ne spende meno di 50”.
Secondo i Riformatori sardi, “il modello di continuità aerea non deve limitarsi, a differenza di quanto sostiene Soru, a garantire prezzi bassi ai residenti, ma deve diventare la molla della nostra economia, favorendo la possibilità di venire in Sardegna, non solo quella di uscire, tanto più se il nostro obiettivo è quello dell'allungamento della stagione turistica. Occorre favorire il turismo nei periodi di bassa stagione, non costringere i non residenti a pagare tariffe stellari per poter venire in Sardegna. Inoltre è un grave errore è affidare le rotte ad un unico gestore, determinando un monopolio che si traduce nel legare l'accessibilità della Sardegna alle vicende di un unico vettore .
E non si può parlare di affrontare il problema della continuità attraverso i low cost, prosegue Cossa, “per il semplice motivo che essi non offrono alcuna garanzia né nel prezzo (estremamente variabile) né di continuità del servizio (viaggiano solo quando conviene loro). Alla base però c'è un errore nel l'impostazione, cioè attraverso una gara che affida le rotte ad un singolo gestire. Occorre al contrario procedere con la richiesta ai vettori di manifestazioni di interesse: quelli che sono interessati partecipano e si coordinano tra loro (con la regia della regione) per garantire ai passeggeri quantità, qualità del servizio e una tariffa bassa. La Regione non paga a pioggia, ma attraverso meccanismi premiali, che stimolino il miglioramento della qualità del servizio”.
Secondo Cossa, “questo modello, con una spesa complessiva di non più di 70 milioni di euro, si può applicare sia alla CT1 che alla CT2. Deiana parla di continuità con le capitali europee, che però sono tutte già servite da vettori low cost. Al contrario di aree del continente con le quali la Sardegna non è collegata per nulla. Basterebbero rotte per Verona, Bologna e Napoli per dare ai sardi un'offerta adeguata.
Secondo Cossa, “questo modello, con una spesa complessiva di non più di 70 milioni di euro, si può applicare sia alla CT1 che alla CT2. Deiana parla di continuità con le capitali europee, che però sono tutte già servite da vettori low cost. Al contrario di aree del continente con le quali la Sardegna non è collegata per nulla. Basterebbero rotte per Verona, Bologna e Napoli per dare ai sardi un'offerta adeguata.
