Egregio sig. Sindaco, così come ho appreso dalla sua intervista rilasciata a Sky TG 24 andata in onda il 14 ottobre u.s., i guai combinati dalla cricca degli indagati del G8 sono stati per Lei una grande delusione.
Per definizione, mi permetto di commentare, una grande delusione fa seguito sempre a una grande illusione, come è stata, per analogia, anche quella che le sue dichiarazioni mirabolanti hanno provocato in
molti maddalelenini. A questo proposito, nella mia qualità di cittadino avente diritto, mi permetto di chiederLe la cortesia di rispondere a pochi quesiti:1. A quante conferenze di servizi relative al G8 ha partecipato e vi ha apposto la
sua firma?2. Quanti consiglieri comunali hanno conosciuto le decisioni in tali sedi?
3. Può indicare quali delle seguenti affermazioni non ripeterebbe oggi?
- La più grande bonifica di tutti i tempi.
- Si completerà in 45 giorni.
- Ci vorranno 6 milioni, forse anche meno.
- Prima era una base sovietica di sottomarini nucleari.
- Denuncio il giornalista Gatti dell’Espresso (mai fatto).
- 1.000 posti di lavoro. La risata della melagranata (di Filigheddu).
- Consigliere Zanchetta, chi ha eseguito i lavori del G8 non ha preso un euro.
- Non mi convincono le obiezioni del consigliere Montella sulla vasca di colmata a Punta Chiara.
- Svolta epocale.
4. Aveva qualche elemento per non illudersi? Ricorda che il consigliere Franceschino Bardanzellu
avendo criticato in Consiglio l’operato di Bertolaso, era stato minacciato di querela ed era stato lasciato
senza suo sostegno?...
Ricorda quante volte io sono intervenuto per evidenziare la bonifica fasulla?
5. Non ho più sentito parlare dei 5 milioni di euro finanziati per l’abbattimento dell’Excelsior. Non è che
sono andati a Bertolaso? Se così fosse, può richiederli indietro? Magari per avviare qualche investimento
produttivo per la Città: il porto?
6. Ricorda di avere partecipato, prima degli interventi G8, a un dibattito in Salone Consiliare in cui
venivano illustrate alcune proposte sull’utilizzo dei beni e dei finanziamenti?
7. Che cosa ha, ora, programmato per dipanare questo groviglio? Non le viene in mente di pretendere il
bene e avviare un progetto che porti beneficio alle casse comunali (200 milioni Le bastano?) piuttosto che
a un privato, e posti di lavoro per i maddalenini?
8. Sa che il nuovo progetto di bonifica sembra una fotocopia del progetto fallito del team di Bertolaso?
9. Sa che un dragaggio non è classificabile come bonifica?
10. Non è che, manfrine comprese, siete tutti d’accordo per accogliere i sedimi inquinati in un vascone a
Punta Chiara?
Se volesse avere la gentilezza di rispondermi, Le proporrei di valutare la possibilità di un dibattito pubblico
facendo partecipare anche tutti coloro che, come me, sono legittimamente interessati a questa Isola. Ma, per ovvie ragioni di ordine pubblico, credo che non sia il caso; riconosco che, nelle attuali condizioni in cui versa la nostra Città, il dibattito potrebbe divenire un lacrimatoio ingiurioso e poco produttivo. Non addebito tutte le colpe a Bertolaso: non aveva alcuna intenzione di fare una bonifica, la Marina gli
aveva consegnato un bene inquinato senza dirglielo (dichiarato in Senato), e gli intoccabili della sua
struttura hanno fatto il resto.
Lei si trova in una condizione difficile, poiché:
• Nelle scelte relative a Arsenale e Ospedale Militare Lei non ha ruolo, ha rinunciato anche al ruolo di
definire la destinazione d’uso del territorio togliendolo al Consiglio comunale e lasciandolo a Cappellacci (è
recuperabile?), il proprietario è la Regione, mentre gli altri Comuni sardi hanno avuto la proprietà dei beni
ex-Demaniali, presentando progetti loro autonomi. E qui nessuno è stato capace di prepararli.
• Il fallimento della bonifica compromette ogni scelta. E lei ha sempre condiviso le operazioni della
cricca e li ha sempre difesi. Idem per le scelte di Mita Resort.
