giovedì 27 ottobre 2016

LATTE, FALCHI A ROMA: DATI DI PRODUZIONE, MINISTERO COINVOLTO MA FONDAMENTALE ACCORDO INTERPROFESSIONALE

P - “Il Ministero ha ricevuto la nostra richiesta di estendere al comparto ovino il decreto del 2015 che obbliga gli acquirenti di latte bovino a comunicare entro un mese la quantità di latte conferito dai produttori.” Lo dice l’assessora dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, che oggi a Roma ha incontrato i dirigenti competenti del Mipaaf.


Assenza di dati preclude crescita. “L’assenza di dati certi per quanto concerne il settore ovicaprino – continua l’esponente della Giunta - è un problema reale, che pregiudica qualsiasi possibilità di crescita del comparto. Non è però l’unica difficoltà: bisogna piuttosto creare le condizioni che consentano agli attori della filiera di riconoscerne la validità e condividerne l’utilizzo. La conoscenza del latte prodotto è solo una condizione necessaria ma non sufficiente: occorre anche sapere in cosa viene trasformato, dove e a quali quotazioni viene collocato il prodotto formaggio. Come Assessorato ci siamo impegnati a fondo affinché la filiera si dotasse di un sistema certificato di acquisizione dei dati utili a programmare le strategie di collocazione nel mercato delle nostre produzioni. Ci stiamo arrivando, con la condivisione di tutti, attraverso la costituzione dell’Organismo interprofessionale (OI).

OI risposta complessiva. Inoltre, per la titolare dell’Agricoltura, “la probabile disponibilità del Ministero a estendere al settore ovicaprino il decreto che recepisce il reg. (UE) n 1308/2013 sulle dichiarazioni obbligatorie nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari ci consentirebbe di risolvere solo una parte del problema. Senza la volontà di produttori e trasformatori di identificare un sistema di programmazione condiviso si otterrà solo una frazione di quanto necessario a ridare slancio al settore. Peraltro i dati sulle DOP sono già disponibili e certificati, ma non tutti sembrano volerne prendere atto. L'OI fornisce una risposta complessiva al problema: chi aderisce deve rendere disponibili produzioni, prezzi e andamenti del mercato sotto la vigilanza di un Comitato tecnico - scientifico che prevede la presenza di esperti delle Agenzie regionali e dell’ARAS.”

Senza accordo, settore a rischio. “L’obbiettivo è quello di dare alle istituzioni pubbliche il ruolo di arbitri e garanti - ricorda Falchi – ma confermando il principio che le controversie tra produttori e trasformatori vanno in primis discusse e risolte negli ambiti corretti. Con grande impegno e fatica ci siamo dedicati alla nascita di un luogo in cui i conflitti legittimi tra produttori e trasformatori avessero la possibilità di esplicitarsi in un ambito di reciproco riconoscimento, con regole fissate dagli attori della filiera e non dalla Regione. Questo percorso faticoso sta giungendo a conclusione. Produttori di latte, cooperazione e trasformatori privati dovranno accettare di sedere in un tavolo in cui nessuno potrà disconoscere i dati prodotti dagli altri. Le regole e lo statuto sono chiari, le responsabilità anche. Il settore lattiero caseario ovino – conclude l’assessora dell’Agricoltura - deve uscire dall’improvvisazione: senza l’accordo degli attori della filiera e una programmazione informata il futuro delle zone interne della Sardegna e di un settore fondamentale nella nostra economia è a rischio.”

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