. Chiarezza per l’utenza e alcuni milioni di euro in più che resterebbero alla Sardegna”
. “Basta con la confusione di competenze: la motorizzazione civile passi alla Regione”. Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.
“Come rendere la vita impossibile ai cittadini – attacca Cossa - Le competenze della motorizzazione civile sono state suddivise tra Stato e Province (per esempio: l'albo autotrasporto tornerà da luglio sotto la gestione del Ministero, mentre la Provincia è ancora, stranamente, tenuta a fare gli esami per l'accesso alla professione; i centri di revisione, vengono autorizzati dalle Province: ma le verifiche tecniche restano di competenza della Motorizzazione civile). La Regione non ha mai esercitato una vera funzione di coordinamento, per cui abbiamo assistito in questi anni al caos interpretativo, con una provincia che la pensava in un modo e una che la pensava in modo opposto”.
Ecco dunque che, spiega Cossa, “la prossima chiusura della Motorizzazione civile di Nuoro richiama l’urgenza di risolvere il problema, riconducendo ad unità la governance del sistema, cosa che è già stata fatta in tutte le altre Regioni. Certamente, sul piano normativo c'è da sottoporre a rivisitazione la nostra Legge r. n. 9/2006. Dato che le province sono in fase terminale, come previsto dalla L. n. 56/2014, occorre pervadere il trasferimento immediato di queste fusioni alla Regione. L’Assessorato Regionale dei Trasporti) è l’unico soggetto competente, a gestire, oltre che le attuali competenze statali, anche le piccole competenze provinciali, costruendo un nuovo "Dipartimento Regionale di motorizzazione civile”, magari articolato in quattro aree territoriali, che riunifichi tutte le competenze.
E' necessario quindi prevedere forme di mobilità del personale oggi provinciale (impiegato nei servizi di motorizzazione provinciali) verso la Regione: sono non più di trenta unità (forse meno), che produrrebbero non oneri ma utili al bilancio regionale”.
La costituzione a regime di un’apposita struttura tecnica in grado di assorbire tutte le competenze, conclude Cossa, “permetterebbe alla Regione di realizzare introiti significativi, quelli che oggi incassa lo Stato”.