domenica 16 novembre 2014

"Le zone franche come politica di sviluppo del Mezzogiorno".

Venerdi 14 novembre si è svolto a Roma nella sede del Ministero per gli Affari Regionali, il 
convegno "Le zone franche come politica di sviluppo del Mezzogiorno".
Il dibattito è stato organizzato dal titolare del dicastero Maria Grazia Lanzetta, la quale ha aperto i 
lavori con la frase: “Senza il Sud l'Italia non riparte”
Tra le varie tematiche inerenti il tema del convegno non poteva mancare la politica economica 
basata sull’applicazione degli sgravi tributari in zona franca.
Il convegno, più tecnico che politico, ha visto interventi tecnici di rilievo e partecipazione politica 
particolarmente attenta e propositiva.
L’avv. Quattrocchi della Fondazione Antonio Uckmar ha esposto le esperienze basate 
particolarmente sul caso “Sardegna” e sul progetto “Corsica”, da ricordare che questa fondazione,
ha effettuato già un lavoro preliminare sulla Zona Franca Sarda realizzando una relazione che 
giace inutilizzata nei cassetti della Regione Sardegna, nonostante sia stata pagata con soldi 
pubblici.
il Prof. Aldo Berlinguer assessore della Regione Basilicata, ha sottolineato la grande opportunità e 
l’efficacia laddove questi strumenti esistono e operano da diverso tempo. Soprattutto
evidenziando l’incredibile numero di zone franche sviluppatosi negli ultimi 40 anni, si è passati
infatti dalle 70 iniziali alle circa 4000 attuali nel mondo. Lo stesso Berlinguer si sta attivando per 
creare una zona franca in Basilicata.
Il Prof. Russo dell’Università di Reggio Calabria ha relazionato uno studio sugli effetti economici, 
sugli effetti positivi nell’occupazione creatosi nelle diverse esperienze europee e cinesi.
Significativo anche l’intervento del responsabile che ha effettuato lo start up della Free Zone di 
Tangeri, il quale ha dichiarato che il sud Italia e in particolar modo la Sardegna che ha legge 
vigente, sono pronti per attuare uno strumento efficace come la zona franca.
Tutti hanno convenuto che lo sviluppo dei territori con gravi problemi come il sud, hanno bisogno di 
queste opportunità, che porterebbero crescita e sviluppo in zone dove lo stallo tra offerta e 
domanda è oramai al limite.
La presenza di decine e decine di zone franche a pochi km dai confini dell’Europa (Croazia e 
Marocco tra queste) rendono ulteriormente vulnerabili tutti i territori particolarmente insulari e la 
Sardegna in primis.
Sono intervenuti anche onorevoli di maggioranza come Stefania Covello – PD, e di opposizione 
con
Marco Baldasarre e Tommaso Currò del Movimento 5 Stelle, tutti hanno lodato l’iniziativa del 
ministro Lanzetta e, in perfetta sintonia con l’europarlamentare Gianni Pittella area PD e 
capogruppo PSE in Europa, hanno concordato sulla reale utilità sia delle zone franche e sia delle 
enormi opportunità date dalle Z.E.S (zone economiche speciali) che sono attive sia alle Canarie, 
sia in Polonia e anche in tanti altri paesi dell’est o e dei Balcani. Proprio l’europarlamentare ha 
sottolineato la violazione sulle regole di concorrenza 
perpetrata da paesi come il Lussemburgo, oltre a non spiegarsi, il fatto che l’Italia sia l’unico stato 
dell’Unione a non aver sfruttato la possibilità di istituirsi una o più zone franche, e anche su questo 
la condivisione è stata unanime.
Visti i contributi e vista la concretezza con la quale si sono affrontati i temi, insieme alla
comunione di intenti, si è deciso di procedere con nuovi e serrati incontri al fine di applicare i primi 
provvedimenti e consentire uno sviluppo del mezzogiorno certi che lo stesso potrà essere una 
risorsa per l’incremento del tessuto economico di tutto il sistema Italia.

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