martedì 11 febbraio 2014

Bonanano risponde ad Hart

L’opposizione, da parte dello studio legale di Michael Harte – il neozelandese che nell’ottobre scorso si era aggiudicato all’asta la proprietà dell’isola di Budelli – al diritto di prelazione esercitato dal Parco di La Maddalena, ha obbligato il presidente Giuseppe Bonanno, ad intervenire per puntualizzare alcune cose .Bonanno , a proposito,ricorda, che è il parlamento ad aver scritto la parola “fine” sulla lunga vicenda che ha tenuto banco nelle cronache nazionali fino a poche settimane fa, permettendo al parco nazionale, con l’approvazione della legge di stabilità per il 2014, di appropriarsi del bene che sin dalla sua istituzione è il simbolo dell’area protetta.< >Se però- prosegue il presidente -mi fosse permesso di dare uno spassionato suggerimento al signor Harte – gli consiglierei di svincolarsi dall’abbraccio subdolo dei vari questuanti che oggi si affrettano a fargli la corte offrendo di utilizzare una struttura, servirsi di un terreno, finanziare una loro impresa. Essi non solo squalificano la sua persona, ma certificano una brutta immagine del nostro territorio, che la crisi in primis, e un certo servilismo culturale poi, vorrebbero spingere verso una sorta di neocolonialismo, in attesa del nuovo bravo “conquistatore” (alternativamente, nel passato dell’isola di La Maddalena, americani, Marina, imprenditori di turno, e su scala italiana, anche più di recente, i grandi magnati provenienti dai paesi emergenti) che possa risolvere e sollevare le loro - e loro soltanto, si intenda - sorti personali. Noi maddalenini, noi sardi, ci meritiamo di essere fieri protagonisti della nostra sorte quando se ne presenta l’opportunità, di chiedere ciò che ci spetta e di lavorare affinché il nostro territorio possa esprimere tutte le potenzialità che possono farlo emergere, ma da primi attori e non da meri spettatori. E poi va giu’ duro su chi oggi si spertica a sostegno del signor Harte, suo malgrado, è chi già pensa - illudendosi - di potersi vedere finanziare questo o quel progetto. Se ciò coincida con la possibilità di promuovere un diffuso benessere e la soluzione ai problemi atavici che attanagliano il nostro territorio, poco interessa: l’importante è, per tali soggetti, portare a casa il risultato personale. Il Parco – conclude Bonanno – continuerà invece a svolgere, come sempre ha fatto, il suo ruolo a garanzia dell’interesse pubblico e delle generazioni future affinché il bene “Budelli” sia di tutti, e non di pochi».Peone

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