venerdì 26 giugno 2015

ENTI LOCALI: ERRIU A LANUSEI, “PRESTO UNA LEGGE DI RIFORMA CONDIVISA. DOBBIAMO PUNTARE CON DECISIONE SU UNIONI DEI COMUNI”

 - “Se i numeri non ingannano, il 60% del Pil dell’Ogliastra deriva dalla pubblica amministrazione. Ciò significa che il restante 40% è prodotto dal lavoro di chi è chiamato a pagare quella quota di prodotto interno lordo. Una situazione che fotografa molto bene ciò che sta accadendo in Sardegna. Dobbiamo tenerla bene a mente nel delineare la riforma degli enti locali e gestire la grave situazione finanziaria in cui versano le autonomie locali sarde. Dobbiamo puntare con decisione sulle Unioni dei Comuni. Dobbiamo crederci e fare un investimento forte”. Lo ha detto l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, intervenendo al convegno che si è tenuto questa mattina a Lanusei dal titolo “L’Ogliastra tra riforma enti locali e scenari di crescita”, organizzato dalla Confindustria della Sardegna centrale. “Quando sento dire che i Sardi hanno votato il referendum del 2012 abrogativo delle Province regionali sulla base di una spinta emotiva, resto molto perplesso – ha sottolineato l’assessore Erriu – Sono convinto che gli elettori non siano degli sprovveduti. Dobbiamo ancora una volta impegnarci a capire perché i Sardi si sono espressi così. Da anni stiamo facendo un percorso complesso, ma oggi siamo chiamati a fare questa riforma nel modo più giusto e corretto, valutando da una parte le funzioni degli enti locali e, dall’altra, il futuro quadro costituzionale che verrà a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione”. “Ormai – ha detto Erriu – la strada è tracciata. Non ci saranno più livelli istituzionali di tipo intermedio ad elezione diretta tra Regione e Comuni, cioè non vi sarà più una rappresentanza politica direttamente eletta dai cittadini. Continuare a ragionare diversamente, ha poco senso. Ci sono precisi pronunciamenti anche della Corte Costituzionale. Prendiamone atto e guardiamo a un nuovo scenario, quello che per esempio rafforza le Unioni dei Comuni (come prefigurato dal Ddl costituzionale Renzi-Boschi). Al termine del percorso avremo un quadro più semplice fatto di Comuni, loro forme associative e Regione: fino ad allora non possiamo non considerare i limiti di confine in cui siamo obbligati ad operare. I confini delle quattro Province storiche possono apparire un abito troppo largo o troppo stretto, ma saremo costretti ad indossarlo sino all’approvazione della riforma del titolo V della Costituzione o dell’art. 43 dello Statuto sardo. L’individuazione delle funzioni fondamentali degli enti locali sono di competenza statale: la Regione può soltanto delegare agli enti locali parte delle proprie competenze. Il nostro compito è quello di realizzare una riforma dell’ordinamento delle autonomie locali orientata al risparmio e all’efficienza”.

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