Presentato a Olmedo il sistema promosso
dalla ProLoco e sperimentato dall’Università di Milano per salvaguardare i pani
artistici. Due strategie parallele sono state messe a punto grazie al
finanziamento della Fondazione Banco di Sardegna.
OLMEDO
- 06.07.2015. Due sistemi paralleli per salvare i pani artistici sono stati
presentati lo scorso fine settimana nella sala dell’Auditorium comunale di
Olmedo. I ricercatori del PackLAB dell’Università di Milano, coinvolti nel
progetto ideato dalla ProLoco e finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna,
hanno progettato due tipologie di rivestimenti del pane da esposizione che ne
garantiscono l’integrità nel tempo senza alterare l’aspetto fisico. Sono due
soluzioni facilmente applicabili sulle superfici dei campioni da preservare: i coatings.
Nel
primo caso, il team di scienziati ha sviluppato uno strato protettivo “passivo”
che, una volta essiccato, diventa una barriera “fisica” dalle elevate prestazioni
meccaniche, impenetrabile dal punteruolo del grano. Un’efficacia non di poco
conto se si pensa che questo coleottero, con la forza del suo rostro, riesce a
perforare anche i laminati.
Il
secondo metodo invece, prevede una barriera di tipo chimico. Il coating
stavolta utilizza un principio attivo contenente una base insetticida speciale.
Se l’insetto prova ad assaggiare la superfice muore prima di danneggiarle il
manufatto.
A
illustrare i dettagli del progetto, denominato “Conservazione del pane artistico
e delle statuine in pasta di pane”, sono stati l’algherese Stefano Farris,
coordinatore scientifico e il ricercatore Gaetano Campanella, responsabile
operativo. Eccellenti i risultati raggiunti. «Le sperimentazioni hanno permesso
di constatare una resistenza all’attacco entomatico intorno al 98 per cento – ha
spiegato Farris – ma l’efficacia sarebbe totale se il coating fosse deposto sempre
in maniera omogenea sulla superficie da trattare».
Nel
corso dell’incontro sono intervenuti Giovanni Fancello, noto giornalista
gastronomico, Andrea Angioni, ex direttore del museo del pane di Borore,
Raffele Sestu, presidente regionale del coordinamento delle ProLoco sarde,
Giovanni Antonio Farris, presidente del Parco di porto Conte e Tommaso
Sussarello, comunicatore gastronomico.
Grande
soddisfazione è stata espressa dagli uomini e dalle donne della ProLoco che,
con impegno costante, hanno fatto conoscere Olmedo come una delle capitali del
pane di Sardegna. Nel corso del convegno, il presidente Eugenio Muroni e lo
chef Massimo Meloni hanno annunciato la registrazione del marchio “Pane di
Olmedo”, cedibile agli artigiani locali che vogliano produrre secondo rigidi
criteri di qualità legati alla fermentazione naturale, all’utilizzo esclusivo di
cereali sardi e alla cottura nel forno a legna.
Alla
fine dell’incontro, l’appello di Raffaele Sestu: «Chiederemo che il pane tipico
della Sardegna diventi patrimonio dell’umanità».
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Salvatore
Taras
Ufficio
stampa e comunicazione


