lunedì 24 marzo 2014

OPERAZIONE INTERFORZE


Direzione Territoriale del Lavoro di Sassari           
Servizio Ispezione del Lavoro
Nucleo Carabinieri Tutela del Lavoro      Comando Provinciale
Arma dei Carabinieri di Sassari

Ispettori del Lavoro,  Nucleo Carabinieri Tutela del Lavoro della Direzione Territoriale del Lavoro di Sassari, unitamente a personale del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri.

In Comune di Sorso, il 20 marzo 2014,  a seguito di un’operazione congiunta di Ispettori del Lavoro, militari del Nucleo Carabinieri della Direzione Territoriale del Lavoro di Sassari con militari del Comando Stazione Carabinieri di Sorso, effettuata  presso il villaggio turistico denominato “Borgo del Sole”, in località “Porchile”, giurisdizione del Comune di Sorso, sono state controllate 3 aziende operanti nel settore terziario e servizi.

Dalla verifica effettuata in materia giuslavoristica è stato riscontrato che la totalità del personale dipendente, 17 operai su 17 (Pari al 100% della forza lavoro) e trovato intento al lavoro (tra cui manutentori, giardinieri, muratori e idraulici), è risultato completamente in nero.

Nell’operazione sono state  impegnate 10 unità tra Ispettori del Lavoro e Carabinieri, che  hanno adottato nell’immediato,   i conseguenti provvedimenti di sospensione dell’attività d’impresa e contestato le  relative sanzioni previste per un importo complessivo di circa 80.000 Euro.

 Fondamentale, per  tale  risultato, è stata l’attività sinergica interistituzionale Ministero del Lavoro e Carabinieri, -di intelligence/ investigativa  prima- e in sede operativa  di intervento e controllo poi, che si conferma essere la pratica vincente nel contrasto al  lavoro irregolare e sommerso.

L’operazione si colloca nell’ambito della speciale campagna di controlli sul lavoro nero per il 2014  promossa dal Ministero del Lavoro anche  in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri.-  


L'immagine della Sardegna che emerge dal lavoro di costruzione della "mappatura" economico-finanziaria delle imprese appartenenti al sistema produttivo regionale, contenuto nella X edizione della pubblicazione sulle “Imprese guida in Sardegna”, è quella di un territorio popolato da microimprese, in cui la dimensione media aziendale è la più piccola di tutta l'Italia con 2,7 addetti medi, caratterizzato da una forte terziarizzazione. Il quadro che emerge dall’analisi dei benchmark di bilancio delle imprese regionali più strutturate, vale a dire quelle soggette all’obbligo di deposito del bilancio d’esercizio, è quello di un insieme di aziende che - in questo periodo di crisi - ha registrato fatturati in diminuzione, una costante riduzione della redditività del capitale investito e dei margini di profitto, con un contemporaneo miglioramento del rapporto tra fonti di finanziamento di terzi e fonti proprie. Le classifiche delle imprese “eccellenti”, elaborate per il 2011, mostrano le interessanti performance di imprese di tutte le dimensioni, anche molto piccole, appartenenti a tutti i settori di attività economica. I comportamenti virtuosi tenuti da queste imprese nel periodo di maggiore crisi attraversata dal Paese offrono segnali di fiducia al sistema produttivo nel suo complesso, in grado di costituire importanti driver del valore per l’economia sarda. Questa edizione del lavoro si articola in due volumi all’interno dei quali sono state inserite ulteriori informazioni di contesto che, insieme ai cosiddetti “fondamentali” di bilancio contenuti nelle classifiche, descrivono l’evoluzione dell’ambiente di riferimento in cui le imprese operano e le strategie economico-finanziarie adottate dalle aziende stesse per fronteggiare le criticità. I dati, in serie st
“Le imprese guida in Sardegna”

