giovedì 6 agosto 2015

Sanità, la Cgil contro la riforma regionale



Ma per Maccioni e Porcheddu (Funzione pubblica) anche i campanilismi penalizzano la Gallura

OLBIA. La Cgil va all’attacco della riforma sanitaria regionale, ma si schiera anche contro l’eccesso di campanilismo che penalizza ulteriormente la Gallura. «Con una visione ragionieristica ma venata da propositi di finta vicinanza al cittadino – accusano Luisella Maccioni, segretaria territoriale Funzione pubblica, e Lorenzo Porcheddu, coordinatore Sanità – la riorganizzazione della rete ospedaliera accoglie tutte le proposte di tagli imposti dalla normativa nazionale e rinomina e riordina gli ospedali decretando la chiusura di molti presidi ospedalieri, ad esempio Tempio, e sempre nell'ottica populista del taglio degli sprechi definendo una articolazione della sanità sarda in due grandi macro aree: Sassari e Cagliari, con articolazioni zonali vista la presenza di vari presidi ospedalieri».
Una riforma, dunque, che per la Cgil va a colpire la Gallura, che, però, a causa dei troppi campanilismi rischia di avere gioco facile. «Mentre si decide di dar corso a tutto questo in Gallura si continua a discutere su basi campanilistiche dimenticando l'importanza fondamentale, almeno in sanità, dell'integrità del territorio. Eppure tutte le avvisaglie di un ridimensionamento o di una cancellazione dell'Asl gallurese c'erano e ci sono tutte: l'idea di riclassificare e di ridurre i posti letto nei presidi di Tempio e La Maddalena, di contenere Olbia e di dare corpo e fiato alla sanità privata era ed è la politica attuata dalla Regione verso questo territorio».
Per la Cgil la scelta del Mater Olbia «rappresenta anche un taglio complessivo di posti letto della sanità pubblica che in Gallura per gli acuti scendono da 356 a 250 (-106) mentre per i post acuti il saldo è positivo 24, quindi nel complesso in Gallura un taglio di 82 posti letto. In pratica si decreta, comunque il collasso della sanità pubblica e si esalta la presenza del privato potenziandolo e trasferendogli servizi e risorse dal pubblico. Chiediamo alla politica – è l’appello finale del sindacato – di ridisegnare una azienda gallurese che, sebbene all'interno della area sassarese mantenga una sua peculiarità, anche sperimentando una formula che possa

permettere di mantenere i tre ospedali nella formula "un presidio e tre stabilimenti". Una visione di sanità territoriale che seppure con i tagli mantenga la sua presenza costante nel territorio. Il campanilismo non fa nient'altro che allontanare il sistema sanitario dal cittadino gallurese».

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