venerdì 27 febbraio 2015

Scuole: la Cisl contro la Regione. “ Un errore chiudere gli istituti più piccoli”.


Il segretario nazionale Francesco Scrima attacca Renzi: <non si riforma la scuola a colpi di tweet>
                                            
Nel corso del convegno organizzato dalla Cisl Scuola Sardegna questa mattina a Olbia, nella sala conferenze del Blu Marine,  il segretario nazionale Francesco Scrima ha definito la proposta di riforma della scuola del Governo Renzi come <la continuazione della politica degli annunci>.  <Renzi è un prodotto della comunicazione: prima dice che in tre mesi cambia il mondo, poi sostiene che lo farà in 4 anni – ha dichiarato Scrima durante il suo intervento - i tempi li detta lui ma non si può governare a colpi di Twitter, ci vuole un progetto e un’idea di scuola che parta dalla conoscenza della realtà. Renzi mi ha detto che non so “cinguettare”, gli ho risposto che, dati i tempi, in Sicilia anche gli uccelli sono muti>.
La Cisl nazionale contro il Governo. <Per affrontare un argomento così delicato ci vuole esperienza – ha spiegato Scrima – e ora i nodi vengono al pettine. Il Presidente del Consiglio non ha voluto il confronto con il sindacato, che da anni gestisce partite di questa importanza: speriamo che l’intervento programmato non crei più ingiustizie di quelle che si vogliono eliminare>.
Durante il convegno olbiese, Scrima è intervenuto sulla questione del dimensionamento scolastico in Sardegna: <La politica del dimensionamento deve essere intesa come razionalizzazione delle risorse, che consenta di lavorare nelle migliori condizioni possibili. La razionalizzazione non può essere confusa con la politica della dispersione delle risorse>.
Lo scenario sardo. Il tema del dimensionamento scolastico è decisamente attuale nell’isola. La Cisl Scuola Sardegna, guidata dalla segretaria Maria Giovanna Oggiano, interviene in difesa del mantenimento dei presidi esistenti anche nei piccoli insediamenti urbani  <perché in questo modo si garantisce il diritto allo studio di tutti i sardi – spiega la segretaria regionale – la giunta regionale ha deciso di chiudere le piccole scuole in osservanza ai parametri richiesti dal Governo. È un errore: la Sardegna ha delle specificità differenti rispetto a quelle riscontrate nel resto dell’Italia e sono specificità oggettive. Mi riferisco, in particolare, all’inferiore densità di popolazione tra l’isola e il Continente: è ovvio che i parametri nazionali, se applicati in maniera acritica in Sardegna, generano danni pesanti>. Da anni, si discute sull’assenza di una legge regionale specifica in grado di slegare il sistema scolastico regionale dai criteri normativi applicati a livello nazionale. La Oggiano ha sottolineato, ancora una volta, la mancanza di questo fondamentale strumento normativo: <Si tratta di un vuoto legislativo che indebolisce la scuola sarda. Di conseguenza, non c’è una visione organica dell’argomento: alcuni anni fa, la Regione ha chiesto e ottenuto che i plessi si dotassero delle lavagne Lim. Conseguenza: ora le Lim sono state installate anche negli istituti che verranno chiusi. Spostarne una costa 150 euro: toglierne 10 o 20 significa affrontare una spesa che il singolo plesso non può sostenere. Che fine faranno quelle Lim?>.
A proposito di finanziamenti alla scuola, durante il convegno è intervenuto ancheIgnazio Ganga, della segreteria regionale Cisl. Il sindacalista ha attaccato la Regione, rea di aver deluso le aspettative connesse alle risorse da destinare alla scuola: <La Finanziaria approvata dalla Giunta Pigliaru (che, ricordo, è definita una “giunta di professori”) ammonta a quasi 8 miliardi di euro. Per l’istruzione sono stati destinati appena 207 milioni di euro, cioè il 2 per cento della Finanziaria. Bisogna dirlo: non è una cifra che si discosta molto da quelle stanziate dalle giunte precedenti, ma è chiaro che le aspettative erano altre. E sono state disattese>. Secondo Ganga servirebbero ben altre risorse: la Cisl ha consegnato alla Regione lo stato dell’arte relativo alle condizioni degli edifici sardi: <Su 1329 scuole, ben 492 hanno urgente necessità di ristrutturazioni. Appena il 4,6 per cento dei plessi è in regola con le norme per la prevenzione degli incendi. Solo il 23 per cento sfrutta le energie rinnovabili. È chiaro, quindi, che serve unimpegno superiore da parte della Regione>.
Emergenza Olbia. Nel capoluogo gallurese si profila un problema di difficile gestione per l’amministrazione comunale: più volte, in questi anni, gli assessori alla Pubblica istruzione di turno hanno annunciato che, tra qualche anno, il Comune potrebbe non essere in grado di garantire il diritto allo studio per quanto riguarda le scuole elementari a causa della mancanza di spazi. Poche scuole, aule insufficienti. Secondo la segretaria regionale della Cisl Scuola, Maria Giovanna Oggiano, <una amministrazione comunale degna di tal nome non può permettersi di fare affermazioni del genere. Bisogna lavorare in tempo per evitare una situazione così complicata. Bisogna avere un piano di azione e applicarlo per tempo. Non si può rimanere passivi o avere tempi di azione troppo lenti – continua la Oggiano -  è necessario agire con tempestività, sono anni che il Comune di Olbia muove queste lamentele. Ormai il Patto di Stabilità è diventato un alibi fortissimo della politica: il Comune deve scegliere, in fase di bilancio, quali spese devono essere sostenute in maniera inderogabile e quali, invece, sono superflue>.



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