: l’accordo Regione-governo costerà alla Sardegna almeno 300 milioni di euro l’anno
. “Nelle scorse settimane il Presidente Pigliaru e l’Assessore Paci sono tornati molto soddisfatti da Roma, reduci dall’incontro con il Governo da cui avrebbero ottenuto ( a loro dire) concessioni che definire storiche sembrerebbe estremamente riduttivo.
A parte la sistemazione temporanea per il 2014, la vera conquista sarebbe il pareggio di bilancio ottenuto dal 2015 in poi che – in parole semplici - vuol dire che la Regione potrà spendere tutto quello che incasserà con l’unica condizione di mantenere il pareggio di bilancio e, non secondario, al netto di un massiccio accantonamento( di circa 600 milioni) posto a carico della Regione dalla normativa vigente.
Comunque niente più patto di stabilità, spesa libera dei nostri soldi, a prima vista davvero un trionfo della Giunta che parla di disponibilità aggiuntive di circa 1.2 miliardi.
A noi che il Governo, in questa situazione difficilissimo della finanza pubblica, fosse diventato improvvisamente così prodigo verso la Sardegna è sembrato un po’ strano ma esaminando bene l’accordo firmato da Pigliaru ci siamo resi conto che le cose non stavano esattamente come apparivano.
In poche parole, non ci sarà davvero alcuna capacità di nuova spesa”. Lo hanno detto e dimostrato conti alla mano il coordinatore del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni, assieme a Alessandra Onni e Roberta Pischedda dei Giovani Riformatori sardi e componenti del Centro Studi, questa mattina in una conferenza stampa nella sede regionale del partito in via Firenze 20 a Cagliari.
2014
Cominciamo dal 2014, anno nel quale il Governo concede alla Sardegna un livello di spesa (c.d. euro compatibile) pari a 2696 milioni (al netto della sanità, della spesa relativa a finanziamenti della UE e della spesa di ammortamento dei mutui,etc).
Il limite degli impegni non è più previsto dalla legge e non è previsto neppure nell’accordo dove però è stato concordato, senza alcuna contropartita per la Sardegna, un sottolimite per gli impegni correnti che non potranno superare l’ammontare più basso registrato negli ultimi tre anni.
Per essere chiari, perché sennò si rischia di non crederci, la legge non prevedeva alcun tetto per quest’anno ma Paci se lo è messo da solo e ora il risultato è che per gli impegni correnti in teoria può spendere più di quello che può impegnare !!!
Cosa era successo invece nel 2013, senza alcun accordo con lo Stato ?
La Giunta Cappellacci aveva approvato una finanziaria che prevedeva un livello sia di cassa sia di competenza pari a 2513 milioni, ma, in più, aveva messo la quota del Fondo Unico dei Comuni e Province (circa 500 milioni) fuori patto, forzando un po’ la situazione ma comunque l’aveva fatto e gli aveva dato corso. Poi aveva considerato questo ampliamento di spazi finanziari come un anticipazione (permanente) di 500 milioni dei 1.200 richiesti allo Stato.
Da notare che lo Stato non ha mai impugnato la norma regionale che ha messo fuori patto il fondo unico.
Non solo non le ha impugnate il Governo ma neppure la Corte dei Conti come invece avrebbe potuto e dovuto se le avesse ritenute incostituzionali, come fece ad esempio nel caso delle “entrate future” del 2007.
Tuttavia, con un atteggiamento che definire prono è un eufemismo, la Giunta si è addirittura impegnata con il Governo a cancellare retroattivamente la norma !
In sintesi, nel 2014 la capacità di spesa regionale anziché passare dai circa 3000 milioni ( tra autorizzati e non, ma comunque reali) ai 3.700 milioni promessi dalla nuova Giunta (hanno parlato più volte di1200 milioni in più !!), dopo il “trionfale” accordo Paci-Padoan è stata invece abbassata a meno di 2.700 milioni.
Sempre al netto di sanità,mutui, ammortamenti,partite di giro etc)
2015
E veniamo ora al 2015 che, coinvolgendo anche gli anni successivi, dovrebbe rappresentare la straordinarietà di questo tanto pubblicizzato accordo: da quest’ anno infatti niente più patti di stabilità, Regione Sardegna è libera di spendere tutte le sue risorse con l’unico limite del pareggio di bilancio.
Una vera rivoluzione.
Se andiamo a vedere i conti però, anche in questo caso c’è una sorpresa non piacevole, per i sardi s’intende, ma che per il Governo va benissimo.