• Nella struttura del Comune e tra gli Assessori, non credo che Lei possa disporre delle competenze
specifiche necessarie per questa vicenda, e non è un’accusa poiché non sono necessarie in normali
condizioni. Nelle Conferenze di servizi della bonifica Lei può solo presenziare; ma, per buon senso, non le
è venuto nessun dubbio a sentire che il progettista ha scritto che “la caratterizzazione ha riguardato i primi
50 cm. di sedimento” (e sotto?) e a sentire che l’ARPAS non sa se i sedimi verranno accettati nella vasca
di colmata? Non è intervenuto.
• Si trova a fine mandato: sia nella maggioranza che nella minoranza sono in campagna elettorale
individuale, è difficile che possano darle una mano, è più facile che vogliano cavalcare l’argomento per esibirsi.
Personalmente, avendolo detto e scritto prima, insieme ad altri, non posso vergognarmi o subire una
grande delusione e parlarne oggi, sei anni dopo.
Ricorderà bene che personalmente Le ho rappresentato, insieme ad Alberto Tinteri, che adesso sarebbe stato necessario coalizzarsi tutti insieme, dimenticando il passato, per definire una strada percorribile e per ottenere un risultato positivo. Le ricordo che a monte di tutto è necessario definire l’obiettivo di utilizzo dei beni, che cosa vogliamo fare
da grandi: e questa è una scelta politica.
Se intende non procedere secondo la Delibera del Consiglio comunale .che la impegnava all’unanimità a richiedere alla Regione tutti i beni ex-demaniali, compresi questi in oggetto (ha qualche motivazione?), e
se intende anche lasciare al suo destino l’Ospedale Militare, senza alcun progetto della sua Programmazione, sarà difficile che Lei riesca a coalizzare.
In tale contesto le regalo alcune considerazioni: ho letto il parere istruttorio del 17.02.2013 e il verbale
della conferenza di servizi istruttoria del 17.04.2013 relativi al progetto della prevista bonifica. So dalla
Regione che ad oggi non ci sono stati sviluppi. Se questo progetto venisse confermato nelle scelte di fondo e nelle incertezze emerse, di seguito descritte,
con tutta franchezza glielo dico alla maniera del mitico Ragionier Fantozzi:
è una cagata pazzesca, e questo a prescindere dall’impegno del progettista che si è trovato con vincoli pesanti e che non conosceva gli obiettivi della bonifica (scritto nel verbale del 17.04.2013). Personalmente agirei diversamente, e non invasivamente, e con costi inferiori. Cercando di semplificare le motivazioni tecniche, Le posso evidenziare che le istruttorie citate sono
superficiali, sono basate su una vasca di colmata ben lontana, di cui non si sa nulla, su poche e incomplete analisi dell’esistente, non affrontano gli argomenti, non danno risposte alle domande espresse
dai partecipanti, ripercorrono vecchie bugie, e vecchie sviste, non riportano un’analisi dei costi rendendo generici e incomprensibili gli interventi. Ne riporto una sintesi:
• In buona sostanza, il nuovo progetto è basato sulla rimozione dei primi 50 cm. dei sedimi inquinati,
metodo che non è definibile “bonifica” ma “dragaggio”, che lascia scoperti e inalterati i sottostanti sedimi.
Era l’idea del team di Bertolaso, ma in Senato lui dichiarava il dragaggio “una fase propedeutica alla
bonifica”, e aveva ragione, ma prima la definiva diversamente.
• Sa su quanti campioni di carotaggio analizzati si basa il dragaggio dei 50 cm.? Dieci, per i 6,6 ettari
della rimozione, e per i 15 ettari del SIN, e l’Arpas ne ha validato quattro campioni, tutti nel range 0-50
cm.: poco?
• Regione e Provincia, scrivono: “Gli spessori di sedimento contaminati, molto variabili nell’area, sono
indicativamente compresi nel range 50-130 cm.: se così fosse salterebbe tutto il progetto.
• È scritto: “Dopo gli interventi (di Bertolaso-G8) c’è stato in alcuni punti un accrescimento dei fondali
superiori al metro”. (Nota: per deposizione della draga). Ne rimuoviamo solo 50 cm.? Dove è avvenuto il
precedente dragaggio la batimetrica è del tutto irregolare, con avvallamenti e riempimenti da bennate:
arza-e-cala, chi può pelarne 50 cm.?
