Michele Pinna: «Occorre abbandonare le visioni personalistiche
e ripristinare al più presto l’Osservatorio»
Quattro punti per salvare la lingua sarda
Dalla riunione promossa dall’Istituto Bellieni
una richiesta di intervento urgente alla Giunta regionale
. Tutelare
chi lavora nel mondo della lingua sarda, portare il sardo nelle scuole,
ripristinare i compiti dell’Osservatorio regionale e rilanciare l’editoria
specializzata in questo momento di grave crisi. Sono questi i punti approvati
venerdì sera nella sala conferenze dell’Istituto Camillo Bellieni al termine di
un incontro molto partecipato e a tratti acceso, che ha riunito esponenti del
movimento linguistico, poeti, scrittori, autori di teatro, rappresentanze di
associazioni, giornalisti, operatori degli sportelli linguistici comunali,
insegnanti e appassionati, con il fine di tutelare la lingua sarda e i posti di
lavoro che in questi anni si sono formati intorno a essa. Tutte le criticità
sono state inserite in un documento che sarà presentato alla Giunta regionale, perché
siano prese in considerazione nella prossima Finanziaria.
Ha introdotto i lavori Maria Doloretta Lai, presidente del Bellieni,
seguita da Michele Pinna, direttore scientifico, che ha sottolineando la
necessità di abbandonare le visioni personalistiche e ritornare a una politica
linguistica partecipata. Numerosissimi gli interventi a seguire.
Tutto parte dalla considerazione che in questi anni molti giovani hanno
acquisito professionalità e sono diventati un punto importante per la difesa e
la promozione della lingua sarda. Per questo occorre rafforzare le attività già
intraprese come quelle degli uffici linguistici comunali.
È importante che la lingua sarda entri nelle scuole come percorso
formativo curriculare, uscendo dall’occasionalità dei progetti: «Domandiamo
alla Giunta regionale - afferma Pinna - di impegnarsi al riguardo ad aprire quanto
prima un tavolo con la Soprintendenza scolastica e con il Governo».
Altro tema di primaria importanza è il ripristino dei compiti
istituzionali dell’Osservatorio regionale sulla lingua sarda. Questo organismo,
nato con la legge 26 del 1997 per dare indicazioni di politica linguistica al
competente assessorato non è più stato riunito: deve ritornare a essere
espressione sia del Consiglio Regionale che delle Province, sia dell’Università
come di tutte le altre istituzioni culturali.
Non poteva mancare la tutela di settori come l’editoria e il
giornalismo, in crisi come pochi, che proprio grazie agli interventi sulla
lingua sarda potrebbero ottenere una boccata di ossigeno.
Durante la serata sono state presentate alcune delle ultime
pubblicazioni del Bellieni: “Ballare in sardo”, “Prèigas” e il nuovo numero
della rivista “Sesuja”.
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Salvatore Taras
Giornalista professionista
Addetto stampa - Istituto
Camillo Bellieni
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