giovedì 12 settembre 2013

La verità del comandante Giuseppe D'Arco




Sono ancora in corso le indagini da parte della capitaneria  di porto  di La Maddalena per cercare di capire quali siano state le cause  che hanno determinato l’affondamento della Moto barca trasporto passeggeri denominata “ Patricia “,a circa 150 metri dalla spiaggia  presso le acque prospicienti Cala Santa Maria nell’omonima Isola dell’Arcipelago di La Maddalena. Le cause del sinistro e le eventuali responsabilità sono attualmente in fase di accertamento a cura della Sezione Sicurezza della Navigazione della Capitaneria di Porto di La Maddalena, che sta acquisendo le dichiarazioni delle persone coinvolte nel sinistro. A bordo della motonave “Patricia” erano presenti al momento del sinistro 16 passeggeri, per la maggior parte di nazionalità spagnola, e tre membri d’equipaggio, che sono stati tratti in salvo e trasportati al porto di Palau dalla motonave trasporto passeggeri denominata “Maggior Leggero”, presente anch’essa a Cala Santa Maria nelle immediate vicinanze del “Patricia”. Quali sarebbero state le cause dell’incidente non è dato saperle ufficialmente , ma sembrerebbe che   derivassero da una manovra  della moto barca “Maggior Leggero “ come dalle dichiarazione del comandante D’Arco esposte alla capitaneria  di porto  di La Maddalena <<Erano circa le 13.15 di martedi , quando , dopo la sosta  pranzo,  decidevo di  mollare gli ormeggi dalla banchina est della spiaggia di Santa Maria , per lasciarla libera e per trasferirmi per l’ultima tappa a Spargi , da dove avrei fatto rientro a Palau .In questo momento transitava sul lato poppiero , con direzione  verso la locale spiaggia il “ Maggior Leggero “ , il cui comandante  dopo essersi reso conto di aver superato lo spazio necessario per l’evoluzione  utile per ormeggiarsi  sul mio lato sinistro , ha dato macchine indietro . Nel frattempo avendo la nave caratteristiche con alte sovrastrutture  ed un significativo pescaggio , scarrocciava verso il nostro  giardinetto sinistro , facendo in modo che l’elica della sua  imbarcazione   si incattivisse nella cima  della mia ancora  di poppa . >> D’arco accortosi che l’unità  gli veniva incontro , prosegue << ho mollato immediatamente  i cavi d’ormeggio  di prua dalla banchina per cercare  di sfilarmi . Tuttavia era ormai troppo tardi  l’imbarcazione  ci spingeva  cosi con il suo peso  verso  gli scogli , sul lato dritto della banchina  ad una distanza di circa 20 metri . Successivamente all’urto  con gli scogli mi ero accorto  che l’unità  aveva subito comunque dei danni . Una volta  sfilatomi constatavo  che  la mia imbarcazione  imbraca va acqua  e che la zona poppiera era già allagata >> A questo punto D’Arco ha invitato Gargiulo ad imbarcare i 16 passeggeri  e 2 dell’equipaggio  chiedendo anche  ausilio  per attaccare la mia cima ad una boa presente  nelle vicinanze ,in modo da far  arenare l’imbarcazione  sui bassi fondali >>. L’urto è stato violento ed ha provocato una falla a poppa con una via d’acqua impressionante  che in poco tempo ha causato l’affondamento. Sono queste le dichiarazioni di D’arco ,  che da uomo di mare  e noto  per le sue eccellenti ed inequivocabili doti marinare,fra l’altro è stato insignito  di una  medaglia d’argento al Valor di Marina ,conferitagli dal Ministro degli Interni, per aver salvato una signora  che stava per annegare dentro la sua auto caduta nel porto  di Cala Gavetta ,ha voluto rilasciare per onor di verità e che prima che l’imbarcazione affondasse  definitivamente  sul basso fondale  di circa 15-20 metri è rimasto  sulla prua della sua unità  trasbordato poi  su un mezzo  della ditta di recupero e rimorchio di Porto massimo  della ditta Crstian  Delogu  giunto sul posto  per l’assistenza . Infatti forse già da oggi la Patrizia potrà riprender  il mare una volta che  sono state eseguite le riparazioni necessarie  per navigare ;:

C’è da dire  che Immediatamente la capitaneria  ha inviata sul posto la Motovedetta SAR CP 870, raggiunta  qualche minuto dopo dalla Motovedetta CP 706  con a bordo il personale e i dispositivi antinquinamento dell’associazione di volontariato protezione civile di La Maddalena,  individuando a circa 200 metri dalla banchina di Cala Santa Maria la motonave ormai affondata, con il solo mascone di dritta fuori dall’acqua, disponendo, in via precauzionale, 160 metri di panne assorbenti antinquinamento. <Peone 

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