• Nel punto denominato MA2_05, scopriamo che il team Bertolaso aveva scavato per circa 3,5 metri
(da -6.5 a -10 metri) e che a -10 metri ci sono rimasti 70 cm. circa di sedimi inquinati. Crede che i 3,5
metri erano inquinati? Chi può saperlo!
• E credo che tutto questo casino sia avvenuto perché qualcuno voleva fondali più profondi: non so chi
sia, non voglio commettere il peccato di sospettare, ma la colpevolezza è lì, non solo nei controlli di
Bertolaso .
• Il progettista scrive che “la caratterizzazione ha riguardato i primi 50 cm. di sedimento”. Quindi non
assicura l’esito da 51 cm. in giù?
• Nel parere istruttorio del 21.02.2013 è scritto “Non essendo stati adeguatamente indicati in progetto
gli obiettivi di bonifica …”.
A questo punto: c’è qualcuno che crede ancora al dragaggio? Ma c’è dell’altro.
• Il volume complessivo dei sedimi da rimuovere è di 39.000 metri cubi,
• Di questi 39.000 mc. totali di sedimi inquinati rimossi , 38.000 mc. sono da trasferire (tal quale
Bertolaso) in una vasca di colmata di cui non voglio dare indicazioni, per mia scelta, tanto lei la conosce.
38.000 mc. vuol dire un ettaro coperto per 3,8 metri. Non è che stiamo assistendo a una messinscena di
una vasca di cui non si conosce l’accettazione dei sedimi inquinati, per avere un alibi per realizzare una
discarica a Punta Chiara? Lo ha chiesto?
• Ulteriori 2.310 mc. di rifiuti pericolosi, peggio che tossici, dovranno essere conferiti a un’altra
discarica autorizzata indefinita (tal quale Bertolaso).
• 6.000 metri cubi di sedimi aspirati saranno trattati in un impianto da realizzare sul posto prima di
essere smaltiti (tal quale Bertolaso, in teoria, ma non in pratica),non è scritto se questo impianto resterà
lì o poi scomparirà.
• In effetti, tutto questo è molto simile al fallimento precedente: rimuovere una parte e coprirla, come
fanno i gatti, il resto lo rimuoviamo dopo. Qui è anche peggio, perché l’ARPAS evidenzia “la mancanza di
elementi attestanti l’accettazione nella nuova vasca di colmata”. Risposta? Tutti zitti. In realtà, puntate a
Punta Chiara?
• Non ho letto nelle istruttorie le modalità di monitoraggio in corso d’opera e post-opera. Al posto di un
sindaco le esigerei, chissà se lo ha fatto.
• Non ho letto se il mercurio è in forma inorganica o organica, l’impatto cambia molto, e anche gli
interventi. Senza sapere questo non si può progettare una bonifica.
• A lato delle vasche di colmata esistenti non si può scavare per evitare che crollino, così è prevista
una copertura dei fondali estesa 25 metri con una barriera attiva e uno strato di 30 cm. di calcestruzzo. La
barriera attiva è un oggetto qui non ben definito, tanto che alla fine viene citato come “non strettamente
necessario”.
•Di fatto, non vengono accolte le indicazioni della Procura di Tempio. Sarà un bene?
Conosce la perimetrazione del SIN e le analisi di tutta l’area?
• Il Parco accetta tutto. Il Presidente non compare, l’architetto delegato non va alle conferenze.
• Infine, “il progetto necessita di una rielaborazione finalizzata a renderlo economicamente sostenibile
con l’ammontare delle risorse stanziate, 11 miloni”, non per migliorarlo.
• Il progettista è, giustamente, contrario alla draga aspirante-effluente (ma perché l’ha messa nel suo
progetto?), probabilmente la sostituirà con calcestruzzo sul fondale, non è detto in quali punti e per quale
estensione.
• Al 23.07.2014 il Responsabile Unico del Procedimento non era stato ancora nominato: so che è l’Ing.
Gian Nicola Cossu del Comune. Non so se dispone di una struttura con competenze di bonifica.
• Ringrazio la Regione Sardegna e l’URP dell’Assessorato all’Ambiente per la disponibilità a fornirmi i
documenti richiesti, in pochi giorni, senza raccomandate e con squisita cortesia: a Cagliari operano in
maniera opposta a quella de La Maddalena, dove ottengo con difficoltà risposte dal Comune (a volte
niente) e niente dal Parco.
