Le
notizie dei quotidiani ormai sono, la crisi dell'Alcoa, il fallimento della
Keller, gli esuberi di Meridiana, i licenziamenti dell'Igea. Insomma le grandi
aziende che danno lavoro a migliaia di lavoratori soffrono la crisi al pari
delle piccole, che pur non andando sui giornali o nei tg, hanno, seppur
proporzionati, problemi analoghi. Quest'isola che è da una parte un vero
paradiso terrestre, è dall'altra un vero inferno fiscale e di costi
spropositati, costi che ogni giorno mettono in crisi tutto il tessuto economico
sardo. La politica di governo deve però riflettere seriamente, e lo deve fare
con cognizione di ciò che è la vera realtà sarda. Non serve richiedere mutui
per fare investimenti quando lo stallo è quasi totale, oltretutto quei mutui
poi andranno restituiti con gli interessi. Serve quindi organizzare un sistema
che alleggerisca il peso fiscale che opprime e impedisce sviluppo a chi deve
crearlo, un sistema che metta in condizioni le nostre imprese di creare occupazione
e impedire che i nostri figli emigrino alla ricerca di lavoro in terre lontane,
che crei le condizioni affinché investitori con capitali importanti siano
invogliati ad investire in Sardegna piuttosto che altrove. Per creare tutte
queste situazioni verrebbe da pensare che occorre una vera e propria
rivoluzione, mentre invece la Sardegna annovera tra le proprie leggi vigenti un
decreto che con la semplice messa in attuazione consentirebbe di avere tutte le
condizioni espresse. Questa legge, la 75/98, rivoluzionerebbe la nostra
economia, ridarebbe fiducia a chi oggi
non vede speranza, a chi oggi piange perché vede sgretolarsi quanto costruito
con una vita di sacrifici e lavoro, ma sopratutto impedirebbe a tutte quelle
grandi aziende citate inizialmente di fare tutti quei tagli annunciati, e anzi
creerebbe tutte le condizioni per effettuare nuovi investimenti. E' notizia di
questi giorni che la regione Lazio ha deliberato la realizzazione di una zona
franca aperta nell'area portuale di Civitavecchia, e questa ovviamente creerà
problemi al traffico internazionale nei porti sardi di Olbia e Cagliari, oltre
a creare attrazione alle imprese che avranno grossi interessi ad investire in
quell'area.
Quindi, ora auspichiamo che la giunta regionale si attivi
per perfezionare quanto da loro dichiarato il 10 giugno, dopo l'incontro avuto
con il prefetto di Cagliari Alessio Giuffrida e con le autorità competenti, e
cioè che avrebbero attivato tutte le procedure per iniziare il processo
attuativo della legge 75/98. Usciamo dallo stallo e creiamo tutte le condizioni
per ridare futuro e fiducia alla nostra terra, lo dobbiamo a chi aveva
decretato quella legge, ma sopratutto lo dobbiamo ai figli della Sardegna che
attendono da chi deve, segnali di speranza.
Il Presidente
Mariano Lo Piccolo