mercoledì 28 ottobre 2015

Scanu: pressioni per darla ai privati Bonanno: così si svende un simbolo


LA MADDALENA. Un paradiso in pericolo. Un patrimonio dell’umanità che non può diventare il capriccio di uno solo. La politica scende in campo per difendere Budelli. Il provvedimento del giudice delle...
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LA MADDALENA. Un paradiso in pericolo. Un patrimonio dell’umanità che non può diventare il capriccio di uno solo. La politica scende in campo per difendere Budelli. Il provvedimento del giudice delle esecuzioni fallimentari rafforza la battaglia in Parlamento. Il deputato di Unidos, Mauro Pili, ha depositato una risoluzione alla commissione Ambiente della Camera. Chiede al Governo di firmare un decreto legge con cui espropriare Budelli e trasferirla al Parco. Ieri Pili ha raggiunto l'isola rosa in gommone. E ha issato la bandiera dei quattro mori. Ma l’isola perla dell’arcipelago era già arrivata in Parlamento a inizio ottobre. Il deputato del Pd, Gian Piero Scanu, aveva presentato una interrogazione al ministero dell’Ambiente, firmata anche da Francesco Boccia e Francesco Sanna. Scanu aveva un timore. «Che ci siano indebite pressioni per far risolvere la vertenza in atto a favore di un privato cittadino», aveva dichiarato. Il colpo di scena in favore del privato lo spinge ad andare avanti con determinazione. «Ho bisogno di sapere cosa ne pensa il ministero – dice –. Non è un fatto burocratico. Bisogna evitare che la derubricazione del livello di tutela su tutta l’isola, a eccezione della Spiaggia Rosa, sia considerato un precedente, un vulnus attraverso cui creare una politica di tutela del territorio a maglie più larghe, con una eccessiva disponibilità a forme di fruibilità che fino a oggi sono state opportunamente impedite. E per rispondere a chi ritiene di avere una sorta di privativa nell'espressione di un parere, dico che Budelli non appartiene solo a un piccolo gruppo ma a tutta l'umanità. Porterò avanti questa battaglia politica. Mi aspetto una presa di posizione anche dal Comune di La Maddalena».
Il presidente del Parco, Giuseppe Bonanno, commenta la sconfitta. Ha perso quella battaglia per Budelli di cui è stato un coraggioso combattente. La sua posizione ora è sempre più fragile. Martedì sarà a Roma, convocato dal ministero dell’Ambiente. In quelle stesse stanze in cui c’è chi giura di aver visto solo qualche mese fa il neozelandese Harte con il suo progetto per Budelli, e non solo, sotto braccio. «Le motivazioni che hanno indotto il Parco ad alzare i livelli di tutela nel 2014 sono tecniche e scientifiche, non legate allo status giuridico della proprietà. Quella ipotesi è stata fatta quando il Parco aveva la sicurezza di avere Budelli nella sua disponibilità. Fare ragionamenti di altro tipo oggi è una sconfitta. Fa pensare che si possano studiare vincoli ad assetto variabile in funzione del ragionamento economico. Questa è l'anticamera della svendita del patrimonio. Se ciò è vero per Budelli ora
lo sarà per tutto il resto. Il Parco torni a fare il Parco. E a ragionare con i privati che adeguino il loro modo di agire in funzione delle necessità di tutela e non viceversa. Altrimenti non ha più senso mantenere il parco. Si aprano i cancelli e si attenda che l'economia faccia il resto».

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