martedì 24 giugno 2014

Accise e taglio del costo della benzina, la battaglia continua

. Oltre 300 persone alla convention di ieri al Poetto di Cagliari per rilanciare le iniziative
i Riformatori: andiamo avanti, la Consulta ci darà ragione

 La battaglia sulle accise e per il taglio del costo della benzina continua. Oltre 300 militanti si sono ritrovati ieri al Poetto di Cagliari per la manifestazione promossa dai Riformatori sardi per fare il punto sul ricorso alla Corte Costituzionale contro la decisione del governo di opporsi alla legge Finanziaria che di fatto assegna alla Sardegna le accise dei prodotti petroliferi lavorati in Sardegna.
“Non ci fermeremo andremo avanti in  questa battaglia sacrosanta, hanno annunciato il coordinatore regionale del partito, Michele Cossa, e il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, firmatari dell’atto di opposizione al ricorso del governo nazionale. “Sappiamo che questa è una lotta giusta per i diritti dei sardi – hanno detto gli esponenti Riformatori – e visto che la Giunta si rifiuta di farlo siamo noi a tutelare anche davanti alla Corte Costituzionale i sardi e la Sardegna”.

Il ricorso sulle accise, presentato alla Corte Costituzionale dagli avvocati Andrea Panzarola e Massimo Proto, affronta due aspetti: la legittimità della costituzione in giudizio dei consiglieri al posto del presidente della Regione e la legittimità della norma.
“La costituzione in giudizio dei consiglieri regionali – spiegano i Riformatori  – è certamente un fatto eccezionale, così come è eccezionale che la Giunta abbia rifiutato di difendere una legge della Regione approvata da tutti i gruppi e le forze politiche presenti in Consiglio regionale. Del resto, in punta di diritto, a nostra parare è un dovere dei consiglieri regionali – depositari del potere di iniziativa legislativa – fare di tutto per resistere a un attacco del governo alla sovranità del popolo sardo”.
“La scelta regionale di non costituirsi – proseguono i Riformatori – rappresenta il preludio di una decisione di accoglimento della questione di costituzionalità prospettata dal Presidente del Consiglio. Il fatto è talmente risaputo che non ha bisogno di essere dimostrato. Si intuisce pertanto che la decisione della Regione di rimanere “contumace” nel giudizio introdotto dal Presidente del Consiglio, favorendo un esito di accoglimento del ricorso statale e di annullamento della legge regionale, pregiudica fatalmente gli interessi regionali alla cui tutela la medesima legge era preordinata. Ne riceve senzaltro un danno la Comunità sarda nella sua globalità. Per questa ragione i Riformatori Sardi hanno deciso di agire in modo concreto costituendosi nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale. Lo hanno fatto con convinzione e, soprattutto, legittimamente”.

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