“Le imprese guida in Sardegna” - Mappatura economico-finanziaria del sistema produttivo delle imprese regionali. Le classifiche per fatturato, valore aggiunto e dinamicità aziendale Volumi I e II” giunge alla sua decima edizione, presentando un arricchimento delle informazioni statistiche, economiche e finanziarie utili a delineare una “mappatura” delle imprese sarde.
In questa nuova edizione, infatti, con il proposito di tener conto degli effetti della crisi economica sul tessuto produttivo locale, sono stati inseriti alcuni indicatori strutturali e macroeconomici che, insieme ai cosiddetti “fondamentali” di bilancio contenuti nelle classifiche, descrivono l’evoluzione del contesto di riferimento in cui le imprese operano e le strategie economico-finanziarie adottate dalle aziende stesse per fronteggiare le criticità. Inoltre, è stata posta particolare cura nella predisposizione delle tavole di riepilogo dei principali benchmark economico-finanziari in modo da rendere le statistiche confrontabili più agevolmente.
Anche in questa pubblicazione si propongono le classifiche delle imprese sarde per fatturato e valore aggiunto insieme con le graduatorie per “eccellenza” della gestione aziendale di quelle società sarde che hanno raggiunto posizioni economico-finanziarie dinamiche, in termini di sviluppo e redditività.
I dati, in serie storica dal 2002 e completamente aggiornati al 2011, sono da considerarsi ancora provvisori per il 2012 perché la fornitura dei dati di bilancio non è ancora del tutto completa. In ogni caso, le informazioni raccolte permettono già a questo stadio di aggiornamento di osservare il mondo imprenditoriale regionale durante il pieno manifestarsi della crisi.
Andando ai contenuti, l’immagine della Sardegna che emerge dal lavoro di analisi svolto è quella di un territorio in cui la dimensione media aziendale è la più piccola di tutta l’Italia con 2,7 addetti per impresa, 3,6 per l’Industria complessivamente intesa e 2,5 per il comparto dei Servizi. Il 96,7% delle 107.581 imprese sarde censite dall’Istat nel 2011 ha meno di dieci addetti - in particolare il 56,5% delle aziende ha un solo addetto - popolando quindi il sistema produttivo di microimprese.
Una forte terziarizzazione caratterizza l’economia: su 100 imprese, più di 76 operano nei Servizi. Quasi 32mila imprese, circa il 30% del totale, sono artigiane, con una dimensione media pari a 2,3 addetti per impresa, e occupano un quarto delle risorse umane totali.
La dinamica del PIL in Sardegna ha risentito degli effetti della recessione che negli ultimi anni ha investito i mercati nazionali e internazionali. La stima pubblicata dall’Istat nel novembre 2013 evidenzia, infatti, una contrazione del PIL regionale del 3,4% nel 2012 rispetto all’anno precedente. Nel 2012, il valore aggiunto ai prezzi base ha subito una riduzione pari al 3,1%. L’ultimo rilascio degli Scenari per le Economie locali di Prometeia - febbraio 2014 - stima per il 2013 un’ulteriore decremento del PIL regionale, pari al 2,7%.
Tenendo presente che l’analisi dei benchmark di bilancio riguarda le imprese regionali più strutturate, vale a dire quelle soggette all’obbligo di deposito del bilancio d’esercizio, il quadro che emerge è quello di un insieme di aziende con fatturato in diminuzione, una costante riduzione della redditività del capitale investito, sia in termini di valore aggiunto contabile prodotto che di margini di profitto, con un contemporaneo netto miglioramento del rapporto tra fonti di finanziamento di terzi e fonti proprie, testimoniato da livelli di Leverage quasi da manuale. Nonostante una diminuzione nel ritmo di crescita dello stesso Capitale proprio, nel 2012, infatti, le imprese risultano indebitate solo per 3,5 volte i mezzi propri, a fronte di un rapporto di 5 a 1 del 2002. Se ne deduce una strategia di contenimento delle Passività. Rimane da approfondire se questo contenimento dei debiti sia volontario o indotto dalla stretta creditizia del sistema Bancario.
