"Ammonta a oltre 8000 unità la popolazione di cervi oggi presente in Sardegna, mentre i cinghiali, secondo i dati diffusi da Coldiretti sono oltre 35.000.
Una sovrappopolazione che comporta gravi rischi per le coltivazioni, per l'incolumità delle persone e perché concorre in modo determinante alla diffusione di malattie. Superato un certo limite, infatti, la natura si difende riducendo la popolazione attraverso le malattie, che dagli animali selvatici si trasmettono facilmente al bestiame da allevamento.
Per avere un'idea della dimensione del problema, basti pensare ai numerosi incidenti causati negli ultimi mesi dai cinghiali e ai dati sulla popolazione dei cervi, che in alcuni aerali va oltre le 20 unità per chilometro quadrato: il Trentino superati le quattro autorizza l'abbattimento.
La Regione (cioè i contribuenti) paga ogni anno centinaia di migliaia di euro di risarcimenti ai privati, che si sommano ai danni economici al sistema Sardegna, ancora più rilevanti.
La Giunta non può stare a guardare senza far nulla: metta in piedi una task force dotata di tutte le figure necessarie (in primo luogo veterinari e biologi) per verificare la situazione e chiedere all'Unione europea l'autorizzazione al prelievo controllato di cervi e cinghiali.
Oltre ai benefici sul piano ambientale, si potrebbero anche realizzare introiti molto significativi, cosa che già da tempo fanno altre regioni, evidentemente assai più accorte della nostra". Lo dice il consigliere regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.
Una sovrappopolazione che comporta gravi rischi per le coltivazioni, per l'incolumità delle persone e perché concorre in modo determinante alla diffusione di malattie. Superato un certo limite, infatti, la natura si difende riducendo la popolazione attraverso le malattie, che dagli animali selvatici si trasmettono facilmente al bestiame da allevamento.
Per avere un'idea della dimensione del problema, basti pensare ai numerosi incidenti causati negli ultimi mesi dai cinghiali e ai dati sulla popolazione dei cervi, che in alcuni aerali va oltre le 20 unità per chilometro quadrato: il Trentino superati le quattro autorizza l'abbattimento.
La Regione (cioè i contribuenti) paga ogni anno centinaia di migliaia di euro di risarcimenti ai privati, che si sommano ai danni economici al sistema Sardegna, ancora più rilevanti.
La Giunta non può stare a guardare senza far nulla: metta in piedi una task force dotata di tutte le figure necessarie (in primo luogo veterinari e biologi) per verificare la situazione e chiedere all'Unione europea l'autorizzazione al prelievo controllato di cervi e cinghiali.
Oltre ai benefici sul piano ambientale, si potrebbero anche realizzare introiti molto significativi, cosa che già da tempo fanno altre regioni, evidentemente assai più accorte della nostra". Lo dice il consigliere regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.