Così come è improprio sollecitare il finanziamento di un progetto deleterio, senza avere né competenza né
i mezzi per capirci qualcosa, non da parte Sua – ovviamente - ma da parte, forse, del suo Assessore
Mauro Bittu, … e sempre a spese nostre. Sarebbe stato preferibile chiedere all’On.le Cirillo, disponibilissimo e di buona politica, da ringraziare, di far verificare il progetto di bonifica per ottenerne
uno migliore e meno costoso.
Percorrendo l’attuale strada, anche sua, dunque, sono certo di poter affermare che stiamo correndo il
rischio di ripetere il fallimento precedente, della bonifica e dell’utilizzo del bene, che comprometterebbe irreparabilmente - (questa volta) - il nostro futuro.
Cosa farei io ? In azienda, a presentare un piano non preciso, basato su incertezze e lacune, senza costi
certi, senza analisi dei rischi, dei benefici, senza un obiettivo definito, senza R.O.I (in quanti anni mi ritorna l’investimento), mi avrebbero licenziato, quindi vorrei essere puntuale e devo basarmi solo su quanto finora dispongo. Ora come ora, posso stabilire solo alcune linee guida, poiché mi mancano le analisi
complete, comprese le analisi dell’Università di Firenze che nemmeno la Regione ha avuto, non so in che forma è presente il mercurio, se metil-mercurio o ossido, se mercurio inorganico o organico (più pericoloso per la catena alimentare), non ho le analisi della colonna d’acqua.
Ho alcuni punti fermi:
1. Prima di tutto, conoscere la reale e puntuale situazione esistente, tirar fuori tutte le analisi del SIN
dal 2008 ad oggi e completarle.
2. Poi prevedere un piano dopo il monitoraggio degli interventi, in caso di insufficienza dei risultati.
3. No al dragaggio. È il punto cruciale.
4. No alla draga aspirante effluente (non piace nemmeno al progettista).
5. Quindi, no all’impianto di trattamento a terra.
6. No alla vasca di colmata sulla luna.
7. No alla vasca di colmata a Punta Chiara.
8. No alla barriera attiva.
9. Si al rivestimento, ma con materiali naturali.
10. Rimedi per eventuale mercurio organico.
11. Posizionamento di corpi morti per l’ancoraggio prima dell’inizio lavori, calcolati per affondare in
eterno nel fondo di sabbia e limo.
12. Piano portuale rigoroso, ormeggio assistito.
Per quanto sopra, siamo circa a metà dei 13.810.730 Euro del progetto e a metà dei tempi previsti.
Questo suggerito può essere un buon intervento di mitigazione, praticato in tutto il mondo dal 1994, compatibile con la destinazione finale portuale.
Il presupposto, ripeto, è conoscere i dati che ho indicato sopra. Siamo stati per 100 anni a riversare di tutto in mare, poi gli apporti meteorici, il mare, la natura, vi hanno messo sopra una coltre, poi nel 2008 abbiamo tolto la coltre e ora, da 6 anni, siamo peggio di prima. Ci
siamo messi in mano ai guru delle bonifiche. Lei ha notizia di risultati di monitoraggio o di danni degli ultimi sei anni? Un sindaco, primo responsabile della salute dei cittadini, avrebbe dovuto organizzarsi ed
esigerli. Non li ho trovati.
Le vasche di colmata sono un’invenzione dei cementieri e degli eco-affari.
Se poi volete una bonifica granitica, potreste pensare di chiudere il bacino con cassoni, portare a secco,
armarsi di ruspe, pale, spazzoloni e rimuovere, secondo analisi e secondo sorprese, avanzando man mano.
I costi sarebbero più o meno equivalenti, ma una vasca di colmata non sarebbe sufficiente: immagino che qualcuno ne voglia fare un’altra: ho amici disponibili.
Concludo, permettendomi di suggerirLe di chiedere di verificare delle alternative: chieda di conoscere una
precedente simile realizzazione del progettista e di visitare un bacino di mare di 5-10 ettari trattato secondo questo progetto, dragaggio compreso. Se li trova, troverà anche il risultato del monitoraggio a
seguire, se non li trova … chieda un progetto non invasivo. In fin dei conti stiamo parlando di un’area portuale, con divieto di ancoraggio e pesca (ma le assicuro che
oggi si pesca, orate in particolare).
La ringrazio per la cortese attenzione e le porgo i miei più cordiali saluti.
Gian Carlo Fastame