martedì 14 febbraio 2017

LEGIONE CARABINIERI SARDEGNA Comando Provinciale di Sassari




OPERAZIONE “CORRASI”

OLBIA-nuoro:
riciclAvano denaro provento di rapine a fURgoni portavalori e furti agli atm per investirli nella droga. IN CINQUE arrestATI dai carabinieri.


I Carabinieri del Reparto Territoriale di Olbia, in collaborazione con personale dei reparti del Comando Provinciale di Nuoro e del Nucleo Cinofili di Abbasanta, al termine di una complessa attività di indagine durata circa 6 mesi, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Tempio Pausania, su richiesta di quella Procura, nei confronti di 5 soggetti, residenti in Olbia e Oliena (NU),  ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di riciclaggio di banconote provento di reati, coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e minaccia.
Le indagini, condotte dai Carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Olbia e coordinate dal Dott. Domenico Fiordalisi, Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, hanno permesso di fare luce sulle attività criminali di quattro degli arrestati che, da gennaio a giugno 2016, riciclavano sistematicamente banconote “segnate” con l’inchiostro dei dispositivi macchiatori, solitamente collocati negli ATM o all’interno di casseforti o dei furgoni blindati, provenienti quindi da furti o da rapine in danno di bancomat, privati, banche e portavalori. La spendita fraudolenta avveniva prevalentemente nelle numerose sale giochi cittadine e nei centri commerciali di Olbia.
L’attività è risultata sin da subito particolarmente complessa a causa della reticenza di molte delle vittime, proprietari e gestori di sale gioco, le quali, per timore di ritorsioni oltre a non denunciare i singoli episodi si sono palesate poco collaborative.
Le investigazioni hanno appurato che il “modus operandi” degli arrestati consisteva nel far uso delle banconote macchiate, in tagli da 50 e 100 €, introducendole nei dispositivi cambia moneta o nelle slot machine delle sale giochi, riscuotendo poi nell’immediatezza la vincita o il credito residuo con denaro privo di qualsiasi segnatura e quindi completamente “ripulito”.
L’approfondimento delle indagini sui sospettati del riciclaggio ha portato gli investigatori ad acclarare che buona parte dei proventi illeciti derivanti dalla “ripulitura” delle banconote veniva investita dagli indagati nel settore della coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti.
Al riguardo, sono stati documentati imponenti acquisti di semenze di cannabis della pregiata qualità “Northern Light” in Spagna. Gli accordi e la compravendita accertati si concludevano nella città di Barcellona dove un referente locale tuttora in corso di identificazione provvedeva a spedire i pregiati semi tramite normali spedizionieri, questi ultimi rivelatisi all’oscuro della merce trasportata.
Con servizi di osservazione e pedinamento è stato possibile documentare i vari passaggi dell’illecito business, dall’acquisto dei semi al loro impiego nella coltivazione della marijuana e finanche alla vendita diretta. La semenza, infatti, oltre ad essere utilizzata per la coltivazione, veniva anche rivenduta a terze persone con ulteriori introiti. In particolare, sono stati accertati vari acquisti per un totale di 13.000 semi al prezzo di 3/4 euro l’uno la cui rivendita, a prezzi variabili tra i 6 e gli 8 euro, avrebbe generato ingentissimi guadagni.
L’attività investigativa ha permesso, inoltre, di sequestrare 3000 semi di cannabis del tipo  “Northern Light” destinati alla coltivazione/vendita, che a fronte di un investimento iniziale di 12.000 euro, avrebbero garantito agli odierni indagati un guadagno di oltre 1.000.000 di euro.
Sono state anche localizzate e sequestrate 3 piantagioni con circa 800 piante, tutte dislocate nell’agro di Oliena (NU), una delle quali dotata di un’eccellente impianto di irrigazione alimentato con acqua ed energia elettrica prelevate abusivamente da una vicina condotta idrica di Abbanoa e da un palo dell’Enel.
Le ipotesi investigative, tradotte in richiesta di misura cautelare dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania, sono state condivise dall’Ufficio del GIP che ha emesso il provvedimento restrittivo odierno con cui è stata disposta la custodia in carcere  per i fratelli Jonata e Paolo Boi, rispettivamente di 43 e 33 anni, entrambi residenti a Olbia e ritenuti responsabili sia del riciclaggio delle banconote contrassegnate, sia della coltivazione e della vendita di stupefacente, nonché per  Luigi Serra, 33enne di Oliena, responsabile della coltivazione delle piante di stupefacente e di minaccia.  Agli arresti domiciliari sono invece stati ristretti Antonio Selis, 33enne, residente a Olbia e Giuseppe Sitzia, 41enne originario di Orgosolo ma di fatto residente a Olbia, entrambi indagati per il riciclaggio delle banconote segnate e rispettivamente cognato e amico dei fratelli Boi.
Nel corso delle investigazioni sono stati altresì sequestrati 950 euro in banconote macchiate e, in relazione al rinvenimento delle suddette piantagioni, avvenuto nel giugno del 2016, è stato arrestato in flagranza Antonello Cucca, di 44 anni, e denunciato in stato di libertà C.A., di 62 anni, entrambi di Oliena.

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