mercoledì 23 ottobre 2013

LEGGE DI STABILITA’: COLLI (PSD'AZ), CONTINUA LA TELENOVELA FRA BOLLICINE E DOCCE FREDDE



 – “Continua, a quanto pare, la telenovela della Legge di stabilità 2014 e dopo le bollicine arriva, ancora una volta, la doccia fredda. In questa puntata, il Presidente Cappellacci minaccia gesti eclatanti contro il Governo di Roma per la sparizione della norma che avrebbero dovuto modificare l'articolo 10 dello Statuto Sardo e che, a detta sua, gli era stata solennemente garantita. Una sparizione quantomeno sospetta poiché, a parte l’annuncio trionfale di Cappellacci, già dal 15 ottobre scorso - data fatidica del varo del disegno di legge di stabilità - non se ne aveva riscontro alcuno. Una conquista, dunque,   solo declamata, che pare l’ennesima puntata di una lunga serie, e che non ha lasciato alcuna traccia, neppure nel comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri, emanato per l’occasione, e che chiunque può leggere in rete nel sito ufficiale della stessa Presidenza del Consiglio. Quasi che la modifica dello Statuto della Sardegna possa esser stata, per il Governo italiano, un fatto trascurabile, ovvero da diffondere soltanto attraverso gli addetti stampa del Presidente della Giunta regionale sarda. A meno che, anche stavolta, il tutto possa esser nato da una chiacchierata informale alla quale si è voluto attribuire un valore che non aveva.
Una circostanza più volte capitata come, di recente, in occasione dell’incontro tra l’onorevole Cappellacci e l’onorevole Tajani a proposito della nostra Zona franca. In definitiva, la sostanza dell’intera faccenda pare, anche stavolta incanalarsi nella collaudata prassi della propaganda più inconcludente, che si risolve nella fabbricazione costante di scatole vuote. Suggerirei perciò al Presidente Cappellacci, di ricordare, per il prossimo contenzioso nel quale temo si troverà fatalmente coinvolto, di far valere l’articolo 47, secondo comma del nostro Statuto di Autonomia che prevede che proprio il Presidente della Regione debba essere invitato a partecipare al Consiglio dei ministri nel caso in cui vi si debbano discutere “questioni che riguardano particolarmente la nostra Regione”. Sarebbe questa, a mio avviso, una strada  di concretezza che consentirebbe di verificare in diretta le azioni del governo ed eviterebbe di spacciare per risultati già ottenuti quelle che, all’evidenza, sono state solo parole in libertà di qualche rappresentante dell’esecutivo italiano”.

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