Il livello delle entrate fiscali ( titolo I ) è stato di 6.587 milioni nel 2013, ma nella Legge Finanziaria per il 2014, valutando correttamente la probabile riduzione del PIL e della parallela riduzione delle imposte pagate dai cittadini e dalle imprese, è stato previsto un livello di entrate di poco inferiore ai 6 milardi.
Non bisogna aspettare il 2015 per capire che le nostre risorse si ridurranno drasticamente , visto che già ad agosto del 2014 gli accertamenti sono inferiori di oltre 500 milioni alle previsionio.
Ma a causa del disastroso andamento dell’economia, e (temo) anche per le clausole sottoscritte con l’accordo, a fine anno il calo delle entrate è probabile che sia anche superiore.
Inoltre è bene ricordare che, sulla base dei pronunciamenti della Corte Costituzionale, nel bilancio regionale sono iscritte risorse che il MEF tuttora contesta e poiché nell’accordo Paci Padoan da un lato non è stata prevista alcuna clausola di salvaguardia per la Regione e dall’altro è stata sottoscritta una rinuncia ai ricorsi e agli eventuali pronunciamenti favorevoli futuri, è facile capire come tutto questo non solo metta a rischio le posizioni già conquistate, ma ci privi inoltre del più importante strumento di pressione, rafforzando le pretese del MEF che ben conosciamo dal passato.
Quindi è pur vero che dal 2015 non si applicheranno più le regole del patto (scompariranno tra l’altro i 964 milioni fin’ora posti a carico della Regione dalla normativa previgente) ma rimangono comunque in piedi gli “accantonamenti” istituiti nel 2012 (ossia i tagli di entrata) che oggi ammontano a oltre 577 milioni all’anno e che dal 2012 al 2017 valgono poco meno di tre miliardi.
Tanto per cambiare RAS si è impegnata ad accettarli (gli accantonamenti) senza contestare.
Se poi si considera che, in base alla vigente normativa statale il complesso delle spese cosidette fuori patto, nel 2013 ha superato abbondantemente i 4 miliardi, (mutui, compartecipazioni fondi europei, sanità etc) risulta evidente come per tutte le altre spese resti molto meno dei tre miliardi che la Giunta Cappellacci e la sua maggioranza avevano conquistato nel 2013.
E, come se non bastasse, la Giunta Pigliaru si è assunta la gravissima responsabilità di rinunciare a tutti i contenziosi in atto con il Governo, dove pure c’era la concreta possibilità di vincerne qualcuno.
Per fare un esempio, la vittoria possibile sulla vertenza “accise” avrebbe prodotto per l’isola oltre un miliardo d’incassi annui in più, altro che accordi romani al ribasso con il governo presunto amico.
CONCLUSIONE
Insomma la conclusione è semplice, di sicuro con i “trionfali” accordi i sardi non ci hanno guadagnato nulla, anzi con la rinuncia ai ricorsi ci hanno perso molto, sapendo che per il futuro, anche a causa dell’andamento dell’economia, non solo non ci saranno gli sbandierati 1.2 miliardi in più ma invece centinaia di milioni in meno.
Oltre a tutto con l’accordo “trionfale”, Pigliaru e Paci hanno consegnato la Regione con mani e piedi legati ai funzionari della ragioneria Generale dello Stato che saranno gli unici a valutare e contabilizzare il livello delle entrate, e se sbagliano a favore loro, e il passato ci insegna che non è improbabile, noi potremo solo ricorrere dopo che loro le avranno fissate.
Infatti bisogna considerare i gravissimi effetti che potrebbero derivare all’adozione anticipata del nuovo sistema contabile, che consentirà l’armonizzazione dei bilanci, senza aver previsto nessuna garanzia per la Regione.
Con il nuovo sistema RAS non potrà più accertare direttamente le compartecipazioni ai tributi erariali in base al proprio dettato statutario, ma potrà iscrivere in entrata solo quello che lo Stato impegnerà e devolverà.
Anche a voler ignorare tutto questo, sia chiara però una cosa : nel 2013 la Giunta di centro destra ha speso circa tre miliardi (oltre alla sanità), nel 2014 la Giunta di centrosinistra spenderà 2696 milioni (sempre oltre la sanità), e nel 2015, se va bene, arriverà a 2.700 milioni.
In poche parole il tetto alla spesa l’hanno tolto perché non c’e n’era bisogno, sapevano già che le entrate sarebbero state inferiori al tetto stesso.
E questo è a prova di smentita.