La capacità di fare “cassa” dalla gestione operativa resta positiva, sebbene inferiore rispetto ai valori del 2002: cento euro di capitale investito generavano nel 2002 otto euro e mezzo di “cassa”, nel 2012 tale valore è pari a poco più di sei euro. Considerato quanto è importante per le imprese generare un flusso di cassa costante e auspicabilmente in continua crescita, si tratta di un segnale da tenere nella dovuta considerazione. Nei momenti di difficoltà e di crisi di liquidità, infatti, le imprese - già in condizioni di minor accesso al credito - devono poter contare sulla generazione di flussi finanziari positivi dalla gestione operativa che garantiscano il mantenimento e l’integrità della stessa struttura produttiva.
Spostando l’attenzione sui risultati al 2011 delle 770 imprese “eccellenti” - non disponendo ancora dei dati per calcolare l’Indicatore Sintetico di Dinamicità per il 2012 - si nota come queste imprese siano caratterizzate da una buona capacità di remunerare i soci attraverso il conseguimento di utili netti contabili (il 96,1% delle imprese “eccellenti” chiude in utile a fronte di un 56,4% del totale delle imprese complessivamente considerate), da una buona produttività del capitale investito e una spiccata attitudine a “fare cassa”: cento euro di capitale investito dalle imprese “eccellenti” generano ventisei euro e mezzo di liquidità pura, venti euro in più del benchmark regionale. Si rilevano inoltre buoni comportamenti a livello patrimoniale e finanziario. Le “eccellenti” mostrano, infatti, un’autonomia patrimoniale ancora più alta di quella delle imprese totali (leverage 1,4 contro un benchmark regionale di 3,8 del 2011) e una buona capitalizzazione (il patrimonio netto copre il 40,8% delle fonti di finanziamento, mentre l’intero insieme delle imprese regionali si attesta al 20,4%).
La classifica provvisoria per fatturato al 2012 ricalca sostanzialmente quella relativa al 2011 e vede nelle prime dieci posizioni due aziende attive nel comparto petrolifero, due appartenenti al settore energetico, tre del commercio all’ingrosso, un’azienda del trasporto aereo, una del settore metallurgico e un’impresa appartenente alle telecomunicazioni. E’ interessante notare che tra le prime dieci imprese, ben cinque sono localizzate nella provincia di Cagliari e tre fanno parte del polo petrolchimico di Sarroch.
La classifica per valore aggiunto prodotto al 2012 presenta due nuove ingressi nelle prime dieci posizioni rispetto al 2011: un’azienda appartenente al settore energetico che si colloca al primo posto e una operante nel settore delle telecomunicazioni che si attesta in quarta posizione. Nelle prime dieci posizioni figurano tre società attive nel settore energetico e due nel settore dei trasporti terrestri. Anche in questa classifica prevale la provincia di Cagliari: tra le prime dieci imprese ve ne sono localizzate ben sette di cui quattro con sede a Cagliari. Soltanto quattro imprese tra le prime dieci nella classifica per valore aggiunto figurano anche tra le prime dieci nella classifica per fatturato.
Le classifiche delle imprese “eccellenti”, elaborate per il 2011, mostrano le interessanti performance di imprese di tutte le dimensioni, anche molto piccole, appartenenti a tutti i settori di attività economica. I comportamenti virtuosi, tenuti da queste imprese nel periodo di maggiore crisi attraversata dal Paese, offrono segnali di fiducia al sistema produttivo nel suo complesso, in grado di costituire importanti driver del valore per l’economia sarda.orica dal 2002 e completamente aggiornati al 2011, sono da considerarsi ancora provvisori per il 2012 perché la fornitura dei dati di bilancio non è ancora del tutto completa. In ogni caso, le informazioni raccolte permettono già a questo stadio di aggiornamento di osservare il mondo imprenditoriale regionale durante il pieno manifestarsi della crisi.

Dopo il tour mondiale e nazionale unica tappa in Sardegna!


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