Anche per il
2013 il Museo Navale Archeologico Nino Lamboglia continuerà a tenere le porte
chiuse. Quindi le 202 anfore e i numerosi reperti recuperati dalla nave
romana che naufragò presso l'isola di
Spargi verso il 120 a.C. non potranno essere ammirate dai tanti visitatori che
ne fanno richiesta sia d’estate che d’inverno. Ciò è dovuto al fatto che la
struttura chiusa da diversi anni è inagibile, e il comune non ha intenzione di
stanziare i soldi per ristrutturarla. Tutte le speranze erano riposte nel bando
regionale per il sistema museale. Ma dalla graduatoria delle proposte
finanziate dalla Regione si evince che il comune di La Maddalena si è
classificato all’ultimo posto. Resta quindi escluso dal finanziamento per il
secondo anno consecutivo visto che l’ultima volta il progetto del comune fu del
tutto escluso. Una brutta notizia che condanna all’oblio un museo unico nel suo
genere, il quale consente di verificare
come, tra il IV sec . a.C. ed il III sec. d.C., le Bocche di Bonifacio fossero
un punto di transito privilegiato delle rotte congiungenti l'Italia con l'occidente
mediterraneo ed il Nord Africa. Sul punto interviene il consigliere comunale
Masimiliano Guccini: <<Sono ormai tre anni che chiedo di stanziare in
bilancio le somme necessarie per ristrutturare e riaprire il Museo. Ma
purtroppo la maggioranza non sembra interessata a questa struttura e ricerca il
finanziamento regionale che puntualmente non arriva. Mi chiedo in che
condizioni siano conservati i reperti archeologici che da quanto mi risulta
hanno necessità di ambienti idonei al loro mantenimento. Si tratta di un
patrimonio da salvaguardare per le prossime generazioni che noi abbiamo il
dovere di custodire con cura. Quest’anno presenterò un emendamento al bilancio
per stanziare le somme necessarie. Spero che venga accolto dalla maggioranza.” >>L’edificio dove sono, custodite le anfore progettato nel 1971
da Vico Mossa è stato finanziato
dall’assessorato all’istruzione
regionale mentre per la realizzazione
delle strutture i fondi sono
stati messi a disposizione dal comune ed
alla presidenza del consiglio .Il visitatore appena entra vede la sala di
Spargi carica di anfore .Mentre le
anfore sono state stivate in un settore
della nave romana ricostruito appositamente di modo
che si possano veder come le anfore stesse sono state stivate . Ci sono anche due esemplari
di anfore che sono state disposte lateralmente alla nave , su tripodi . Da non dimenticare che il relitto della nave di Spargi si trova a nord della secca
Corsara su un fondale di sabbia e alghe e ad una profondità di 15 metri circa. Peone