giovedì 30 gennaio 2014



Taglio del costo della benzina, una sfida che vale un miliardo di euro. Vargiu: Una partita assolutamente aperta che possiamo vincere. I Riformatori a Roma per la riunione con i vertici del ministero dell'Economia.  Il capo dei collaboratori di Saccomanni: prenderemo seriamente in esame la legge che taglia le tasse sulla benzina sarda


.  Taglio del costo della benzina, il ministero dell'Economia prenderà seriamente in esame la partita sulle accise. Lo ha assicurato il capo di gabinetto del dicastero Daniele Cabras, ricevendo questo pomeriggio a Roma, nella sala Andreatta, la delegazione dei Riformatori sardi composta dal deputato e presidente della commissione Affari Sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu, il vice presidente del gruppo in Consiglio regionale, Franco Meloni, il consigliere regionale Sergio Pisano e Umberto Deidda in rappresentanza dei comuni sardi. Dall'altra parte del tavolo tredici tra alti dirigenti e funzionari del ministero, guidati da Paolo Puglisi, Direzione legislazione tributaria e federalismo fiscale, Salvatore Bilardo, Ragioneria Stato, Ispettorato Generale per la finanza delle pubbliche amministrazioni, Pasquale Di Maio, Direzione centrale legislazione e procedure accise e altre imposte indirette, Francesco Frettoni, Capo Ufficio Legislativo Finanze.Insomma, la battaglia sul taglio del costo della benzina non solo non si ferma, ma fa significativi passi in avanti. E lo Stato, questa volta è costretto a prendere i sardi sul serio. Il deputato Pierpaolo Vargiu è sicuro: "C'e' una legge approvata dal Consiglio Regionale che, su questo argomento, dimostra di voler fare sul serio e di voler andare sino in fondo - dice - una partita che possiamo vincere, in particolare in riferimento a quanto espressamente stabilisce l'articolo 8 dello Statuto, che prevede che tra le entrate sono ricompresi anche i tributi maturati in ambito regionale, anche se  affluiscono  in uffici finanziari al di fuori dal territorio della Regione". Ed è proprio il caso dei prodotti petroliferi fabbricati in Sardegna e dunque delle tasse sui carburanti.
Ed è esattamente ciò che ha fatto notare la delegazione dei Riformatori ai dirigenti e funzionari del ministero che si occupano proprio della vertenza. Il capo di gabinetto del ministero ha ricordato che  sta  proseguendo il tavolo politico con la Regione sulle varie vertenze aperte in un clima di leale collaborazione istituzionale. E ha ribadito che la questione delle accise è all'esame dl ministero che sta studiando con gli uffici del dicastero l'intera partita. 
Dunque, è possibile un ok alla norma, già inserita in Finanziaria, che consente all'Isola di incamerare i denari dei prodotti petroliferi fabbricati in Sardegna, così come tra l'altro prevede lo Statuto sempre disatteso dallo Stato. Il miliardo che arriverà servirà a dimezzare il costo del carburante alla pompa per le famiglie, con esenzione totale dalle tasse per le imprese.
Una sfida che vale un miliardo di euro, che, ribadisce Vargiu, "può cambiare il costo della benzina in Sardegna, aprendo incredibili prospettive economiche di sviluppo. Una sfida che non può certo essere vinta dai soli Riformatori che oggi chiamano a raccolta tutte le associazioni che hanno contribuito a raccogliere le 102mila firme di cittadini sardi, che sono state la vera testa d'ariete che ha permesso la scrittura della nuova legge".
Ma soprattutto, i Riformatori chiamano a raccolta tutti i parlamentari sardi, tutte le forze politiche sarde, che per una volta hanno vinto le proprie diffidenze votando compatte la legge regionale sulle accise e ora sono chiamate a vigilare altrettanto compatte sulla sua applicazione, difendendo sino in fondo gli interessi di tutti i sardi!
Mentre era in corso l'incontro sotto la sede del ministero in via XX Settembre, ad attendere gli esiti del vertice,c'erano numerosissimi militanti dei Riformatori, che hanno deciso di seguire da vicino la trasferta con bandiere e cartelloni al seguito. 
“Con il comma 1 dell'articolo 1 della Finanziari  la Sardegna – spiega Vargiu -  ha finalmente ottenuto un obiettivo straordinario: la garanzia che le entrate della regione Sardegna siano costituite dalla compartecipazione nella misura dei 9/10 sulle imposte di fabbricazione sui prodotti petroliferi". Questo significa non più soltanto i soldi relativi a ciò che viene consumato in Sardegna, ma anche e soprattutto le tasse relative a ciò che è prodotto in Sardegna, ma viene tassato altrove". Una vera e propria rivoluzione, dice il consigliere regionale Sergio Pisano, "fortemente voluta dai 102.000 sardi che hanno sottoscritto la petizione per il taglio dei costi del carburante, che ha sostenuto il Consiglio Regionale nella sua azione legislativa”.
L'obiettivo, dice il vice capogruppo dei Riformatori Franco Meloni, "è stato raggiunto: difendere il risultato ottenuto davanti al Governo, per respingere l’assalto alla diligenza di chi tenterà di privare i sardi del diritto riconosciuto a riavere indietro le tasse sulla benzina prodotta in casa propria. E il ministero ha mostrato non solo di capire ma anche di vagliare con cura tutta la partita. Insomma, il risultato è alla nostra portata”. 
“Per noi – prosegue la delegazione dei Riformatori  – è un punto fondamentale del programma di governo per la prossima legislatura. Siamo arrivati sino a Roma, al ministero dell'Economia perché non possiamo non mettere un argine a uno Stato patrigno che uccide la Sardegna. Lo facciamo per le migliaia di sardi che hanno firmato la petizione per il taglio del costo del carburante. Grazie a questo provvedimento per la prima volta si incide significativamente su un costo che le famiglie sono costrette a sobbarcarsi ogni giorno. Si tratta di una rivoluzione, di un fatto importantissimo a cui noi e la coalizione di centrodestra abbiamo dato una decisiva risposta”.
I Riformatori spiegano che “l’abbattimento delle tasse sui carburanti è un diritto dei sardi. Tra le diverse politiche in grado di innescare un circolo virtuoso di sviluppo vi è quella delle esenzioni fiscali dei prodotti petroliferi. L’economia Sarda, tra le economie delle regioni italiane, è quella che mostra oggi le maggiori difficoltà anche a causa dell’obiettiva condizione di insularità e perifericità. La stessa identità culturale del Popolo Sardo costituisce il presupposto per la costruzione di una forte e decisiva negoziazione con lo Stato e le Istituzioni Europee per l’accrescimento economico e sociale. Conseguentemente devono essere concesse agevolazioni tariffarie-fiscali a favore dei cittadini residenti e delle imprese operanti nel territorio regionale sui prodotti petroliferi immessi al consumo nel territorio della Regione Sardegna”

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