lunedì 28 novembre 2016

Quindici casi di sifilide in due mesi registrati dalla Clinica dermatologica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari

Quindici casi di sifilide in due mesi registrati dalla Clinica dermatologica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, 31 dall’inizio dell’anno. Il direttore sanitario Nazareno Pacifico: bisogna evitare i rapporti sessuali non protetti. Il direttore della Clinica Dermatologica, Franco Rongioletti:  ai primi sintomi rivolgetevi subito al dermatologo. Quindici casi di sifilide in poco più di due mesi, 31 dall’inizio dell’anno. Nel 2015 erano stati 9 in in dodici  mesi. Numeri preoccupanti, registrati dal Centro  per le malattie sessualmente trasmissibili  della Clinica Dermatologica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, e che segnano un picco mai registrato prima. I 15 pazienti che si sono presentati negli ambulatori del San Giovanni di Dio hanno contratto la malattia per rapporti orali non protetti:  sono giovani e comunque tra i 20 e i 40 anni, tutti uomini, più della metà hanno dichiarato di avere contratto l’infezione attraverso rapporti omosessuali.

«Si tratta di una malattia molto contagiosa – dice Nazareno Pacifico, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari – ed è facilmente trasmissibile con tutti i tipi di rapporti non protetti. Questo è un punto fondamentale: è un problema che interessa sia chi ha rapporti eterosessuali sia omosessuali non protetti e, in particolar modo, occasionali. I dati parlano chiaro: aumentano le malattie sessualmente trasmissibili e si abbassa l’età dei pazienti: in particolare sono i giovani e i giovanissimi a esserne colpiti. È importante diffondere una corretta informazione sanitaria in particolare tra i giovani perché le malattie trasmissibili sessualmente non devono essere sottovalutate e possono essere tranquillamente prevenute».

La sifilide,  spiega il professor Franco Rongioletti, direttore della Clinica Dermatologica, «è provocata da un batterio chiamato Treponema pallidum che provoca una malattia dapprima localizzata nel punto in cui il batterio penetra e che tende poi a diffondersi a tutto l’organismo». La malattia si sviluppa generalmente in  due fasi. Nelle prime settimane dopo il contagio, compare un'ulcera non dolorosa nei genitali o nella bocca. «Soprattutto se all’interno della bocca – dice ancora professor Rongioletti –  questa piaga può essere scambiata per un’afta. Dopo qualche mese però sulla pelle compaiono macchie che possono assumere le più svariate forme. Le macchie sono generalmente sul palmo delle mani, su piedi, tronco, regione anale, genitali e bocca e sono talvolta accompagnate da febbre, stanchezza e dimagrimento, ingrossamento delle ghiandole linfatiche, dolori alle articolazioni, disturbi alla vista, in qualche caso perdita di capelli».
Da gennaio a oggi i casi di sifilide diagnosticati dalla Clinica Dermatologica del San Giovanni  di Dio dell’Aou di Cagliari sono stati dunque 31. In diciotto hanno dichiarato di aver contratto la malattia a causa di rapporti omosessuali non protetti e in un caso il paziente era Hiv positivo. Negli altri 14 casi, i pazienti si sono dichirati bisessuali (3) ed eterosessuali (9). Una persona non ha voluto dichiarare il tipo di rapporti.
«Il consiglio – spiegano il professor Rongioletti e la dottoressa Roberta Satta, medico del Centro – è di non abbassare mai la guardia nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili, avere sempre rapporti sessuali protetti e di rivolgersi immediatamente al dermatologo in caso di comparsa di lesioni nelle zone genitali e orali».

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