OPERAZIONE “CORRASI”
OLBIA-nuoro:
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riciclAvano
denaro provento di rapine a fURgoni portavalori e furti agli atm per
investirli nella droga. IN CINQUE arrestATI dai carabinieri.
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I Carabinieri
del Reparto Territoriale di Olbia, in collaborazione con personale dei
reparti del Comando Provinciale di Nuoro e del Nucleo Cinofili di Abbasanta, al
termine di una complessa attività di indagine durata circa 6 mesi, hanno eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa
dal Tribunale di Tempio Pausania, su richiesta di quella Procura, nei confronti
di 5 soggetti, residenti in Olbia e Oliena (NU), ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di riciclaggio
di banconote provento di reati, coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti
del tipo marijuana e minaccia.
Le indagini, condotte dai Carabinieri della Sezione
Operativa del Reparto Territoriale di Olbia e coordinate dal Dott. Domenico
Fiordalisi, Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, hanno permesso di fare luce sulle
attività criminali di quattro degli arrestati che, da gennaio a giugno 2016,
riciclavano sistematicamente banconote “segnate” con l’inchiostro dei
dispositivi macchiatori, solitamente collocati negli ATM o all’interno di casseforti
o dei furgoni blindati, provenienti quindi da furti o da rapine in danno di bancomat,
privati, banche e portavalori. La spendita fraudolenta avveniva prevalentemente
nelle numerose sale giochi cittadine e nei centri commerciali di Olbia.
L’attività è risultata sin da
subito particolarmente complessa a causa della reticenza di molte delle vittime,
proprietari e gestori di sale gioco, le quali, per timore di ritorsioni oltre a
non denunciare i singoli episodi si sono palesate poco collaborative.
Le investigazioni hanno appurato che
il “modus operandi” degli arrestati consisteva
nel far uso delle banconote macchiate, in tagli da 50 e 100 €, introducendole nei
dispositivi cambia moneta o nelle slot machine delle sale giochi, riscuotendo
poi nell’immediatezza la vincita o il credito residuo con denaro privo di
qualsiasi segnatura e quindi completamente “ripulito”.
L’approfondimento delle indagini
sui sospettati del riciclaggio ha portato gli investigatori ad acclarare che
buona parte dei proventi illeciti derivanti dalla “ripulitura” delle banconote
veniva investita dagli indagati nel settore della coltivazione e vendita di
sostanze stupefacenti.
Al riguardo, sono stati
documentati imponenti acquisti di semenze di cannabis della pregiata qualità
“Northern Light” in Spagna. Gli accordi e la compravendita accertati si
concludevano nella città di Barcellona dove un referente locale tuttora in
corso di identificazione provvedeva a spedire i pregiati semi tramite normali spedizionieri,
questi ultimi rivelatisi all’oscuro della merce trasportata.
Con servizi di osservazione e
pedinamento è stato possibile documentare i vari passaggi dell’illecito
business, dall’acquisto dei semi al loro impiego nella coltivazione della
marijuana e finanche alla vendita diretta. La semenza, infatti, oltre ad essere
utilizzata per la coltivazione, veniva anche rivenduta a terze persone con
ulteriori introiti. In particolare, sono stati accertati vari acquisti per un
totale di 13.000 semi al prezzo di 3/4 euro
l’uno la cui rivendita, a prezzi variabili tra i 6 e gli 8 euro, avrebbe
generato ingentissimi guadagni.
L’attività
investigativa ha permesso, inoltre, di sequestrare 3000 semi di cannabis del
tipo “Northern Light” destinati alla
coltivazione/vendita, che a fronte di un investimento iniziale di 12.000 euro,
avrebbero garantito agli odierni indagati un guadagno di oltre 1.000.000 di euro.
Sono state anche localizzate e
sequestrate 3 piantagioni con circa 800 piante, tutte dislocate nell’agro di
Oliena (NU), una delle quali dotata di un’eccellente impianto di irrigazione alimentato
con acqua ed energia elettrica prelevate abusivamente da una vicina condotta
idrica di Abbanoa e da un palo dell’Enel.
Le ipotesi investigative,
tradotte in richiesta di misura cautelare dalla Procura della Repubblica di
Tempio Pausania, sono state condivise dall’Ufficio del GIP che ha emesso il
provvedimento restrittivo odierno con cui è stata disposta la custodia in carcere per i fratelli Jonata e Paolo Boi,
rispettivamente di 43 e 33 anni, entrambi residenti a Olbia e ritenuti responsabili
sia del riciclaggio delle banconote contrassegnate, sia della coltivazione e della
vendita di stupefacente, nonché per Luigi Serra, 33enne di
Oliena, responsabile della coltivazione delle piante di stupefacente e di
minaccia. Agli arresti domiciliari
sono invece stati ristretti Antonio Selis, 33enne, residente a Olbia e Giuseppe
Sitzia, 41enne originario
di Orgosolo ma di fatto residente a Olbia, entrambi indagati per il riciclaggio
delle banconote segnate e rispettivamente cognato e amico dei fratelli Boi.
Nel corso delle investigazioni
sono stati altresì sequestrati 950 euro in banconote macchiate e, in relazione
al rinvenimento delle suddette piantagioni, avvenuto nel giugno del 2016, è
stato arrestato in flagranza Antonello Cucca,
di 44 anni, e denunciato in stato di libertà C.A., di 62 anni, entrambi di
Oliena.