mercoledì 5 febbraio 2014

Le risposte di Francesco Pigliaru alle richieste di Rete Imprese Sardegna
Proseguono, al T-Hotel di Cagliari, gli incontri organizzati da Rete Imprese Sardegna con i candidati alla Presidenza della Regione. Francesco Pigliaru, ascoltate le istanze di Rete Imprese, ha esposto in breve il suo programma, per la parte riguardante il mondo imprenditoriale.
“Tra le mie priorità – ha spiegato Pigliaru – c’è un punto: abbiamo bisogno di dare ai cittadini sardi le competenze per entrare o restare nel mercato del lavoro. C’è poi il problema della formazione continua. Con il piano straordinario dell’edilizia scolastica, avremmo ricadute importanti anche nel settore imprenditoriale edile.
Burocrazia: è un tema che non riguarda direttamente gli aspetti finanziari ma è ugualmente importante perché compete la gestione delle risorse e la risposta che la Pubblica amministrazione deve fornire a imprese e cittadini. Servono regole meglio definite, ma per questo basta osservare ciò che fanno i Paesi europei più virtuosi. Di sicuro va ripensato il Suap, bisogna renderlo più snello.
Fisco: i consiglieri regionali della coalizione che mi supporta hanno presentato gli emendamenti sul taglio dell’Irap, e questo aspetto caratterizza il mio programma: punto alla riduzione delle tasse per ridare respiro a tutti, imprese e cittadini. Sono invece contrario agli incentivi dati per ritagliarsi simpatie politiche ed elettorali.
Trasporti: in questo settore abbiamo fatto troppi pasticci, tant’è vero che oggi lamentiamo un numero nettamente inferiore di voli. Ogni aeroporto ha il suo monopolio, c’è stata una chiara spartizione delle rotte e questo non mi piace e non mi convince. I contratti vanno riscritti, inserendo regole chiare che tutelino la Regione e i sardi. La continuità aerea così concepita è primitiva. I prezzi vanno diversificati, come accade in tutto il mondo: tra il turista e il business man ci sono differenze sostanziali di cui bisogna tenere conto. Va poi ripensata la strategia del trasporto via mare: in generale, il comparto marittimo necessita di tariffe migliori, e non solo per le merci. Sono cambiate le abitudini dei turisti, la permanenza media è di 4-5 giorni e la Sardegna – con i costi attuali – non è più competitiva. La gente deve arrivare più facilmente e con tariffe migliori, altrimenti si reca altrove. Infine, anche il trasporto ferroviario è indietro di decenni: orari troppo lunghi, treni troppo vecchi, centri intermodali non sempre sincronizzati.
C’è il problema dell’accesso al credito. Bisogna tuttavia capire se i fondi per i Consorzi fidi aiutino più le imprese o le banche: a volte il sospetto è forte.
Energia: le imprese hanno bisogno di costi competitivi, di certezze nei tempi e nelle risposte. Occorre un’attenzione particolare verso il metano (con esso si può portare la banda larga ovunque) e le energie rinnovabili. I lavoratori delle imprese che chiudono vanno riqualificati, piuttosto che mortificarli con lunghi periodi di disoccupazione o cassintegrazione. Per i territori in gravissima difficoltà, come il Sulcis, va adottata la fiscalità di vantaggio su lunghi periodi, in modo da dare grandi orizzonti alle imprese che intendono investire. La situazione in cui versa il Sulcis Iglesiente è frutto della crisi industriale. Ma se ci trovassimo in Germania, nella Ruhr, il Parco Geominerario sarebbe stato da anni un volano di sviluppo incredibile. Invece siamo fermi con le bonifiche e nella riconversione turistica”.

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