mercoledì 22 gennaio 2014

Emergenza demografica


- Comuni sardi a rischio spopolamento e possibili politiche per contrastare il fenomeno dell’emergenza demografica. Saranno presentati, dopo domani, giovedì 23 gennaio, alle 9 nella sala convegni del Terminal Crociere, (via Roma), i risultati dello studio “Comuni in estinzione”, effettuato dal Centro Regionale di Programmazione, condotto in collaborazione con l’Università di Cagliari, che individua le problematiche ed effettua le proiezioni statistiche sugli anni entro i quali, presumibilmente, alcune decine di comuni sardi si estingueranno nel caso in cui  non vengano attuati interventi adeguati.
L’incontro, preparatorio del prossimo ciclo di programmazione comunitaria e regionale, vedrà confrontarsi tecnici della Regione, sindaci, partenariato economico, sociale e ambientale ed esperti del Ministero dello Sviluppo economico.
“Il contrasto allo spopolamento che affligge i comuni sardi in una percentuale allarmante – sottolinea l’assessore della Programmazione, Alessandra Zedda - è una delle sfide più complesse per la politica regionale perché questo fenomeno non ha una causa, ne ha molte, sedimentate nel tempo, nel corso dei decenni scanditi dai censimenti della popolazione. Alcuni comuni sardi, prima di altri, paiono destinati a divenire dei paesi fantasma pressoché privi di abitanti, una prospettiva intollerabile nelle dimensioni prospettate che ci pone di fronte a scelte decise e decisive, per questo gli schemi di elaborazione del prossimo Programma Operativo Regionale 2014-2020, che la Regione ha concordato con la Commissione Europea anche attraverso il processo partenariale, prevedono apposite sezioni dedicate agli svantaggi territoriali, inclusi quelli demografici gravi o permanenti. E’ una opportunità da non perdere, la sfida è complessa perché le cause sono diverse e altrettanto ampio deve essere il ventaglio di interventi, rivolto alle iniziative economiche e alle occasioni di lavoro anzitutto, ma anche alla dotazione di servizi essenziali, dai trasporti all’istruzione e alla sanità”.
I primi due comuni ad essere virtualmente cancellati dalla desertificazione demografica si trovano in provincia di Sassari e potrebbero essere, secondo le tendenze statistiche, Semestene, entro soli 10 anni e Monteleone Rocca Doria, in circa 15 anni. Dati di punta, questi, di un fenomeno che coinvolge altre decine di comuni sardi, nei quali l’estinzione della popolazione, salvo nuove e possibili politiche di contrasto, è prevista nell’arco temporale di pochi decenni. I comuni in grave o gravissima salute demografica ricomprendono nell’isola complessivamente l’8,5 % della popolazione e il 26,6 % della superficie.
Ma se a tali comuni in condizioni di spopolamento “grave” o “gravissimo” si aggiungono quelli in stato di salute demografica “precaria”, la popolazione coinvolta sale a circa il 33 % del totale regionale e il territorio implicato al 55% della superficie dell’isola.
Lo studio della Regione (http://www.sardegnaprogrammazione.it/documenti/35_84_20140120091324.pdf), non si limita a presentare le emergenze e i contorni geografici aggiornati del fenomeno, ma passa in rassegna su scala europea le diverse tipologie di intervento sinora attuate, con lo scopo di fornire un contributo valido per la definizione delle prossime politiche regionali, a partire dalla imminente definizione del POR 2014-2020 e in vista del prossimo programma regionale di sviluppo. Lo studio riporta infine le analisi condotte, anche attraverso moderne tecnologie computerizzate, sulle interviste effettuate a un gruppo di cosidetti “osservatori privilegiati” di comuni affetti da grave malessere demografico, quali sindaci, parroci, imprenditori, operatori sociali e culturali.


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